Nimrod33
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Gentile Heroes fighting for our Heritage against Islamic Jew
Eroi Gentili che che combattono per la nostra eredità contro l'Ebreo Islamico
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Queen Isabella - the Inspired Crusader
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La Regina Isabella - la Crociata Ispirata
da Ben Klassen
dalla Religione eterna della natura
Parte 2 – Salvezza
Il nostro debito alla grande Regina di Castiglia e Lione è difficile da misurare, ma in ogni caso, è fenomenale. La notevole donna possedeva alcune delle più raffinate qualità di cui possiamo esser fieri siano caratteristiche della nostra grande Razza Bianca. Anche da bambina lei era dotata di una serena autosufficienza ed una maestosa presenza. Non c’è da sorprendersi che discendeva da Alfredo il Grande, Guglielmo il Conquistatore, i re Plantageneti dell’Inghilterra, San Luigi, Re di Francia, e San Fernando, Re di Castiglia. Come i suoi antenati, Guglielmo il Conquistatore ed Enrico II, era posseduta da una volontà di ferro, che, una volta scelto l’obiettivo, non lo metteva facilmente da parte. Le piaceva ascoltare, più che parlare; e quando parlava, lo faceva brevemente e fino al punto.
Per comprendere i tremendi traguardi di questa insolita donna, ed il ruolo tremendo che svolse nel cambiare il destino nel corso della storia, è importante comprendere i tempi in cui visse. E’ anche importante comprendere i diversi secoli che precedettero il suo regno ed il pericoli che i Mori Maomettani e gli Ebrei non misero solo sulla Spagna, ma su tutta l’Europa Bianca.
Abbiamo già considerato in una capitolo precedente di come gli Ebrei furono strumentali nel creare e promuovere una nuova religione tra gli Arabi e di come nella loro diabolica astuzia stessero pianificando di saldare un potente impero Islamico e di utilizzare questo ariete per invadere, conquistare e distruggere l’Europa Bianca. Dopo che i Musulmani, con la forza della spada, conquistarono e convertirono le tribù Arabe dalle sponde Nord dell’Africa fino ai cancelli di Gibilterra, furono gli Ebrei Spagnoli ad invitarli ad attraversare fino alla Spagna. Quando i Saraceni arrivarono infine nel 709, come istigazione degli Ebrei Africani, furono gli Ebrei Spagnoli ad essere in grado di aprire le porte ai conquistatori, e vennero ricompensati diventando governatori di Granada, Siviglia e Cordova. Nel nuovo stato Islamico, gli Ebrei ottennero una brillante altezza di prosperità ed influenza.
Ciò che gli Ebrei riuscirono a compiere anche dopo che vennero scoperti cospirare di portare gli Arabi dall’Africa per rovesciare il Regno Goto (in seguito Spagna) anche dopo che furono condannati alla schiavitù, e anche dopo che vennero repressi dalle deposizioni dello stretto codice Visigoto. A dispetto di tutto prosperarono, e dagli inizi dell’ottavo secolo furono talmente ricchi e potenti in tutte le città principali di Spagna che furono in grado di tradire quello sfortunato paese e continuare ad aprire ulteriormente le porte ai fanatici invasori Mori.
La graduale riconquista della penisola stessa da parte degli Spagnoli Bianchi non disturbò particolarmente gli Ebrei. Quando San Fernando riprese Siviglia nel 1224, fu abbastanza sciocco da cedere quattro moschee dei Mori e convertirle in sinagoghe; permise loro una della più piacevoli sezioni della città per le loro case, e chiese solo che si astenessero dall’insultare la religione Cristiana e dall’ottenere convertiti dai Cristiani.
Gli Ebrei non osservarono nessuna di queste condizioni, ovviamente, nonostante diversi re venuti dopo, sopratutto quelli bisognosi di denaro, gli mostrarono grandi favori, e Alfonso VIII fece di un Ebreo il suo tesoriere.
Qui possiamo vedere l’eterna sciocca debolezza dei Re Bianchi, volenterosi nel collaborare coi loro nemici mortali, gli Ebrei, e dargli poteri finanziari per raccogliere le tasse dei loro soggetti. Vediamo questa stessa malattia in America – nell’ultimo decennio quando noi stessi abbiamo avuto due Ebrei come Direttori dei Ricavi Interni – uno col nome di Cohen ed uno col nome di Kaplan.
Verso la fine del 13° secolo gli Ebrei erano così potenti in Spagna che avevano quasi messo fine alla Riconquista Spagnola dei Mori. In tutta la Spagna devono esserci stati tra i quattro e i sei milioni di ebrei in una popolazione totale dai 25 ai 30 milioni, in altre parole dal 15 al 20 la percentuale era approssimativamente di Ebrei. Ci fu, ulteriormente, in questo periodo un programma di sovversione della dottrina Cristiana da un gruppo chiamato Albigesi, una setta (creata ancora dagli ebrei) che insegnò l’autodistruzione ed il suicidio come credo – un’ulteriore perversione al cervello per accelerare la distruzione della Razza Bianca. Anche alcuni non-ebrei si dovettero circoncidere per insegnare liberamente (come Ebrei) questa dottrina per cui sarebbero stati puniti come Cristiani.
Inoltre, la Chiesa Cattolica ha sempre riguardato scioccamente l’usura come un peccato, lasciando il campo del prestito di denaro agli Ebrei, che aveva come mezzo un monopolio come gli unici banchieri e prestatori. Poco a poco il capitale ed il commercio del paese passarono nelle loro mani. Generalmente aggravavano il 20 percento di interessa ad Aragona ed il 33-1/3 percento a Castiglia. Durante la carestia del 1326 chiesero il 40 percento d’interesse sul denaro prestato alla città di Cuenca per comprare il grano. I cittadini con le tasse da pagare, il contadino senza denaro per comprare il grano per la sua piantagione, e il borgomastro tenuto per riscatto dal barone rapinatore, rivoltosi per disperazione agli usurai Ebrei, e divenuto loro schiavo economico. Prestando soldi ai re, gli Ebrei acquisirono anche controllo del governo. La gente comune li detestava perché acquisivano spesso dal Re il privilegio della tassazione, e strappavano senza pietà tutto il denaro che potevano dagli sfortunati cittadini.
Ora ed allora gli Spagnoli reagivano in una buona maniera istintiva. Quando le cose andavano troppo disperatamente i cittadini si rivoltavano e massacravano un buon numero di Ebrei.
Nella maggior parte dei casi il Papa venne a difesa degli Ebrei e fece il possibile per fermare i cittadini dal massacrare gli Ebrei nella loro giusta indignazione – prova ulteriore che il Cristianesimo era Ebreo nella sua istigazione e continua ed essere Ebreo nel suo controllo dal dominio centrale del Papa stesso.
Quando la Peste Nera uccise metà della popolazione dell’Europa in due anni, gli Ebrei soffrirono peggio del resto, poiché il popolo disperato li accusò di aver causato la pestilenza avvelenando i pozzi e cominciò a ucciderli in tutta l’Europa.
Ci sono molte prove che gli Ebrei, infatti, gettarono genti infette nei pozzi ed in altre fonti d’acqua per diffondere la peste e quindi uccidere ancor di più la popolazione Bianca.
Papa Clemente VI denunciò queste accuse contro gli Ebrei come menzogne, cercando di far credere che la peste fu mortale allo stesso modo anche in terre dove non vivevano Ebrei, nonostante questo non venne facilmente provato o smentito. Continuò a scomunicare tali genti che prendevano parte ai massacri, chiamandoli fanatici. Nonostante questo, gli Spagnoli continuarono ad uccidere gli Ebrei.
A Castiglia, nel 1391, diverse migliaia vennero massacrate. Come risultato molti Ebrei sembravano abbracciare il Cristianesimo, e vennero conosciuti come Conversos o Marranos. Così nacque una nuova classe di Ebrei “Cristiani”, alcuni dei quali sembravano sinceri, ma la maggior parte di essi, mentre partecipavano alla messa della Domenica, continuarono in segreto ad andare in Sinagoga e a mangiare cibo Kosher. Così, come “Cristiani” professati, gli Ebrei nascosti ora erano liberi dalle restrizioni imposte sui loro fratelli delle Sinagoghe, e potevano mescolarsi per matrimonio con qualunque delle famiglie a guida della Spagna. Inoltre, venne aperto loro un campo nuovo ed altamente importante, perché come “Cristiani” ora potevano diventare preti, o dedicare i loro figli alla Chiesa per mostrare la loro “lealtà” alla nuova religione, con il risultato che ai tempi di Isabella, controllavano e sfruttavano la Chiesa Cattolica in Spagna ad un livello sorprendente.
Ci furono in Spagna molti preti Cattolici che in segreto erano Ebrei e facevano scherno della Messa e dei Sacramenti che fingevano di amministrare. Un prete in particolare, per esempio, non dava mai l’assoluzione quando sentiva la confessione. Gli Spagnoli Cattolici naturalmente risentivano amaramente questi sacrilegi, e per buone ragioni diedero esclusivamente la colpa agli Ebrei per la corruzione nella chiesa. Infatti, i vecchi Cristiani, che erano gli Spagnoli, detestavano i Conversos ancor più degli Ebrei nelle Sinagoghe, che perlomeno potevano identificare. Molti di questi Conversos fecero scherno dei sacramenti, e quando si confessavano, solitamente mentivano al confessore.
Gli Ebrei avevano la Spagna sotto il loro tallone e ogni giorno derubavano e spennavano le loro vittime.
Questa era la situazione politica e religiosa in Spagna quando Isabella, all’età di dieci, venne portata alla corte del suo fratellastro, suo tutore di 26 anni. Adesso era Enrico IV, Re di Castiglia. Quando il padre di Isabella morì, Enrico ereditò il trono.
Isabella era una ragazza bellissima del pallido tipo Nordico, con capelli biondi rossicci, un mento determinato, in qualche modo troppo largo per gli altri suoi tratti, ed occhi blu in cui vi erano luci verdastre punteggiate d’oro. Ricevette una buona educazione, non diversa dalle figlie dei nobiluomini della Spagna di quel periodo. Imparò a parlare il Castigliano musicalmente e con eleganza, e a scriverlo con un tocco distinto. Studiò grammatica, retorica, pittura, poesia, storia e filosofia. Da suo padre ereditò un amore appassionato per la musica e la poesia, e dai suoi tutori, che studiarono all’Università di Salamanca, imparò molta della filosofia di Aristotele e San Tommaso d’Aquino.
Quando lei ed il suo fratello più giovane Alfonso vennero portati alla corte di Enrico IV, furono scioccato nel vedere l’immoralità ed il tradimento che si propagavano alla corte di Castiglia. Il debole e dissoluto Enrico fu una disgrazia per il suo trono ed un traditore per la Razza Bianca. L’Arcivescovo Carrillo di Toledo accusò Re Enrico come segue: “L’abominio e la corruzione di peccati così odiosi che non sono degni di essere nominati, perché corrompono la grande atmosfera, e sono una macchia sporca sulla natura umana.”
All’Arcivescovo si unirono altri nobili scontenti di Burgos nella stesura di una serie di accuse memorabili pubblicamente indirizzate al Re.
Dichiararono che le guardie More del Re ed altri a cui aveva dato potere avevano “violentato donne e corrotto e violato vergini, e uomini e ragazzi contro Natura; ed i buoni Cristiani che osavano lamentarsi venivano frustrati pubblicamente.” Accusarono il Re di aver distrutto la proprietà della classe lavoratrice Spagnola permettendo a Mori ed Ebrei di sfruttarli; di aver causato l’aumento dei prezzi irragionevolmente con lo svilimento della valuta; di aver permesso ai suoi ufficiali di praticare corruzione ed estorsione su larga scala; di essersi fatto gioco della giustizia e del governo con velenosi appuntamenti e permettendo che crimini orrendi restassero impuniti; di aver corrotto la chiesa esiliando i buoni Vescovi dai loro Seggi, sostituendoli con ipocriti e politici.
Per merito di Isabella e suo fratello, il Principe Alfonso, si crede generalmente che attraversarono la fetida atmosfera di quella orrida corte senza contaminarsi, ed uscirono con l’odio di una vita per la prevalente immoralità e tutte le sue cause, di cui riconobbero l’influenza dei Musulmani e degli Ebrei.
Ci furono molti intrighi a corte, e molte battaglie e rivoluzioni che infiammavano in tutto il regno. Il fratello di Isabella, il Principe Alfonso, era il primo nella linea di successione del trono. Tuttavia, morì all’improvviso quando ebbe quindici anni di età. Alcuni accusarono Re Enrico ed i suoi seguaci di averlo avvelenato, ma non è certo. Isabella divenne una pedina politica preziosa e molti intrighi si svilupparono per sposarla a vari alleati politici. Re Enrico tentò di far sposare la Principessa il più presto possibile a Re Alfonso V del Portogallo, che era ansioso di ottenere il consenso di Isabella. Un altro candidato al tempo fu il Duca di Guienna, fratello e erede apparente di Re Luigi XI di Francia. Altra figura determinata ed intenzionata a sposarla era un Ebreo mulatto dalla reputazione poco rassicurante che portava il nome di Don Pedro Giron che ottenne il consenso del Re. Fortunatamente mentre questo personaggio parassita era prossimo al suo obiettivo, determinato a sposare Isabella contro la sua volontà, si ammalò disperatamente e morì.
La Principessa Isabella ricevette la notizia della sua morte con lacrime di gioia e si affrettò alla cappella per rendere grazie a Dio.
Avendo sopravvissuto a tutto ciò, quando ebbe 18 anni sposò il Principe Fernando, l’erede effettivo del trono di Aragona.
Don Fernando era un giovane mascolino di un anno quasi più giovane di lei. Sulla loro unione incombeva il prospetto di unire i grandi regni di Castiglia e Aragona in una delle più potenti nazioni dell’Europa. Molti nemici, tra cui il fratellastro, Re Enrico, si opposero al prospetto di tale alleanza. Nonostante ciò, il suo matrimonio, che avvenne in segreto, divenne un fatto stabilito che Re Enrico fu incapace di annullare.
Il fratellastro di Isabella, Re Enrico, il 12 Dicembre, 1474. Tra la gioia ed il giubileo dei suoi nuovi sudditi nel mezzo di grandi feste e cerimonie, Isabella venne incoronata Regina di Castiglia il 13 Dicembre dello stesso anno. Aveva 23 anni allora, era una bellissima e maestosa figura.
Suo marito, il Principe Fernando, non era sul fianco in quel momento. Quando seppe della morte di Enrico e dell’incoronazione di sua moglie, era a Perpignano, dove era andato agli inizi dell’Autunno per salvare suo padre dalla cattura dai suoi nemici.
La Regina e suo marito avevano una stretta comprensione delle loro prerogative regali. La Regina Isabella fu la sola e suprema sovrana del Regno di Castiglia e quando Fernando venne al trono ebbe gli stessi poteri sul Regno di Aragona. Molti furono gli intrighi, le voci, le controversie tra i seguaci ed i nemici per dividere la corte in due fazioni, ma non ebbero successo. Da allora, nella maggior parte degli affari pubblici, agirono come un’unica persona, sia nel firmare i documenti, sia nelle facce di tutte le monete. “Anche se la necessità li divideva, l’amore teneva le loro volontà unite – molti tentarono di dividerli, ma furono risoluti nel non dissentire.”
Non potevano permettersi di avere differenze se desideravano compiere lo sforzo immane che li attendeva. Per tirare fuori l’ordine dall’anarchia, per ripristinare il prestigio della corona, per riprendersi dai baroni ladri garantiti illegalmente da Enrico, per sgonfiare la valuta e ripristinare la prosperità alle fattorie ed alle industrie, per risolvere il problema Ebraico, il problema Moro, il problema Conversos – questa sembrava un’impresa impossibile per una giovane donna ed un giovane uomo senza né truppe né denaro. La Francia ed il Portogallo erano loro nemici. Castiglia era in uno stato di caos.
La situazione era meravigliosamente parallela a quella che affrontò l’altro grande leader, Adolf Hitler, quando ereditò una Germania in bancarotta, divisa e distrutta nel 1933. Anch’egli, ebbe una nazione divisa dall’interno, una nazione afflitta dal problema Ebraico che doveva affrontare una moltitudine di nemici all’esterno.
Nonostante ebbe un’insolita fortuna nell’avere un marito la supportava totalmente nei suoi sforzi, la forza motrice e lo zelo crociato vennero principalmente da Isabella stessa.
Non prima che Isabella venne incoronata Regina di Castiglia la nazione venne invasa da Alfonso V, Re del Portogallo.
Fernando e Isabella ereditarono un regno senza truppe e senza finanze per acquisire un esercito. Tuttavia, i nemici di Isabella fallirono nell’affliggere il risveglio del suo genio. Per mesi visse costantemente a cavallo andando da un regno all’altro, facendo discorsi, tenendo conferenze, mantenendo corti tutta la mattina per condannare all’impiccagione alcuni ladri ed assassini, cavalcando cento miglia o di più, oltre passi di fredde montagne per implorare qualche nobile tiepido di cedergli 500 soldati. Ogni volta che andava venne mossa dalla fiamma dell’odio antico che i Castigliani avevano per i Portoghesi. Quando Fernando raccolse le truppe dalle province nord, Isabella assemblò diverse centinaia di uomini a Toledo e cavalco alla loro guida, in armatura come Santa Giovanna, per incontrare suo marito a Valladolid.
Dalla fine di Giugno, nel 1475, assemblarono un esercito ospite di 42,000 uomini, scarsamente equipaggiati e a malapena educati, molti di loro contadini e detenuti scarcerati. Forzandoli frettolosamente in 35 battaglioni, Fernando lasciò Valladolid a Luglio, e colpì a sudovest del Fiume Duero. Dopo diversi mesi e diverse battaglie in cui la guerra infuriò avanti ed indietro, Fernando mise finalmente Re Alfonso fuori rotta, mettendo così temporaneamente fine alla minaccia del Portogallo e alle pretese di Re Alfonso V sul trono di Castiglia appartenente ad Isabella.
La vittoria sul Portogallo lasciò Isabella la signora indiscussa di Castiglia, ma Castiglia era tormentata dalla carestia e dalla pestilenza, ed economicamente quasi oltre l’irreparabile. Nessuno pagava i suoi debiti e non vi era mezzo di costringerli a pagare.
Il disordine faceva il solito corso di eventi. Gli uomini pacifici non era padroni nemmeno della loro proprietà. Non potevano fare ricorso a nessuno per i furti e gli atti di violenza che subivano.
Il compito principale che affrontarono Isabella e Fernando fu in quel momento di restituire il rispetto per la legge. Per farlo, Isabella e suo marito galopparono di città in città, a volte insieme, a volte separatamente, amministrando giustizia senza ritardo e senza costo sulle persone. La giovane Regina ascoltò i lamenti, ordinò riconciliazioni e restituzioni, condannò i colpevoli a morte, e galoppò fino al luogo successivo. In breve tempo la sua giustizia riempì il paese di costernazione. Fu più terrificante perché la si sentiva come imparziale e incorruttibile. Un’enorme patto di corruzione era presente tra i ricchi nobili stessi, e, come ebbero messo in pratica in passato, offrirono alla Regina enormi somme di denaro per comprasi l’astinenza dall’applicare la sua giustizia. Ma la Regina preferì la giustizia al denaro. Per esempio, quando un ricco nobile chiamato Alvar Yanez, che aveva ucciso un notaio, offrì alla Regina un’enorme somma di 40,000 ducati affinché le risparmiasse la vita, lei empaticamente rifiutò e gli fece mozzare la testa lo stesso giorno. Per evitare il sospetto di motivi mercenari, preferì distribuire le proprietà ai suoi figli, nonostante vi erano numerosi precedenti che ne avrebbero giustificato la confisca.
Isabella e Fernando furono gli unici troppo consci del fatto che i Maomettani, che occupavano la metà sud della Spagna, stavano assemblando forze per invadere e conquistare la metà settentrionale della nazione divisa. Furono anche troppo consci che le loro stesse forze erano sparpagliate, divise, e pietosamente deboli per affrontare una tale invasione. Sapeva che vi erano altri prerequisiti primari che andavano corretti prima che la nazione potesse essere unita abbastanza da poter affrontare una tale invasione. La chiesa stessa era completamente corrotta e gestita da Ebrei Conversos che furono in posizioni chiave da diffondere anarchia e confusione durante ogni sforzo in sviluppo. Il suo fratellastro, Re Enrico, aveva dato via e rinunciato a così tante terre della corona che i ricavi erano quasi inesistenti per rinforzare il tesoro reale. Loro, quindi, sentirono che due ulteriori passi erano necessari, per quanto fossero duri, per unificare il paese e rafforzare la suprema autorità della Corona.
Poiché la Chiesa Cattolica esercitava tremendo potere sulla Spagna durante il 15° secolo, il Re e la Regina sapevano che dovevano liberare la gerarchia della chiesa dagli ingannevoli e perfidi Ebrei Conversos che si fingevano Cristiani, ma pronti a vendere la chiesa e ed il loro paese ai Maomettani alla prima occasione che si sarebbe presentata.
Decisero di istituire l’Inquisizione, e di ripulire una volta per tutta la chiesa da questo gruppo alieno che non era né Spagnolo né Cristiano.
Isabella capì che prima di poter affrontare i Mori al Sud doveva occuparsi dei nemici all’interno della sua nazione. Tra i suoi nemici non vi erano solo gli Ebrei nelle Sinagoghe, ma anche gli Ebrei nascosti, i Conversos, che avevano infiltrato la gerarchia ecclesiastica. Sapeva che in primo luogo erano gli Ebrei ad aver invitato i Maomettani nel paese, e che vennero sempre considerati nemici dall’interno dei cancelli, simpatizzando, e spesso aiutando, gli odiati Mori.
Essendosi assicurati in segreto due anni prima dal Papa il permesso di stabilire l’Inquisizione, lei e Fernando iniziarono a fare sul serio.
Gli Ebrei non avevano solo corrotto e contaminato la Chiesa Cattolica stessa, ma avevano anche creato e diffuso l’eresia Albigese. Questa eresia insegnava e praticava il suicidio come principio, ed i seguaci spesso soffocavano o affamavano i loro malati, arrivando anche a mettere a morte gli infanti. Qui possiamo vedere un altro insegnamento originato dagli Ebrei che arriverebbe a reprimere e distruggere la Razza Bianca.
Fu per rispondere alle domande degli Albigesi che l’Inquisizione venne inizialmente stabilita. L’Inquisizione stessa non condannò mai a morte nessuno. L’inquisitore si recava in una determinata città e chiamava tutti gli eretici a confessare entro un tempo limite, solitamente entro 30 giorni. Coloro che facevano ciò venivano trattati con clemenza. Se un prigioniero era colpevole e si rifiutava di abiurare veniva ceduto agli inquisitori di stato, che poi processavano contro di lui come traditore. In pratica circa due persone su cento accusati vennero messi a morte. Alcuni vennero imprigionati. Alcuni vennero liberati. La tortura venne usata come ultima risorsa, ma vennero effettuati sforzi per restringerne l’uso.
Nel frattempo, divenne evidente che i Maomettani stessero facendo un determinato tentativo di conquistare tutta l’Europa.
Nel 1479 Maometto II, il Grande Turco, avanzò via mare per gettare i rifiuti sull’isola di Rodi. Quando l’anno successivo nel 1480 i Cavalieri di San Giovanni a Rodi respinsero Maometto II, quest’ultimo gettò tutta l’Europa nella costernazione assaltando le spiagge di Napoli. Dei 22,000 abitanti, i barbari legarono 12,000 con le corde, e così indifesi, li misero a morte con torture terribili. Uccisero tutti i preti della città. Su una collina fuori dalla città, conosciuta oggi come Collina dei Martiri, fecero a pezzi molti prigionieri che rifiutarono di diventare Maomettani, e gettarono i loro cadaveri in pasto ai cani.
L’apatia dei principi Italiani era incredibile. Privi di determinazione e controllati dagli usurai Ebraici, rimasero disuniti e completamente impotenti. Per esempio, il Re di Napoli era in guerra con Firenze, e suo figlio Alfonso, il Duca di Calabria, era 150 leghe più avanti in Toscana a combattere la guerra Toscana. E fu così che andò.
Il panico iniziò a diffondersi sui regni Spagnoli. Gli uomini si chiedevano cosa sarebbe potuto accadere se i Turchi arrivassero da oriente ed i Mori di Granada avessero preso offensiva dal sud contro l’Andalusia. Castiglia era senza ombra di dubbio sull’orlo di una guerra, ed era una guerra nella quale avrebbe avuto bisogno di ogni briciolo della sua forza. E vi erano ancora i nemici nascosti all’interno delle sue porte – nemici che si erano arricchiti sulle sue ricchezze in passato e avevano mostrato un’ovvia simpatia con gli odiati e temuti Maomettani. Questi nemici erano gli Ebrei Conversos di Castiglia, una nazione dentro una nazione.
Gli sbarchi dei Turchi in Italia avevano segnato la condanna dei Conversos.
Le prime procedure dell’Inquisizione a Castiglia vennero tenute il 6 Febbraio 1481. Lo stesso periodo in cui la Peste Bubonica infuriava in Spagna.
I Conversos adesso erano completamente allarmati, ed iniziarono infine a fuggire da Siviglia. Diversi dei più potenti Conversos si incontrarono nella Chiesa Cattolica di San Salvador per discutere su come proteggersi. Preti Cattolici, frati, magistrati, ufficiali di governo – tutti di origine Ebraica e nemici segreti della Chiesa Cattolica della Spagna stessa – erano presenti.
Diego de Susan, un Rabbino, la cui fortuna si stimava fosse di 10 milioni di maravedì, chiese in un discorso feroce di resistere all’inquisizione con la forza. Sapevano di avere in mano il potere principale della città e decisero di assemblare un esercito, e di uccidere i loro nemici e quindi riscattare loro stessi. Per un colpo di fortuna, Isabella scoprì questo complotto. I capi cospiratori vennero catturati. Susan ed i suoi ricchi complici vennero messi a processo di fronte ad una giuria di legali. Diversi di loro confessarono e gli venne imposta la penitenza, mentre sei dei capi del circolo vennero dichiarati eretici impenitenti e vennero ceduti dagli inquisitori agli ufficiali laici della città. I sei cospiratori impenitenti vennero portati fuori le mura della città, legati ai pali e bruciati. L’esecuzione di Susan avvenne tre giorni dopo.
Migliaia di Conversos fuggirono così nel panico in tutte le direzioni, alcuni in Portogallo, alcuni in Italia, dove gli Ebrei nei periodi di persecuzione non fallirono mai nel cercare la protezione nel Papa.
Ed avvenne di città in città. Anche gli inquisitori rimasero stupefatti nello scoprire che una larga percentuale di Conversos vennero ingaggiati nel minare la chiesa stessa a cui avevano professato alleanza e negli intrighi e complotti contro la corona e la nazione stessa.
Accuse grossamente esagerate sull’Inquisizione Spagnola sono circolate negli ultimi cinque secoli da parte di autori ostili alla Spagna ed alla Chiesa Cattolica. La verità sembra essere che in tutto il regno di Isabella circa 2000 persone, non solo Ebrei nascosti, ma bigami, bestemmiatori, ladri delle chiese, finti mistici, e altri trasgressori venivano bruciati. L’opinione pubblica approvava certamente l’Inquisizione, ed Isabella stessa ne parlava sempre con orgoglio.
Gli scrittori Ebraici degli ultimi cinque secoli che hanno dominato la nostra letteratura hanno accusato Isabella di aver portato il decadimento intellettuale in Spagna per via dell’Inquisizione. Questa, ovviamente, è una grande menzogna. La vita intellettuale in Spagna mai fu ancora più vigorosa dal secolo in cui stabilì l’Inquisizione. Fu il periodo di tre grandi poeti, Cervantes, Lope de Vega e Calderon, l’eta d’oro della sua letteratura. Fu il periodo in cui le scuole e le università più fini vennero stabilite, mentre studenti stranieri venivano in Spagna e furono onorati, e la medicina e le altre scienze ebbero notevoli progressi. Mai il commercio e l’industria furono così prosperosi, e mai l’ordine fu così mantenuto in patria ed ed il prestigio all’estero così alto come nel 16° secolo quando la Spagna divenne capo di un nuovo impero che sovrastava tutta l’Europa e le Americhe. Non vi è alcun dubbio che la causa principale di questo grande risorgimento della Spagna fu la sua (parziale) pulizia della pestilenza Ebraica dal mezzo.
La ripulita interna della patria non avvenne troppo presto. I Maomettani erano determinati a conquistare tutta l’Europa. Quell’astuto Moro, Muley Abou’l Hassan, Musulmano capo di Granata, aveva invaso la città di Zahara a Natale, 1482, ed era a 15 miglia sudest da Siviglia. Che piacesse ad Isabella o no, stava affrontando la più grande crisi della sua vita e com’era tipico di lei, era determinata a combattere.
Isabella era adesso decisa a mettere fine al dominio dei Mori nel sud, non importava ci avrebbe messo. Ciò che tutti i buoni re di Castiglia sognavano di fare, ciò che suo padre fallì, e deboli come Enrico, si rifiutarono di fare, propose, con l’aiuto del suo sposo Fernando, di compiere. Il Re avrebbe guidato gli Spagnoli nella crociata, e lei, nella sua magnifica carica a trent’anni, avrebbe reclutato agenti, commissari, compratori di munizioni, infermiere di campo e uffici di propaganda, il tutto in un’unica azione.
Non è nel mio scopo recensire gli eventi sanguinosi della guerra che seguì per i prossimi dieci anni. Vi furono molte sconfitte scoraggianti e molti momenti in cui era sull’orlo della disperazione. Infatti, la conseguente guerra era di una natura tale che avrebbe distrutto lo spirito di molti, ma con la sua determinazione di ferro ha continuato a perseguire la guerra senza tregua. Allo stesso tempo faceva pressione sulla campagna contro gli Ebrei Conversos. Ma per l’Inquisizione ed i suoi fondi, il proseguimento della guerra sarebbe stato vano.
Questa fu la nuova era della polvere da sparo e dei cannoni. Per combattere questa guerra, sarebbe stata necessaria l’artiglieria pesante, e quella doveva provenire dalla Francia, dalla Germania e dall’Italia. Fece solo il possibile, confiscando le proprietà degli Ebrei Conversos, utilizzò i ricavi per comprare le munizioni di guerra ed altri rifornimenti necessari per la guerra contro i Mori.
Non solo fece guerra contro gli infidi Conversos e gli aggressivi Mori, ma al momento in cui la vittoria contro i Mori era compiuta ella aveva partorito il suo quinto figlio. Inoltre durante questi anni di guerra Isabella iniziò a studiare Latino, così da poter comprendere diplomatici stranieri senza bisogno di dipendere da interpreti.
Il coraggio, lo zelo e la determinazione di Isabella e del suo sposo finalmente li ripagò. Dopo dieci anni la guerra era finita ed il 2 Gennaio 1492, il capo Moro Boabdil venne, cedette Granata e le chiavi della città a Re Fernando, che in cambio le diede alla Regina, che le passò al suo figlio maggiore, il Principe Giovanni. Presentata la croce argentea della crociata apparsa sull’alta torre della città di Granata con la bandiera di Santiago accanto fu la prima volta che la Razza Bianca governò la città di Granata in 770 anni.
L’anno 1492 fu un grande anno per la Spagna, per Isabella, e per la Razza Bianca. Fu l’anno in cui i Mori vennero scacciati dalla Spagna. Fu l’anno in cui Cristoforo Colombo, sotto l’auspicio del Re Fernando e della Regina Isabella, partì per un nuovo mondo e scoprì l’America. Fu anche l’anno in cui la coppia reale della Spagna decise di liberare il paese dall’altra parte dell’infido nemico – gli Ebrei delle Sinagoghe.
Istituendo l’Inquisizione, Isabella si era preoccupata principalmente di proteggere la Chiesa Cattolica e di cacciare gli Ebrei nascosti dalla gerarchia e dall’appartenenza alla chiesa. In gran parte ebbe successo. Tuttavia, ciò non ebbe successo sugli Ebrei delle Sinagoghe, sopratutto, gli Ebrei rimasti fedeli alla fede Ebraica. Scoprì che stavano ancora incantando la nazione su larga scala, tradendo la Spagna per i Mori ed i Musulmani ad ogni occasione, ed erano ancora in possesso di somme tremende di denaro e potere, il tutto ai danni del suo amato paese. Non solo, ma continuavano a mescolare i nuovi Ebrei Converos a commettere sacrilegio e offesa contro la chiesa.
Bernaldez, lo storico Spagnolo dell’epoca, scrive sugli Ebrei: “Loro, gli Ebrei, vivono principalmente in grandi città, nelle più ricche e fertili terre-E tutti quanti erano mercanti e venditori, e avevano il controllo del privilegio sulle tasse ed erano amministratori di manieri, sarti, calzolai, commercianti di pelle, curatori, tessitori, spezierai, venditori ambulanti, gioiellieri, ed avevano altre occupazioni simili. Non hanno mai lavorato il terreno, né furono lavoratori, né carpentieri, né muratori; ma cercavano tutti occupazioni facili e metodi per far soldi col minimo sforzo. Erano genti astute…”
Fernando e Isabella che gli Ebrei erano la rovina della Spagna e che nulla avrebbe rimosso la radice dei guai se non l’esiliarli dal regno. L’ultimo giorno di Marzo, nel 1492, emisero un editto che ordinava a tutti gli Ebrei di lasciare subito o prima del primo di Luglio, senza portarsi dietro oro, argento, o denaro coniato. Il 2 Agosto, il giorno prima che Colombo salò per l’America, gli Ebrei dovettero andarsene a meno che si facessero battezzare e si convertissero al Cristianesimo.
Circa 160,000 Ebrei sembravano aver lasciato la Spagna. Alcuni salparono per Cartagena, in Africa ed altri andarono ad Arcillà e da lì a Fez nelle regioni More dell’Africa. Altri procedettero fino al Portogallo e dovettero pagare una grossa somma, per entrare.
Alcuni si recarono a Navarra, in Francia, altri si spinsero fino ai Balcani. Alcuni tornarono a Castiglia e vennero battezzati. Lì rimase, tuttavia un grosso numero persone di discendenza Ebraica, probabilmente molti dai tre ai quattro milioni, che vennero battezzato come Cristiani.
Molti vennero accettati da Papa Alessandro VI come profughi a Roma. Sembra che gli Ebrei abbiano sempre contato sul Papa per salvarsi il collo quando la situazione diventava intollerabile nelle nazioni che hanno devastato. Ciò non è strano dato che gli Ebrei hanno inventato il Cristianesimo in primo luogo, e senza ogni dubbio, controllarono il Papato di Roma nei secoli che seguirono. Loro hanno, infatti, un solido controllo della Chiesa Cattolica oggi, usandolo come strumento per smussare e pervertire gli istinti nativi salutari della Razza Bianca. Per il suo supporto e l’aiuto degli Ebrei al suo tempo.
Papa Alessandro VI, che era nato in Spagna, veniva completamente chiamato nel suo paese natio come “Il Marrano” o “L’Ebreo”.
La Regina Isabella visse per altri dodici anni dopo lo storico 1942. Ma se non fosse stato per lei è molto probabile che l’Europa sarebbe stata invasa dai Musulmani neri dell’Africa ed oggi sarebbe stata abitata da una razza di mulatti bastardizzati; Il suo genio, il suo zelo, e la sua determinazione si ergono come faro per tutti i membri della Razza Bianca, sia uomini che donne, da esaltare ed emulare. Abbiamo molto da imparare dalla storia delle sue fatiche, sia da ciò che compì, da ciò in cui fallì, e gli errori che fece.
I suoi traguardi sono una vasta ispirazione per tutti i membri della Razza Bianca e possiamo essere tremendamente grati per questa grande donna. La storia della sua vita prova a noi che quando la nostra Razza Bianca sembra aver raggiunto il limite, quando gli Ebrei hanno completamente distrutto ogni briciolo di decenza e corrotto il governo, la nazione, e tutte le altre istituzioni, e quando le cose sembrano disperate e senza speranza, la volontà, il genio, e la determinazione di una singola persona, può in una vita, cambiare la situazione da uno dei più grandi abissi della disperazione ad uno di grandiosità, orgoglio e prosperità. Abbiamo visto come la Spagna fu tormentata dal crimine, dalla divisione interna, dalla carestia, dalla pestilenza, e direttamente minacciata dai suoi nemici all’interno, ed anche priva dei suoi confini. Abbiamo visto come la corruzione ha eroso la nazione dall’ufficio più alto del terreno, al trono, fino al più inferiore borgomastro nel villaggio. Abbiamo visto come i Mori neri dell’Africa conquistarono ed usurparono il sud della Spagna e minacciavano, non solo il resto della Spagna, ma di tutta l’Europa.
Al 23° anno di età la Regina Isabella difficilmente avrebbe potuto affrontare una situazione più impotente e disperata. Nonostante ciò, nei successivi 20 anni del suo regno, per la sua volontà indomabile, il suo coraggio e la sua determinazione, sconfisse tutti questi mali. Li superò e riportò la Spagna non solo alla sua più grande grandezza del passato, ma portò la Spagna a nuove altezze mai viste.
Non solo la Spagna raggiunse il suo più grande splendore nella storia durante il regno di Isabella all’epoca, ma continuò fino al secolo successivo, parzialmente liberata dagli Ebrei, divenne una delle più grandi potenze d’Europa, costruì un potente impero nel Nuovo Mondo, e portò la sua arte, la sua letteratura ed il suo commercio a vette mai raggiunte finora da altre nazioni Europee.
Abbiamo molto da imparare anche dai suoi errori. Il suo più grande errore fu la devozione alla religione Cristiana invece della comprensione della sua grande eredità razziale. Fu in grado di compiere ciò che fece, non per via delle regole della sua religione, ma per via della qualità del sangue che scorreva nelle sue vene reali. A causa della sua dipendenza dal Cristianesimo permise al Papato dominato dagli Ebrei di ostacolare la sua determinazione nel prendere le misure necessarie per liberare il paese dalla pestilenza Ebraica. Ed in tale quesito fece l’errore fatale di considerare gli Ebrei una religione piuttosto che la razza parassita quale sono. Fece l’errore fatale di permettere loro di professare ingannevolmente il Cristianesimo e nel cercare di convertirli, invece di eliminarli dalla nazione. Fece anche il triste errore di permettere ai Mori, dopo che furono conquistati, di rimanere in Spagna, provando a convertirli al Cristianesimo, o permettendogli di diventare “pacifici” cittadini del suo paese.
Ciò che avrebbe dovuto fare era cacciarli tutti fino all’ultimo oltre il Mediterraneo e rispedirli in Africa così che né allora, né nelle generazioni future, avrebbero inquinato il sangue della Spagna. Fece l’errore imperdonabile di permettere a tre o quattro milioni di Ebrei, che professavano il Cristianesimo in maniera ingannevole, ma rimasero segretamente Ebrei nel cuore, di restare in Spagna. Avrebbe dovuto sterminare completamente il problema Ebraico facendo agli Ebrei che rimasero Conversos lo stesso che veniva fatto ai confermati colpevoli dall’Inquisizione, o di cacciarli dal regno.
Avendo il potere e lo slancio per epurare e ripulire la nazione da questi insidiosi elementi alieni, gli Ebrei ed i Mori, avrebbe dovuto svolgere il lavoro completamente e accuratamente. Come fu, permise a milioni di questi Semiti, sia Mori che Ebrei, di restare nel suo paese e di contaminare ed inquinare il sangue della razza Spagnola più di quanto lo era già. Per secoli gli Spagnoli hanno dovuto pagare un grosso prezzo e la Spagna stessa di oggi è abitata da una razza meticciata con pesanti contaminazioni More ed Ebraiche che fluiscono nelle vene della sua gente. Da ciò non potrà mai riprendersi.
Nonostante la loro finta conversione, gli Ebrei rimasero Ebrei, rimanendo lì per sempre a cospirare coi nemici della Spagna. Con l’aiuto degli Ebrei dell’Inghilterra e della Francia e di altre nazioni, tentarono nei pochi secoli successivi cercarono di soffocare il commercio e l’espansione della Spagna più che poterono, ed in numerosi casi, la tradirono segretamente coi suoi nemici tramite i vitigni Ebraici.
Per darle merito, tuttavia, bisogna dire di Isabella che fu lei a causare queste condizioni. Gli Ebrei avevano infestato pesantemente la Spagna da più di diversi secoli prima che salì al trono. I Musulmani avevano già invaso la Spagna molti secoli ancor prima che fosse nata, ed occupava ancora metà della Spagna al tempo in cui venne incoronata Regina. Ma se non fosse stato per la sua determinazione ed il suo zelo, essi avrebbero causato un ulteriore degenerazione grave alla Spagna e avrebbero indubbiamente aiutato gli Arabi e i Musulmani ad impadronirsi del resto della Spagna, e molto probabilmente, tutta l’Europa. Dietro l’ombra del dubbio, questa grande Regina rimandò indietro e rallentò l’avanzata Ebraica ed Islamica di molti secoli.
Sopratutto, e di questo dobbiamo prendere nota, ha provato noi tutti cosa può fare una persona Bianca determinata; con zelo e determinazione, con organizzazione e guida, i poteri Ebraici possono essere distrutti. Fece ciò durante la sua vita, come Adolf Hitler fece durante la sua. Che questo sia di tremenda ispirazione per tutti noi. Facciamo altrettanto nel nostro tempo, nella nostra generazione.
Gentile Heroes fighting for our Heritage against Islamic Jew
Eroi Gentili che che combattono per la nostra eredità contro l'Ebreo Islamico
https://whitedeathofislam.deathofcommunism.com/gentile-heroes/
Tradotto da:
Queen Isabella - the Inspired Crusader
https://whitedeathofislam.deathofcommunism.com/queen-isabella-the-inspired-crusader/
La Regina Isabella - la Crociata Ispirata
da Ben Klassen
dalla Religione eterna della natura
Parte 2 – Salvezza
Il nostro debito alla grande Regina di Castiglia e Lione è difficile da misurare, ma in ogni caso, è fenomenale. La notevole donna possedeva alcune delle più raffinate qualità di cui possiamo esser fieri siano caratteristiche della nostra grande Razza Bianca. Anche da bambina lei era dotata di una serena autosufficienza ed una maestosa presenza. Non c’è da sorprendersi che discendeva da Alfredo il Grande, Guglielmo il Conquistatore, i re Plantageneti dell’Inghilterra, San Luigi, Re di Francia, e San Fernando, Re di Castiglia. Come i suoi antenati, Guglielmo il Conquistatore ed Enrico II, era posseduta da una volontà di ferro, che, una volta scelto l’obiettivo, non lo metteva facilmente da parte. Le piaceva ascoltare, più che parlare; e quando parlava, lo faceva brevemente e fino al punto.
Per comprendere i tremendi traguardi di questa insolita donna, ed il ruolo tremendo che svolse nel cambiare il destino nel corso della storia, è importante comprendere i tempi in cui visse. E’ anche importante comprendere i diversi secoli che precedettero il suo regno ed il pericoli che i Mori Maomettani e gli Ebrei non misero solo sulla Spagna, ma su tutta l’Europa Bianca.
Abbiamo già considerato in una capitolo precedente di come gli Ebrei furono strumentali nel creare e promuovere una nuova religione tra gli Arabi e di come nella loro diabolica astuzia stessero pianificando di saldare un potente impero Islamico e di utilizzare questo ariete per invadere, conquistare e distruggere l’Europa Bianca. Dopo che i Musulmani, con la forza della spada, conquistarono e convertirono le tribù Arabe dalle sponde Nord dell’Africa fino ai cancelli di Gibilterra, furono gli Ebrei Spagnoli ad invitarli ad attraversare fino alla Spagna. Quando i Saraceni arrivarono infine nel 709, come istigazione degli Ebrei Africani, furono gli Ebrei Spagnoli ad essere in grado di aprire le porte ai conquistatori, e vennero ricompensati diventando governatori di Granada, Siviglia e Cordova. Nel nuovo stato Islamico, gli Ebrei ottennero una brillante altezza di prosperità ed influenza.
Ciò che gli Ebrei riuscirono a compiere anche dopo che vennero scoperti cospirare di portare gli Arabi dall’Africa per rovesciare il Regno Goto (in seguito Spagna) anche dopo che furono condannati alla schiavitù, e anche dopo che vennero repressi dalle deposizioni dello stretto codice Visigoto. A dispetto di tutto prosperarono, e dagli inizi dell’ottavo secolo furono talmente ricchi e potenti in tutte le città principali di Spagna che furono in grado di tradire quello sfortunato paese e continuare ad aprire ulteriormente le porte ai fanatici invasori Mori.
La graduale riconquista della penisola stessa da parte degli Spagnoli Bianchi non disturbò particolarmente gli Ebrei. Quando San Fernando riprese Siviglia nel 1224, fu abbastanza sciocco da cedere quattro moschee dei Mori e convertirle in sinagoghe; permise loro una della più piacevoli sezioni della città per le loro case, e chiese solo che si astenessero dall’insultare la religione Cristiana e dall’ottenere convertiti dai Cristiani.
Gli Ebrei non osservarono nessuna di queste condizioni, ovviamente, nonostante diversi re venuti dopo, sopratutto quelli bisognosi di denaro, gli mostrarono grandi favori, e Alfonso VIII fece di un Ebreo il suo tesoriere.
Qui possiamo vedere l’eterna sciocca debolezza dei Re Bianchi, volenterosi nel collaborare coi loro nemici mortali, gli Ebrei, e dargli poteri finanziari per raccogliere le tasse dei loro soggetti. Vediamo questa stessa malattia in America – nell’ultimo decennio quando noi stessi abbiamo avuto due Ebrei come Direttori dei Ricavi Interni – uno col nome di Cohen ed uno col nome di Kaplan.
Verso la fine del 13° secolo gli Ebrei erano così potenti in Spagna che avevano quasi messo fine alla Riconquista Spagnola dei Mori. In tutta la Spagna devono esserci stati tra i quattro e i sei milioni di ebrei in una popolazione totale dai 25 ai 30 milioni, in altre parole dal 15 al 20 la percentuale era approssimativamente di Ebrei. Ci fu, ulteriormente, in questo periodo un programma di sovversione della dottrina Cristiana da un gruppo chiamato Albigesi, una setta (creata ancora dagli ebrei) che insegnò l’autodistruzione ed il suicidio come credo – un’ulteriore perversione al cervello per accelerare la distruzione della Razza Bianca. Anche alcuni non-ebrei si dovettero circoncidere per insegnare liberamente (come Ebrei) questa dottrina per cui sarebbero stati puniti come Cristiani.
Inoltre, la Chiesa Cattolica ha sempre riguardato scioccamente l’usura come un peccato, lasciando il campo del prestito di denaro agli Ebrei, che aveva come mezzo un monopolio come gli unici banchieri e prestatori. Poco a poco il capitale ed il commercio del paese passarono nelle loro mani. Generalmente aggravavano il 20 percento di interessa ad Aragona ed il 33-1/3 percento a Castiglia. Durante la carestia del 1326 chiesero il 40 percento d’interesse sul denaro prestato alla città di Cuenca per comprare il grano. I cittadini con le tasse da pagare, il contadino senza denaro per comprare il grano per la sua piantagione, e il borgomastro tenuto per riscatto dal barone rapinatore, rivoltosi per disperazione agli usurai Ebrei, e divenuto loro schiavo economico. Prestando soldi ai re, gli Ebrei acquisirono anche controllo del governo. La gente comune li detestava perché acquisivano spesso dal Re il privilegio della tassazione, e strappavano senza pietà tutto il denaro che potevano dagli sfortunati cittadini.
Ora ed allora gli Spagnoli reagivano in una buona maniera istintiva. Quando le cose andavano troppo disperatamente i cittadini si rivoltavano e massacravano un buon numero di Ebrei.
Nella maggior parte dei casi il Papa venne a difesa degli Ebrei e fece il possibile per fermare i cittadini dal massacrare gli Ebrei nella loro giusta indignazione – prova ulteriore che il Cristianesimo era Ebreo nella sua istigazione e continua ed essere Ebreo nel suo controllo dal dominio centrale del Papa stesso.
Quando la Peste Nera uccise metà della popolazione dell’Europa in due anni, gli Ebrei soffrirono peggio del resto, poiché il popolo disperato li accusò di aver causato la pestilenza avvelenando i pozzi e cominciò a ucciderli in tutta l’Europa.
Ci sono molte prove che gli Ebrei, infatti, gettarono genti infette nei pozzi ed in altre fonti d’acqua per diffondere la peste e quindi uccidere ancor di più la popolazione Bianca.
Papa Clemente VI denunciò queste accuse contro gli Ebrei come menzogne, cercando di far credere che la peste fu mortale allo stesso modo anche in terre dove non vivevano Ebrei, nonostante questo non venne facilmente provato o smentito. Continuò a scomunicare tali genti che prendevano parte ai massacri, chiamandoli fanatici. Nonostante questo, gli Spagnoli continuarono ad uccidere gli Ebrei.
A Castiglia, nel 1391, diverse migliaia vennero massacrate. Come risultato molti Ebrei sembravano abbracciare il Cristianesimo, e vennero conosciuti come Conversos o Marranos. Così nacque una nuova classe di Ebrei “Cristiani”, alcuni dei quali sembravano sinceri, ma la maggior parte di essi, mentre partecipavano alla messa della Domenica, continuarono in segreto ad andare in Sinagoga e a mangiare cibo Kosher. Così, come “Cristiani” professati, gli Ebrei nascosti ora erano liberi dalle restrizioni imposte sui loro fratelli delle Sinagoghe, e potevano mescolarsi per matrimonio con qualunque delle famiglie a guida della Spagna. Inoltre, venne aperto loro un campo nuovo ed altamente importante, perché come “Cristiani” ora potevano diventare preti, o dedicare i loro figli alla Chiesa per mostrare la loro “lealtà” alla nuova religione, con il risultato che ai tempi di Isabella, controllavano e sfruttavano la Chiesa Cattolica in Spagna ad un livello sorprendente.
Ci furono in Spagna molti preti Cattolici che in segreto erano Ebrei e facevano scherno della Messa e dei Sacramenti che fingevano di amministrare. Un prete in particolare, per esempio, non dava mai l’assoluzione quando sentiva la confessione. Gli Spagnoli Cattolici naturalmente risentivano amaramente questi sacrilegi, e per buone ragioni diedero esclusivamente la colpa agli Ebrei per la corruzione nella chiesa. Infatti, i vecchi Cristiani, che erano gli Spagnoli, detestavano i Conversos ancor più degli Ebrei nelle Sinagoghe, che perlomeno potevano identificare. Molti di questi Conversos fecero scherno dei sacramenti, e quando si confessavano, solitamente mentivano al confessore.
Gli Ebrei avevano la Spagna sotto il loro tallone e ogni giorno derubavano e spennavano le loro vittime.
Questa era la situazione politica e religiosa in Spagna quando Isabella, all’età di dieci, venne portata alla corte del suo fratellastro, suo tutore di 26 anni. Adesso era Enrico IV, Re di Castiglia. Quando il padre di Isabella morì, Enrico ereditò il trono.
Isabella era una ragazza bellissima del pallido tipo Nordico, con capelli biondi rossicci, un mento determinato, in qualche modo troppo largo per gli altri suoi tratti, ed occhi blu in cui vi erano luci verdastre punteggiate d’oro. Ricevette una buona educazione, non diversa dalle figlie dei nobiluomini della Spagna di quel periodo. Imparò a parlare il Castigliano musicalmente e con eleganza, e a scriverlo con un tocco distinto. Studiò grammatica, retorica, pittura, poesia, storia e filosofia. Da suo padre ereditò un amore appassionato per la musica e la poesia, e dai suoi tutori, che studiarono all’Università di Salamanca, imparò molta della filosofia di Aristotele e San Tommaso d’Aquino.
Quando lei ed il suo fratello più giovane Alfonso vennero portati alla corte di Enrico IV, furono scioccato nel vedere l’immoralità ed il tradimento che si propagavano alla corte di Castiglia. Il debole e dissoluto Enrico fu una disgrazia per il suo trono ed un traditore per la Razza Bianca. L’Arcivescovo Carrillo di Toledo accusò Re Enrico come segue: “L’abominio e la corruzione di peccati così odiosi che non sono degni di essere nominati, perché corrompono la grande atmosfera, e sono una macchia sporca sulla natura umana.”
All’Arcivescovo si unirono altri nobili scontenti di Burgos nella stesura di una serie di accuse memorabili pubblicamente indirizzate al Re.
Dichiararono che le guardie More del Re ed altri a cui aveva dato potere avevano “violentato donne e corrotto e violato vergini, e uomini e ragazzi contro Natura; ed i buoni Cristiani che osavano lamentarsi venivano frustrati pubblicamente.” Accusarono il Re di aver distrutto la proprietà della classe lavoratrice Spagnola permettendo a Mori ed Ebrei di sfruttarli; di aver causato l’aumento dei prezzi irragionevolmente con lo svilimento della valuta; di aver permesso ai suoi ufficiali di praticare corruzione ed estorsione su larga scala; di essersi fatto gioco della giustizia e del governo con velenosi appuntamenti e permettendo che crimini orrendi restassero impuniti; di aver corrotto la chiesa esiliando i buoni Vescovi dai loro Seggi, sostituendoli con ipocriti e politici.
Per merito di Isabella e suo fratello, il Principe Alfonso, si crede generalmente che attraversarono la fetida atmosfera di quella orrida corte senza contaminarsi, ed uscirono con l’odio di una vita per la prevalente immoralità e tutte le sue cause, di cui riconobbero l’influenza dei Musulmani e degli Ebrei.
Ci furono molti intrighi a corte, e molte battaglie e rivoluzioni che infiammavano in tutto il regno. Il fratello di Isabella, il Principe Alfonso, era il primo nella linea di successione del trono. Tuttavia, morì all’improvviso quando ebbe quindici anni di età. Alcuni accusarono Re Enrico ed i suoi seguaci di averlo avvelenato, ma non è certo. Isabella divenne una pedina politica preziosa e molti intrighi si svilupparono per sposarla a vari alleati politici. Re Enrico tentò di far sposare la Principessa il più presto possibile a Re Alfonso V del Portogallo, che era ansioso di ottenere il consenso di Isabella. Un altro candidato al tempo fu il Duca di Guienna, fratello e erede apparente di Re Luigi XI di Francia. Altra figura determinata ed intenzionata a sposarla era un Ebreo mulatto dalla reputazione poco rassicurante che portava il nome di Don Pedro Giron che ottenne il consenso del Re. Fortunatamente mentre questo personaggio parassita era prossimo al suo obiettivo, determinato a sposare Isabella contro la sua volontà, si ammalò disperatamente e morì.
La Principessa Isabella ricevette la notizia della sua morte con lacrime di gioia e si affrettò alla cappella per rendere grazie a Dio.
Avendo sopravvissuto a tutto ciò, quando ebbe 18 anni sposò il Principe Fernando, l’erede effettivo del trono di Aragona.
Don Fernando era un giovane mascolino di un anno quasi più giovane di lei. Sulla loro unione incombeva il prospetto di unire i grandi regni di Castiglia e Aragona in una delle più potenti nazioni dell’Europa. Molti nemici, tra cui il fratellastro, Re Enrico, si opposero al prospetto di tale alleanza. Nonostante ciò, il suo matrimonio, che avvenne in segreto, divenne un fatto stabilito che Re Enrico fu incapace di annullare.
Il fratellastro di Isabella, Re Enrico, il 12 Dicembre, 1474. Tra la gioia ed il giubileo dei suoi nuovi sudditi nel mezzo di grandi feste e cerimonie, Isabella venne incoronata Regina di Castiglia il 13 Dicembre dello stesso anno. Aveva 23 anni allora, era una bellissima e maestosa figura.
Suo marito, il Principe Fernando, non era sul fianco in quel momento. Quando seppe della morte di Enrico e dell’incoronazione di sua moglie, era a Perpignano, dove era andato agli inizi dell’Autunno per salvare suo padre dalla cattura dai suoi nemici.
La Regina e suo marito avevano una stretta comprensione delle loro prerogative regali. La Regina Isabella fu la sola e suprema sovrana del Regno di Castiglia e quando Fernando venne al trono ebbe gli stessi poteri sul Regno di Aragona. Molti furono gli intrighi, le voci, le controversie tra i seguaci ed i nemici per dividere la corte in due fazioni, ma non ebbero successo. Da allora, nella maggior parte degli affari pubblici, agirono come un’unica persona, sia nel firmare i documenti, sia nelle facce di tutte le monete. “Anche se la necessità li divideva, l’amore teneva le loro volontà unite – molti tentarono di dividerli, ma furono risoluti nel non dissentire.”
Non potevano permettersi di avere differenze se desideravano compiere lo sforzo immane che li attendeva. Per tirare fuori l’ordine dall’anarchia, per ripristinare il prestigio della corona, per riprendersi dai baroni ladri garantiti illegalmente da Enrico, per sgonfiare la valuta e ripristinare la prosperità alle fattorie ed alle industrie, per risolvere il problema Ebraico, il problema Moro, il problema Conversos – questa sembrava un’impresa impossibile per una giovane donna ed un giovane uomo senza né truppe né denaro. La Francia ed il Portogallo erano loro nemici. Castiglia era in uno stato di caos.
La situazione era meravigliosamente parallela a quella che affrontò l’altro grande leader, Adolf Hitler, quando ereditò una Germania in bancarotta, divisa e distrutta nel 1933. Anch’egli, ebbe una nazione divisa dall’interno, una nazione afflitta dal problema Ebraico che doveva affrontare una moltitudine di nemici all’esterno.
Nonostante ebbe un’insolita fortuna nell’avere un marito la supportava totalmente nei suoi sforzi, la forza motrice e lo zelo crociato vennero principalmente da Isabella stessa.
Non prima che Isabella venne incoronata Regina di Castiglia la nazione venne invasa da Alfonso V, Re del Portogallo.
Fernando e Isabella ereditarono un regno senza truppe e senza finanze per acquisire un esercito. Tuttavia, i nemici di Isabella fallirono nell’affliggere il risveglio del suo genio. Per mesi visse costantemente a cavallo andando da un regno all’altro, facendo discorsi, tenendo conferenze, mantenendo corti tutta la mattina per condannare all’impiccagione alcuni ladri ed assassini, cavalcando cento miglia o di più, oltre passi di fredde montagne per implorare qualche nobile tiepido di cedergli 500 soldati. Ogni volta che andava venne mossa dalla fiamma dell’odio antico che i Castigliani avevano per i Portoghesi. Quando Fernando raccolse le truppe dalle province nord, Isabella assemblò diverse centinaia di uomini a Toledo e cavalco alla loro guida, in armatura come Santa Giovanna, per incontrare suo marito a Valladolid.
Dalla fine di Giugno, nel 1475, assemblarono un esercito ospite di 42,000 uomini, scarsamente equipaggiati e a malapena educati, molti di loro contadini e detenuti scarcerati. Forzandoli frettolosamente in 35 battaglioni, Fernando lasciò Valladolid a Luglio, e colpì a sudovest del Fiume Duero. Dopo diversi mesi e diverse battaglie in cui la guerra infuriò avanti ed indietro, Fernando mise finalmente Re Alfonso fuori rotta, mettendo così temporaneamente fine alla minaccia del Portogallo e alle pretese di Re Alfonso V sul trono di Castiglia appartenente ad Isabella.
La vittoria sul Portogallo lasciò Isabella la signora indiscussa di Castiglia, ma Castiglia era tormentata dalla carestia e dalla pestilenza, ed economicamente quasi oltre l’irreparabile. Nessuno pagava i suoi debiti e non vi era mezzo di costringerli a pagare.
Il disordine faceva il solito corso di eventi. Gli uomini pacifici non era padroni nemmeno della loro proprietà. Non potevano fare ricorso a nessuno per i furti e gli atti di violenza che subivano.
Il compito principale che affrontarono Isabella e Fernando fu in quel momento di restituire il rispetto per la legge. Per farlo, Isabella e suo marito galopparono di città in città, a volte insieme, a volte separatamente, amministrando giustizia senza ritardo e senza costo sulle persone. La giovane Regina ascoltò i lamenti, ordinò riconciliazioni e restituzioni, condannò i colpevoli a morte, e galoppò fino al luogo successivo. In breve tempo la sua giustizia riempì il paese di costernazione. Fu più terrificante perché la si sentiva come imparziale e incorruttibile. Un’enorme patto di corruzione era presente tra i ricchi nobili stessi, e, come ebbero messo in pratica in passato, offrirono alla Regina enormi somme di denaro per comprasi l’astinenza dall’applicare la sua giustizia. Ma la Regina preferì la giustizia al denaro. Per esempio, quando un ricco nobile chiamato Alvar Yanez, che aveva ucciso un notaio, offrì alla Regina un’enorme somma di 40,000 ducati affinché le risparmiasse la vita, lei empaticamente rifiutò e gli fece mozzare la testa lo stesso giorno. Per evitare il sospetto di motivi mercenari, preferì distribuire le proprietà ai suoi figli, nonostante vi erano numerosi precedenti che ne avrebbero giustificato la confisca.
Isabella e Fernando furono gli unici troppo consci del fatto che i Maomettani, che occupavano la metà sud della Spagna, stavano assemblando forze per invadere e conquistare la metà settentrionale della nazione divisa. Furono anche troppo consci che le loro stesse forze erano sparpagliate, divise, e pietosamente deboli per affrontare una tale invasione. Sapeva che vi erano altri prerequisiti primari che andavano corretti prima che la nazione potesse essere unita abbastanza da poter affrontare una tale invasione. La chiesa stessa era completamente corrotta e gestita da Ebrei Conversos che furono in posizioni chiave da diffondere anarchia e confusione durante ogni sforzo in sviluppo. Il suo fratellastro, Re Enrico, aveva dato via e rinunciato a così tante terre della corona che i ricavi erano quasi inesistenti per rinforzare il tesoro reale. Loro, quindi, sentirono che due ulteriori passi erano necessari, per quanto fossero duri, per unificare il paese e rafforzare la suprema autorità della Corona.
Poiché la Chiesa Cattolica esercitava tremendo potere sulla Spagna durante il 15° secolo, il Re e la Regina sapevano che dovevano liberare la gerarchia della chiesa dagli ingannevoli e perfidi Ebrei Conversos che si fingevano Cristiani, ma pronti a vendere la chiesa e ed il loro paese ai Maomettani alla prima occasione che si sarebbe presentata.
Decisero di istituire l’Inquisizione, e di ripulire una volta per tutta la chiesa da questo gruppo alieno che non era né Spagnolo né Cristiano.
Isabella capì che prima di poter affrontare i Mori al Sud doveva occuparsi dei nemici all’interno della sua nazione. Tra i suoi nemici non vi erano solo gli Ebrei nelle Sinagoghe, ma anche gli Ebrei nascosti, i Conversos, che avevano infiltrato la gerarchia ecclesiastica. Sapeva che in primo luogo erano gli Ebrei ad aver invitato i Maomettani nel paese, e che vennero sempre considerati nemici dall’interno dei cancelli, simpatizzando, e spesso aiutando, gli odiati Mori.
Essendosi assicurati in segreto due anni prima dal Papa il permesso di stabilire l’Inquisizione, lei e Fernando iniziarono a fare sul serio.
Gli Ebrei non avevano solo corrotto e contaminato la Chiesa Cattolica stessa, ma avevano anche creato e diffuso l’eresia Albigese. Questa eresia insegnava e praticava il suicidio come principio, ed i seguaci spesso soffocavano o affamavano i loro malati, arrivando anche a mettere a morte gli infanti. Qui possiamo vedere un altro insegnamento originato dagli Ebrei che arriverebbe a reprimere e distruggere la Razza Bianca.
Fu per rispondere alle domande degli Albigesi che l’Inquisizione venne inizialmente stabilita. L’Inquisizione stessa non condannò mai a morte nessuno. L’inquisitore si recava in una determinata città e chiamava tutti gli eretici a confessare entro un tempo limite, solitamente entro 30 giorni. Coloro che facevano ciò venivano trattati con clemenza. Se un prigioniero era colpevole e si rifiutava di abiurare veniva ceduto agli inquisitori di stato, che poi processavano contro di lui come traditore. In pratica circa due persone su cento accusati vennero messi a morte. Alcuni vennero imprigionati. Alcuni vennero liberati. La tortura venne usata come ultima risorsa, ma vennero effettuati sforzi per restringerne l’uso.
Nel frattempo, divenne evidente che i Maomettani stessero facendo un determinato tentativo di conquistare tutta l’Europa.
Nel 1479 Maometto II, il Grande Turco, avanzò via mare per gettare i rifiuti sull’isola di Rodi. Quando l’anno successivo nel 1480 i Cavalieri di San Giovanni a Rodi respinsero Maometto II, quest’ultimo gettò tutta l’Europa nella costernazione assaltando le spiagge di Napoli. Dei 22,000 abitanti, i barbari legarono 12,000 con le corde, e così indifesi, li misero a morte con torture terribili. Uccisero tutti i preti della città. Su una collina fuori dalla città, conosciuta oggi come Collina dei Martiri, fecero a pezzi molti prigionieri che rifiutarono di diventare Maomettani, e gettarono i loro cadaveri in pasto ai cani.
L’apatia dei principi Italiani era incredibile. Privi di determinazione e controllati dagli usurai Ebraici, rimasero disuniti e completamente impotenti. Per esempio, il Re di Napoli era in guerra con Firenze, e suo figlio Alfonso, il Duca di Calabria, era 150 leghe più avanti in Toscana a combattere la guerra Toscana. E fu così che andò.
Il panico iniziò a diffondersi sui regni Spagnoli. Gli uomini si chiedevano cosa sarebbe potuto accadere se i Turchi arrivassero da oriente ed i Mori di Granada avessero preso offensiva dal sud contro l’Andalusia. Castiglia era senza ombra di dubbio sull’orlo di una guerra, ed era una guerra nella quale avrebbe avuto bisogno di ogni briciolo della sua forza. E vi erano ancora i nemici nascosti all’interno delle sue porte – nemici che si erano arricchiti sulle sue ricchezze in passato e avevano mostrato un’ovvia simpatia con gli odiati e temuti Maomettani. Questi nemici erano gli Ebrei Conversos di Castiglia, una nazione dentro una nazione.
Gli sbarchi dei Turchi in Italia avevano segnato la condanna dei Conversos.
Le prime procedure dell’Inquisizione a Castiglia vennero tenute il 6 Febbraio 1481. Lo stesso periodo in cui la Peste Bubonica infuriava in Spagna.
I Conversos adesso erano completamente allarmati, ed iniziarono infine a fuggire da Siviglia. Diversi dei più potenti Conversos si incontrarono nella Chiesa Cattolica di San Salvador per discutere su come proteggersi. Preti Cattolici, frati, magistrati, ufficiali di governo – tutti di origine Ebraica e nemici segreti della Chiesa Cattolica della Spagna stessa – erano presenti.
Diego de Susan, un Rabbino, la cui fortuna si stimava fosse di 10 milioni di maravedì, chiese in un discorso feroce di resistere all’inquisizione con la forza. Sapevano di avere in mano il potere principale della città e decisero di assemblare un esercito, e di uccidere i loro nemici e quindi riscattare loro stessi. Per un colpo di fortuna, Isabella scoprì questo complotto. I capi cospiratori vennero catturati. Susan ed i suoi ricchi complici vennero messi a processo di fronte ad una giuria di legali. Diversi di loro confessarono e gli venne imposta la penitenza, mentre sei dei capi del circolo vennero dichiarati eretici impenitenti e vennero ceduti dagli inquisitori agli ufficiali laici della città. I sei cospiratori impenitenti vennero portati fuori le mura della città, legati ai pali e bruciati. L’esecuzione di Susan avvenne tre giorni dopo.
Migliaia di Conversos fuggirono così nel panico in tutte le direzioni, alcuni in Portogallo, alcuni in Italia, dove gli Ebrei nei periodi di persecuzione non fallirono mai nel cercare la protezione nel Papa.
Ed avvenne di città in città. Anche gli inquisitori rimasero stupefatti nello scoprire che una larga percentuale di Conversos vennero ingaggiati nel minare la chiesa stessa a cui avevano professato alleanza e negli intrighi e complotti contro la corona e la nazione stessa.
Accuse grossamente esagerate sull’Inquisizione Spagnola sono circolate negli ultimi cinque secoli da parte di autori ostili alla Spagna ed alla Chiesa Cattolica. La verità sembra essere che in tutto il regno di Isabella circa 2000 persone, non solo Ebrei nascosti, ma bigami, bestemmiatori, ladri delle chiese, finti mistici, e altri trasgressori venivano bruciati. L’opinione pubblica approvava certamente l’Inquisizione, ed Isabella stessa ne parlava sempre con orgoglio.
Gli scrittori Ebraici degli ultimi cinque secoli che hanno dominato la nostra letteratura hanno accusato Isabella di aver portato il decadimento intellettuale in Spagna per via dell’Inquisizione. Questa, ovviamente, è una grande menzogna. La vita intellettuale in Spagna mai fu ancora più vigorosa dal secolo in cui stabilì l’Inquisizione. Fu il periodo di tre grandi poeti, Cervantes, Lope de Vega e Calderon, l’eta d’oro della sua letteratura. Fu il periodo in cui le scuole e le università più fini vennero stabilite, mentre studenti stranieri venivano in Spagna e furono onorati, e la medicina e le altre scienze ebbero notevoli progressi. Mai il commercio e l’industria furono così prosperosi, e mai l’ordine fu così mantenuto in patria ed ed il prestigio all’estero così alto come nel 16° secolo quando la Spagna divenne capo di un nuovo impero che sovrastava tutta l’Europa e le Americhe. Non vi è alcun dubbio che la causa principale di questo grande risorgimento della Spagna fu la sua (parziale) pulizia della pestilenza Ebraica dal mezzo.
La ripulita interna della patria non avvenne troppo presto. I Maomettani erano determinati a conquistare tutta l’Europa. Quell’astuto Moro, Muley Abou’l Hassan, Musulmano capo di Granata, aveva invaso la città di Zahara a Natale, 1482, ed era a 15 miglia sudest da Siviglia. Che piacesse ad Isabella o no, stava affrontando la più grande crisi della sua vita e com’era tipico di lei, era determinata a combattere.
Isabella era adesso decisa a mettere fine al dominio dei Mori nel sud, non importava ci avrebbe messo. Ciò che tutti i buoni re di Castiglia sognavano di fare, ciò che suo padre fallì, e deboli come Enrico, si rifiutarono di fare, propose, con l’aiuto del suo sposo Fernando, di compiere. Il Re avrebbe guidato gli Spagnoli nella crociata, e lei, nella sua magnifica carica a trent’anni, avrebbe reclutato agenti, commissari, compratori di munizioni, infermiere di campo e uffici di propaganda, il tutto in un’unica azione.
Non è nel mio scopo recensire gli eventi sanguinosi della guerra che seguì per i prossimi dieci anni. Vi furono molte sconfitte scoraggianti e molti momenti in cui era sull’orlo della disperazione. Infatti, la conseguente guerra era di una natura tale che avrebbe distrutto lo spirito di molti, ma con la sua determinazione di ferro ha continuato a perseguire la guerra senza tregua. Allo stesso tempo faceva pressione sulla campagna contro gli Ebrei Conversos. Ma per l’Inquisizione ed i suoi fondi, il proseguimento della guerra sarebbe stato vano.
Questa fu la nuova era della polvere da sparo e dei cannoni. Per combattere questa guerra, sarebbe stata necessaria l’artiglieria pesante, e quella doveva provenire dalla Francia, dalla Germania e dall’Italia. Fece solo il possibile, confiscando le proprietà degli Ebrei Conversos, utilizzò i ricavi per comprare le munizioni di guerra ed altri rifornimenti necessari per la guerra contro i Mori.
Non solo fece guerra contro gli infidi Conversos e gli aggressivi Mori, ma al momento in cui la vittoria contro i Mori era compiuta ella aveva partorito il suo quinto figlio. Inoltre durante questi anni di guerra Isabella iniziò a studiare Latino, così da poter comprendere diplomatici stranieri senza bisogno di dipendere da interpreti.
Il coraggio, lo zelo e la determinazione di Isabella e del suo sposo finalmente li ripagò. Dopo dieci anni la guerra era finita ed il 2 Gennaio 1492, il capo Moro Boabdil venne, cedette Granata e le chiavi della città a Re Fernando, che in cambio le diede alla Regina, che le passò al suo figlio maggiore, il Principe Giovanni. Presentata la croce argentea della crociata apparsa sull’alta torre della città di Granata con la bandiera di Santiago accanto fu la prima volta che la Razza Bianca governò la città di Granata in 770 anni.
L’anno 1492 fu un grande anno per la Spagna, per Isabella, e per la Razza Bianca. Fu l’anno in cui i Mori vennero scacciati dalla Spagna. Fu l’anno in cui Cristoforo Colombo, sotto l’auspicio del Re Fernando e della Regina Isabella, partì per un nuovo mondo e scoprì l’America. Fu anche l’anno in cui la coppia reale della Spagna decise di liberare il paese dall’altra parte dell’infido nemico – gli Ebrei delle Sinagoghe.
Istituendo l’Inquisizione, Isabella si era preoccupata principalmente di proteggere la Chiesa Cattolica e di cacciare gli Ebrei nascosti dalla gerarchia e dall’appartenenza alla chiesa. In gran parte ebbe successo. Tuttavia, ciò non ebbe successo sugli Ebrei delle Sinagoghe, sopratutto, gli Ebrei rimasti fedeli alla fede Ebraica. Scoprì che stavano ancora incantando la nazione su larga scala, tradendo la Spagna per i Mori ed i Musulmani ad ogni occasione, ed erano ancora in possesso di somme tremende di denaro e potere, il tutto ai danni del suo amato paese. Non solo, ma continuavano a mescolare i nuovi Ebrei Converos a commettere sacrilegio e offesa contro la chiesa.
Bernaldez, lo storico Spagnolo dell’epoca, scrive sugli Ebrei: “Loro, gli Ebrei, vivono principalmente in grandi città, nelle più ricche e fertili terre-E tutti quanti erano mercanti e venditori, e avevano il controllo del privilegio sulle tasse ed erano amministratori di manieri, sarti, calzolai, commercianti di pelle, curatori, tessitori, spezierai, venditori ambulanti, gioiellieri, ed avevano altre occupazioni simili. Non hanno mai lavorato il terreno, né furono lavoratori, né carpentieri, né muratori; ma cercavano tutti occupazioni facili e metodi per far soldi col minimo sforzo. Erano genti astute…”
Fernando e Isabella che gli Ebrei erano la rovina della Spagna e che nulla avrebbe rimosso la radice dei guai se non l’esiliarli dal regno. L’ultimo giorno di Marzo, nel 1492, emisero un editto che ordinava a tutti gli Ebrei di lasciare subito o prima del primo di Luglio, senza portarsi dietro oro, argento, o denaro coniato. Il 2 Agosto, il giorno prima che Colombo salò per l’America, gli Ebrei dovettero andarsene a meno che si facessero battezzare e si convertissero al Cristianesimo.
Circa 160,000 Ebrei sembravano aver lasciato la Spagna. Alcuni salparono per Cartagena, in Africa ed altri andarono ad Arcillà e da lì a Fez nelle regioni More dell’Africa. Altri procedettero fino al Portogallo e dovettero pagare una grossa somma, per entrare.
Alcuni si recarono a Navarra, in Francia, altri si spinsero fino ai Balcani. Alcuni tornarono a Castiglia e vennero battezzati. Lì rimase, tuttavia un grosso numero persone di discendenza Ebraica, probabilmente molti dai tre ai quattro milioni, che vennero battezzato come Cristiani.
Molti vennero accettati da Papa Alessandro VI come profughi a Roma. Sembra che gli Ebrei abbiano sempre contato sul Papa per salvarsi il collo quando la situazione diventava intollerabile nelle nazioni che hanno devastato. Ciò non è strano dato che gli Ebrei hanno inventato il Cristianesimo in primo luogo, e senza ogni dubbio, controllarono il Papato di Roma nei secoli che seguirono. Loro hanno, infatti, un solido controllo della Chiesa Cattolica oggi, usandolo come strumento per smussare e pervertire gli istinti nativi salutari della Razza Bianca. Per il suo supporto e l’aiuto degli Ebrei al suo tempo.
Papa Alessandro VI, che era nato in Spagna, veniva completamente chiamato nel suo paese natio come “Il Marrano” o “L’Ebreo”.
La Regina Isabella visse per altri dodici anni dopo lo storico 1942. Ma se non fosse stato per lei è molto probabile che l’Europa sarebbe stata invasa dai Musulmani neri dell’Africa ed oggi sarebbe stata abitata da una razza di mulatti bastardizzati; Il suo genio, il suo zelo, e la sua determinazione si ergono come faro per tutti i membri della Razza Bianca, sia uomini che donne, da esaltare ed emulare. Abbiamo molto da imparare dalla storia delle sue fatiche, sia da ciò che compì, da ciò in cui fallì, e gli errori che fece.
I suoi traguardi sono una vasta ispirazione per tutti i membri della Razza Bianca e possiamo essere tremendamente grati per questa grande donna. La storia della sua vita prova a noi che quando la nostra Razza Bianca sembra aver raggiunto il limite, quando gli Ebrei hanno completamente distrutto ogni briciolo di decenza e corrotto il governo, la nazione, e tutte le altre istituzioni, e quando le cose sembrano disperate e senza speranza, la volontà, il genio, e la determinazione di una singola persona, può in una vita, cambiare la situazione da uno dei più grandi abissi della disperazione ad uno di grandiosità, orgoglio e prosperità. Abbiamo visto come la Spagna fu tormentata dal crimine, dalla divisione interna, dalla carestia, dalla pestilenza, e direttamente minacciata dai suoi nemici all’interno, ed anche priva dei suoi confini. Abbiamo visto come la corruzione ha eroso la nazione dall’ufficio più alto del terreno, al trono, fino al più inferiore borgomastro nel villaggio. Abbiamo visto come i Mori neri dell’Africa conquistarono ed usurparono il sud della Spagna e minacciavano, non solo il resto della Spagna, ma di tutta l’Europa.
Al 23° anno di età la Regina Isabella difficilmente avrebbe potuto affrontare una situazione più impotente e disperata. Nonostante ciò, nei successivi 20 anni del suo regno, per la sua volontà indomabile, il suo coraggio e la sua determinazione, sconfisse tutti questi mali. Li superò e riportò la Spagna non solo alla sua più grande grandezza del passato, ma portò la Spagna a nuove altezze mai viste.
Non solo la Spagna raggiunse il suo più grande splendore nella storia durante il regno di Isabella all’epoca, ma continuò fino al secolo successivo, parzialmente liberata dagli Ebrei, divenne una delle più grandi potenze d’Europa, costruì un potente impero nel Nuovo Mondo, e portò la sua arte, la sua letteratura ed il suo commercio a vette mai raggiunte finora da altre nazioni Europee.
Abbiamo molto da imparare anche dai suoi errori. Il suo più grande errore fu la devozione alla religione Cristiana invece della comprensione della sua grande eredità razziale. Fu in grado di compiere ciò che fece, non per via delle regole della sua religione, ma per via della qualità del sangue che scorreva nelle sue vene reali. A causa della sua dipendenza dal Cristianesimo permise al Papato dominato dagli Ebrei di ostacolare la sua determinazione nel prendere le misure necessarie per liberare il paese dalla pestilenza Ebraica. Ed in tale quesito fece l’errore fatale di considerare gli Ebrei una religione piuttosto che la razza parassita quale sono. Fece l’errore fatale di permettere loro di professare ingannevolmente il Cristianesimo e nel cercare di convertirli, invece di eliminarli dalla nazione. Fece anche il triste errore di permettere ai Mori, dopo che furono conquistati, di rimanere in Spagna, provando a convertirli al Cristianesimo, o permettendogli di diventare “pacifici” cittadini del suo paese.
Ciò che avrebbe dovuto fare era cacciarli tutti fino all’ultimo oltre il Mediterraneo e rispedirli in Africa così che né allora, né nelle generazioni future, avrebbero inquinato il sangue della Spagna. Fece l’errore imperdonabile di permettere a tre o quattro milioni di Ebrei, che professavano il Cristianesimo in maniera ingannevole, ma rimasero segretamente Ebrei nel cuore, di restare in Spagna. Avrebbe dovuto sterminare completamente il problema Ebraico facendo agli Ebrei che rimasero Conversos lo stesso che veniva fatto ai confermati colpevoli dall’Inquisizione, o di cacciarli dal regno.
Avendo il potere e lo slancio per epurare e ripulire la nazione da questi insidiosi elementi alieni, gli Ebrei ed i Mori, avrebbe dovuto svolgere il lavoro completamente e accuratamente. Come fu, permise a milioni di questi Semiti, sia Mori che Ebrei, di restare nel suo paese e di contaminare ed inquinare il sangue della razza Spagnola più di quanto lo era già. Per secoli gli Spagnoli hanno dovuto pagare un grosso prezzo e la Spagna stessa di oggi è abitata da una razza meticciata con pesanti contaminazioni More ed Ebraiche che fluiscono nelle vene della sua gente. Da ciò non potrà mai riprendersi.
Nonostante la loro finta conversione, gli Ebrei rimasero Ebrei, rimanendo lì per sempre a cospirare coi nemici della Spagna. Con l’aiuto degli Ebrei dell’Inghilterra e della Francia e di altre nazioni, tentarono nei pochi secoli successivi cercarono di soffocare il commercio e l’espansione della Spagna più che poterono, ed in numerosi casi, la tradirono segretamente coi suoi nemici tramite i vitigni Ebraici.
Per darle merito, tuttavia, bisogna dire di Isabella che fu lei a causare queste condizioni. Gli Ebrei avevano infestato pesantemente la Spagna da più di diversi secoli prima che salì al trono. I Musulmani avevano già invaso la Spagna molti secoli ancor prima che fosse nata, ed occupava ancora metà della Spagna al tempo in cui venne incoronata Regina. Ma se non fosse stato per la sua determinazione ed il suo zelo, essi avrebbero causato un ulteriore degenerazione grave alla Spagna e avrebbero indubbiamente aiutato gli Arabi e i Musulmani ad impadronirsi del resto della Spagna, e molto probabilmente, tutta l’Europa. Dietro l’ombra del dubbio, questa grande Regina rimandò indietro e rallentò l’avanzata Ebraica ed Islamica di molti secoli.
Sopratutto, e di questo dobbiamo prendere nota, ha provato noi tutti cosa può fare una persona Bianca determinata; con zelo e determinazione, con organizzazione e guida, i poteri Ebraici possono essere distrutti. Fece ciò durante la sua vita, come Adolf Hitler fece durante la sua. Che questo sia di tremenda ispirazione per tutti noi. Facciamo altrettanto nel nostro tempo, nella nostra generazione.