TheHermit
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Adolf Hitler: Evil Racist
9 maggio 2024
SahelianWarrior
La fonte di questo post è questo sito: http://www.mourningtheancient.com/truth.htm
Non è collegato a Gds, ma è comunque molto interessante. Però è in inglese.
Adolf Hitler: razzista malvagio
Perdonatemi per il titolo provocatorio. Non penso davvero che Lord Hitler sia un razzista malvagio.
Sto creando questo post appunto per esaminare queste rivendicazioni, specialmente perché così potete mandarlo a qualcuno che volete portare vicino al nazionalsocialismo. Ora inizio.
Molti paesi hanno combattuto al fianco della Germania di Hitler nella seconda guerra mondiale, inclusi molti non bianchi. Uno degli alleati principali del “Patto tripartito” (firmato il 27 settembre 1940) non era bianco: il Giappone. In fatti, quando gli USA dichiararono guerra al Giappone l’anno dopo, la Germania onorò il Patto tripartito e dichiarò guerra agli Stati Uniti.
Non solo gli indiani, asiatici, arabi e neri combatterono a fianco della Germania nazionalsocialista, ma indossarono con orgoglio l’aquila e la svastica sul loro petto. Dozzine di nazionalità si offrirono volontarie per la élite Waffen SS e molti non bianchi di un’ampia gamma di origini etniche servirono l’Asse in diverse funzioni. Fu infatti la più vasta forza di combattimento multi razziale nella storia.
Otto Skorzeny descrive la diversa natura della Waffen SS nel suo memoir del 1975:
“… dal 1947 si potevano trovare soldati europei provenienti da molte terre e popoli: albanesi, bosniaci, britannici, bulgari, cosacchi, croati, danesi, olandesi, estoni, finlandesi, fiamminghi, francesi, georgiani, greci, ungheresi, italiani, lettoni, lituani, norvegesi, rumeni, russi, serbi, slovacchi, svedesi, svizzeri, ucraini, valloni, armeni, bielorussi, indù, kirghizi, tartari, turkmeni e uzbeki servirono sotto le loro bandiere nelle Waffen SS. Quasi tutte queste persone erano rappresentate nella mia unità.”
Gli americani lo chiamarono “Scarface” per la sua cicatrice prominente, che ricevette durante la scherma mentre era uno studente universitario a Vienna. (Come curiosa nota a parte e per imparare di più sulla sua cicatrice, vedere il libro ‘Mensur & Schmiss: German Dueling Societies, descritto come ‘… la prima storia fotografica dei duelli accademici degli studenti, il Mensur, praticati in Germania fin dal diciottesimo secolo. I colpi di spada di questo affascinante rituale dell'Europa occidentale spesso provocavano uno Schmiss, ovvero una cicatrice sul viso. La cicatrice Schmiss era una testimonianza del proprio coraggio, considerata un distintivo d'onore che indicava la mascolinità e l'alta posizione sociale…’)
Verso la fine della guerra i membri stranieri delle Waffen SS superavano i tedeschi! In media sei uomini su dieci nelle Waffen SS erano volontari stranieri. Lo storico inglese Antony James Beevor ha questo da dire su cosa si è sviluppato tra questi uomini estremamente coraggiosi e valorosi:
“uno straordinario cameratismo di dannati cresciuto tra i volontari stranieri che difendevano l’ultimo bastione del nazionalismo tedesco.”
(Berlin: The Downfall, 1945. (c)2003)
Durante il terribile assedio di Budapest del 1944/45 una grande varietà di nazionalità e razze combatterono sotto la svastica:
‘Le unità SS comprendevano quasi tutte le nazionalità, in addizione ai tedeschi etnici, […] volontari francesi, alsaziani, ungheresi, serbi, slovacchi e rumeni e finlandesi, fiamminghi e spagnoli. I treni bagagli delle divisioni SS comprendevano ausiliari russi, ucraini, tartari e altri. Un distaccamento di artiglieria era composto principalmente da polacchi e molti dei suoi membri furono sepolti con uniformi polacche con insegne tedesche.’
-The Siege of Budapest, (c)2005, Krisztián Ungváry, pg. 75
Questi uomini erano pronti a morire per il loro credo e molti di loro lo fecero. Credevano nella loro causa fortemente e appassionatamente. Insieme, come una cosa sola, qualunque cosa accada. Nonostante le così dette “democrazie” impedissero loro di sconfiggere il comunismo, gli sforzi e i sacrifici molto probabilmente impedirono al comunismo di infettare l’Europa e probabilmente il mondo.
I tedeschi non segregavano le loro truppe. Neri, asiatici, arabi e bianchi combatterono e vissero e morirono fianco a fianco. Un netto contrasto al trattamento degli americani e gli inglesi verso i non bianchi che combatterono per loro. Queste truppe furono spesso usate come carne da macello e non erano autorizzate a combattere con le truppe di bianchi.
Considerate i seguenti passaggi da The Censored War (George H. Roeder Jr., (c)1993):
“Nove bianchi [americani] su dieci ritenevano che i soldati bianchi e neri non dovessero addestrarsi insieme; tre neri su quattro ritenevano che dovessero farlo. Nel 1940 quasi tutti i marinai neri svolgevano lavori umili nelle cambuse delle navi. I neri nell'esercito servivano in unità strettamente segregate. Il Dipartimento della Guerra pubblicizzò che "le domande di persone di colore per la nomina a cadetto volante o per l'arruolamento nel Corpo Aereo non saranno accettate", e il Corpo dei Marines continuò la sua tradizione di non arruolare neri" (p. 44-45).
Seguendo il tipico copione propagandistico, il film discusso sotto rende i tedeschi razzisti, mentre in realtà era l’opposto. Considerate il fatto che una forza combinata di arabi e tedeschi fu annientata difendendo le porte di Berlino.
“Nel film della Columbia del 1943, Sahara, un soldato nero (libico) [...] mostra molta più dignità di un tedesco catturato che si lamenta, mentre il soldato lo mette al sicuro, di non voler essere toccato da un membro di una razza inferiore. Il capo della produzione della MGM, Dore Schary, fece includere un nero nel gruppo di soldati presenti in un altro film girato in quell'anno, Bataan, anche se questo portò alla rappresentazione di qualcosa che allora non esisteva nell'esercito reale, un'unità di combattimento integrata". (p. 45-46)
Infine:
“The Negro Soldier (1944), un film prodotto dal governo, mostrava bianchi e neri insieme in attività su larga scala in cui l'integrazione poteva essere efficace, come quando soldati bianchi e neri facevano ginnastica insieme. Nelle sue rappresentazioni degli alloggi e di altre situazioni sociali intime, il film manteneva i neri segregati, come di fatto erano in tutti i rami militari". (p. 46-47)
I nippo-americani che si offrirono volontari per l’esercito americano combattevano per un paese che aveva internato le loro famiglie in campi di concentramento. Oltre 110.000 giapponesi che vivevano sulla costa del Pacifico furono internati senza aver commesso alcun reato se non quello di essere nati giapponesi.
George Takei, famoso per Star Trek, fu uno delle molte vittime della politica razzista americana. Ecco il resoconto della sua esperienza nei campi di concentramento americano durante la seconda guerra mondiale:
“Ero solo un bambino quando i soldati con i fucili con le baionette marciarono sul nostro vialetto, bussarono alla nostra porta e ci ordinarono di uscire. Ricordo le lacrime di mia madre mentre raccoglievamo quel poco che potevamo portare con noi e poi fummo mandati a vivere per molte settimane in un'unica angusta stalla per cavalli. I nostri conti bancari furono congelati, le nostre attività chiuse e le nostre case con la maggior parte dei nostri averi furono abbandonate, tutto a causa del nostro aspetto".
“Pochi mesi dopo, siamo stati spediti nelle paludi, a più di mille miglia di distanza, con un'automotrice. Misero tutti cento ventimila di noi dentro recinti di filo spinato, con le mitragliatrici puntate contro di noi dalle torri di guardia. Dormivamo in baracche infestate da insetti, mangiavamo in una mensa rumorosa e ci sfogavamo in latrine comuni che non avevano pareti tra i box. Ci venivano negate medicine, ripari e rifornimenti adeguati. Ricordo che da bambino guardavo in alto verso la bandiera degli Stati Uniti nella stanza, mentre recitavamo il giuramento di fedeltà, con quelle parole ironiche che riecheggiavano: "con libertà e giustizia per tutti".
“L'Ordine Esecutivo 9066, firmato dal Presidente Franklin Delano Roosevelt, fu emesso sulla base della premessa che non ci si poteva fidare di chiunque avesse origini giapponesi e che doveva essere trattato come un nemico, anche di coloro che erano cittadini americani, nati in questa terra. Non eravamo visti come persone singole, ma come una minaccia gialla da affrontare, e con durezza. I fucili puntati su di noi in ogni momento ci ricordavano che se avessimo anche solo provato a difendere la nostra dignità, ci sarebbero state conseguenze violente. L'ordine e il conseguente confino sono stati una grave violazione della Costituzione e del giusto processo, in quanto siamo stati trattenuti, senza processo e senza accusa, in attesa del nostro destino".
Il governo americano rese la guerra contro il Giappone una guerra di razza. Una montagna di poster americani della seconda guerra mondiale e altro materiale di propaganda si incentrano sulla razza. Inculcarono nella testa del pubblico che i giapponesi erano meno che umani, simili ai ratti. Causarono molte atrocità contro i soldati giapponesi e i civili giapponesi durante la guerra, siccome ai soldati americani veniva insegnato che queste persone non erano umani.
“... i Marines disconoscono una "licenza di caccia ai giapponesi" distribuita dai loro reclutatori a Chicago. Tuttavia, per la settima campagna di prestiti di guerra della primavera successiva, il Dipartimento della Guerra produsse per il pubblico il film Action ad Anguar, in cui il narratore pronunciava questa frase mentre gli spettatori vedevano un filmato reale di soldati giapponesi bruciati vivi: "A questo punto avevamo sparato, fatto esplodere o cucinato seicento di quelle piccole scimmie.”
-The Censored War, p. 87, George H. Roeder Jr., (c)1993
[I giapponesi erano ratti secondo il governo degli Stati Uniti]
I nippo-americani erano anche trattati come subumani dal governo degli Stati Uniti. Durante la perquisizione di una delle baracche in un campo:
“... i soldati puntarono la mitragliatrice sui prigionieri disarmati e li costrinsero a rimanere in mutande nella neve per ore…”
-Inside America's Concentration Camps, James L. Dickerson, 2010, pg.143
La citazione qui sotto sottolinea con precisione che i nippo-americani non avevano alcun diritto.
“Il governo ha violato almeno la metà dei dieci emendamenti che compongono la Carta dei Diritti con la sua decisione di allontanare gli americani di origine giapponese, la maggior parte dei quali erano cittadini statunitensi...".
--La guerra censurata, pag. 90, George H. Roeder Jr., (c)1993
In alcune occasioni il presidente Roosevelt si è persino riferito ai campi come "campi di concentramento". Ed è esattamente quello che erano.
“… Il campo stesso era sorprendente. Sei carri armati erano allineati in modo minaccioso.
Intorno al campo fu costruita una doppia recinzione di filo spinato. E la guardia fu aumentata a più di mille soldati armati...”
-Inside America's Concentration Camps, James L. Dickerson, 2010, pag.140
L'autore James L. Dickerson si è giustamente riferito a questi giapponesi come a "un popolo che era stato privato delle proprie libertà e imprigionato in campi appena superiori alle cucce dei cani...".
[Sopra: gli Stati Uniti usarono “la propaganda dell’atrocità” in molti modi contro il Giappone. Una delle preferite era mentire sul trattamento dei giapponesi sui loro nemici in Cina. Il poster dichiara che i giapponesi usarono del gas velenoso. I media americani spinsero ripetitivamente per l’uso americano del gas contro il Giappone con titoli come “Dovremmo gasare il Giappone” (1943), “Li cucini meglio con il gas” (1944) e “Dovremmo gasare i giappi?” (1945). Roosevelt emise ferme avvertenze ai giapponesi riguardanti l’uso delle armi chimiche. Ma chi si stava davvero preparando a usare la guerra chimica? L’America e la Gran Bretagna. Volete le prove? Continuate a leggere.]
Verso la fine della guerra l’America aveva prodotto e immagazzinato una colossale quantità di armi chimiche, 135.000 tonnellate! Sono 20.000 tonnellate in più rispetto a ogni nazione che stava combattendo nella seconda guerra mondiale!
[A Higher Form of Killing, Robert Harris and Jeremy Paxman, p. 130, (c)1982]
[Sopra: Una massiccia scorta americana di gas mostarda liquido nei giorni precedenti l'ingresso dell'America nella Seconda Guerra Mondiale].
La parte due arriverà presto dato che non posso inserire più di cinque immagini.
9 maggio 2024
SahelianWarrior
Adolf Hitler: Evil Racist
Sorry for the provocative title. I don't actually think Lord Hitler is an evil racist. I am actually making this post to examine these claims - specifically so you can send this to someone you want to bring closer to national socialism. Here I go. Many countries fought on the side of Hitler's...
ancient-forums.com
La fonte di questo post è questo sito: http://www.mourningtheancient.com/truth.htm
Non è collegato a Gds, ma è comunque molto interessante. Però è in inglese.
Adolf Hitler: razzista malvagio
Perdonatemi per il titolo provocatorio. Non penso davvero che Lord Hitler sia un razzista malvagio.
Sto creando questo post appunto per esaminare queste rivendicazioni, specialmente perché così potete mandarlo a qualcuno che volete portare vicino al nazionalsocialismo. Ora inizio.
Molti paesi hanno combattuto al fianco della Germania di Hitler nella seconda guerra mondiale, inclusi molti non bianchi. Uno degli alleati principali del “Patto tripartito” (firmato il 27 settembre 1940) non era bianco: il Giappone. In fatti, quando gli USA dichiararono guerra al Giappone l’anno dopo, la Germania onorò il Patto tripartito e dichiarò guerra agli Stati Uniti.
Non solo gli indiani, asiatici, arabi e neri combatterono a fianco della Germania nazionalsocialista, ma indossarono con orgoglio l’aquila e la svastica sul loro petto. Dozzine di nazionalità si offrirono volontarie per la élite Waffen SS e molti non bianchi di un’ampia gamma di origini etniche servirono l’Asse in diverse funzioni. Fu infatti la più vasta forza di combattimento multi razziale nella storia.
Otto Skorzeny descrive la diversa natura della Waffen SS nel suo memoir del 1975:
“… dal 1947 si potevano trovare soldati europei provenienti da molte terre e popoli: albanesi, bosniaci, britannici, bulgari, cosacchi, croati, danesi, olandesi, estoni, finlandesi, fiamminghi, francesi, georgiani, greci, ungheresi, italiani, lettoni, lituani, norvegesi, rumeni, russi, serbi, slovacchi, svedesi, svizzeri, ucraini, valloni, armeni, bielorussi, indù, kirghizi, tartari, turkmeni e uzbeki servirono sotto le loro bandiere nelle Waffen SS. Quasi tutte queste persone erano rappresentate nella mia unità.”
Gli americani lo chiamarono “Scarface” per la sua cicatrice prominente, che ricevette durante la scherma mentre era uno studente universitario a Vienna. (Come curiosa nota a parte e per imparare di più sulla sua cicatrice, vedere il libro ‘Mensur & Schmiss: German Dueling Societies, descritto come ‘… la prima storia fotografica dei duelli accademici degli studenti, il Mensur, praticati in Germania fin dal diciottesimo secolo. I colpi di spada di questo affascinante rituale dell'Europa occidentale spesso provocavano uno Schmiss, ovvero una cicatrice sul viso. La cicatrice Schmiss era una testimonianza del proprio coraggio, considerata un distintivo d'onore che indicava la mascolinità e l'alta posizione sociale…’)
Verso la fine della guerra i membri stranieri delle Waffen SS superavano i tedeschi! In media sei uomini su dieci nelle Waffen SS erano volontari stranieri. Lo storico inglese Antony James Beevor ha questo da dire su cosa si è sviluppato tra questi uomini estremamente coraggiosi e valorosi:
“uno straordinario cameratismo di dannati cresciuto tra i volontari stranieri che difendevano l’ultimo bastione del nazionalismo tedesco.”
(Berlin: The Downfall, 1945. (c)2003)
Durante il terribile assedio di Budapest del 1944/45 una grande varietà di nazionalità e razze combatterono sotto la svastica:
‘Le unità SS comprendevano quasi tutte le nazionalità, in addizione ai tedeschi etnici, […] volontari francesi, alsaziani, ungheresi, serbi, slovacchi e rumeni e finlandesi, fiamminghi e spagnoli. I treni bagagli delle divisioni SS comprendevano ausiliari russi, ucraini, tartari e altri. Un distaccamento di artiglieria era composto principalmente da polacchi e molti dei suoi membri furono sepolti con uniformi polacche con insegne tedesche.’
-The Siege of Budapest, (c)2005, Krisztián Ungváry, pg. 75
Questi uomini erano pronti a morire per il loro credo e molti di loro lo fecero. Credevano nella loro causa fortemente e appassionatamente. Insieme, come una cosa sola, qualunque cosa accada. Nonostante le così dette “democrazie” impedissero loro di sconfiggere il comunismo, gli sforzi e i sacrifici molto probabilmente impedirono al comunismo di infettare l’Europa e probabilmente il mondo.
I tedeschi non segregavano le loro truppe. Neri, asiatici, arabi e bianchi combatterono e vissero e morirono fianco a fianco. Un netto contrasto al trattamento degli americani e gli inglesi verso i non bianchi che combatterono per loro. Queste truppe furono spesso usate come carne da macello e non erano autorizzate a combattere con le truppe di bianchi.
Considerate i seguenti passaggi da The Censored War (George H. Roeder Jr., (c)1993):
“Nove bianchi [americani] su dieci ritenevano che i soldati bianchi e neri non dovessero addestrarsi insieme; tre neri su quattro ritenevano che dovessero farlo. Nel 1940 quasi tutti i marinai neri svolgevano lavori umili nelle cambuse delle navi. I neri nell'esercito servivano in unità strettamente segregate. Il Dipartimento della Guerra pubblicizzò che "le domande di persone di colore per la nomina a cadetto volante o per l'arruolamento nel Corpo Aereo non saranno accettate", e il Corpo dei Marines continuò la sua tradizione di non arruolare neri" (p. 44-45).
Seguendo il tipico copione propagandistico, il film discusso sotto rende i tedeschi razzisti, mentre in realtà era l’opposto. Considerate il fatto che una forza combinata di arabi e tedeschi fu annientata difendendo le porte di Berlino.
“Nel film della Columbia del 1943, Sahara, un soldato nero (libico) [...] mostra molta più dignità di un tedesco catturato che si lamenta, mentre il soldato lo mette al sicuro, di non voler essere toccato da un membro di una razza inferiore. Il capo della produzione della MGM, Dore Schary, fece includere un nero nel gruppo di soldati presenti in un altro film girato in quell'anno, Bataan, anche se questo portò alla rappresentazione di qualcosa che allora non esisteva nell'esercito reale, un'unità di combattimento integrata". (p. 45-46)
Infine:
“The Negro Soldier (1944), un film prodotto dal governo, mostrava bianchi e neri insieme in attività su larga scala in cui l'integrazione poteva essere efficace, come quando soldati bianchi e neri facevano ginnastica insieme. Nelle sue rappresentazioni degli alloggi e di altre situazioni sociali intime, il film manteneva i neri segregati, come di fatto erano in tutti i rami militari". (p. 46-47)
I nippo-americani che si offrirono volontari per l’esercito americano combattevano per un paese che aveva internato le loro famiglie in campi di concentramento. Oltre 110.000 giapponesi che vivevano sulla costa del Pacifico furono internati senza aver commesso alcun reato se non quello di essere nati giapponesi.
George Takei, famoso per Star Trek, fu uno delle molte vittime della politica razzista americana. Ecco il resoconto della sua esperienza nei campi di concentramento americano durante la seconda guerra mondiale:
“Ero solo un bambino quando i soldati con i fucili con le baionette marciarono sul nostro vialetto, bussarono alla nostra porta e ci ordinarono di uscire. Ricordo le lacrime di mia madre mentre raccoglievamo quel poco che potevamo portare con noi e poi fummo mandati a vivere per molte settimane in un'unica angusta stalla per cavalli. I nostri conti bancari furono congelati, le nostre attività chiuse e le nostre case con la maggior parte dei nostri averi furono abbandonate, tutto a causa del nostro aspetto".
“Pochi mesi dopo, siamo stati spediti nelle paludi, a più di mille miglia di distanza, con un'automotrice. Misero tutti cento ventimila di noi dentro recinti di filo spinato, con le mitragliatrici puntate contro di noi dalle torri di guardia. Dormivamo in baracche infestate da insetti, mangiavamo in una mensa rumorosa e ci sfogavamo in latrine comuni che non avevano pareti tra i box. Ci venivano negate medicine, ripari e rifornimenti adeguati. Ricordo che da bambino guardavo in alto verso la bandiera degli Stati Uniti nella stanza, mentre recitavamo il giuramento di fedeltà, con quelle parole ironiche che riecheggiavano: "con libertà e giustizia per tutti".
“L'Ordine Esecutivo 9066, firmato dal Presidente Franklin Delano Roosevelt, fu emesso sulla base della premessa che non ci si poteva fidare di chiunque avesse origini giapponesi e che doveva essere trattato come un nemico, anche di coloro che erano cittadini americani, nati in questa terra. Non eravamo visti come persone singole, ma come una minaccia gialla da affrontare, e con durezza. I fucili puntati su di noi in ogni momento ci ricordavano che se avessimo anche solo provato a difendere la nostra dignità, ci sarebbero state conseguenze violente. L'ordine e il conseguente confino sono stati una grave violazione della Costituzione e del giusto processo, in quanto siamo stati trattenuti, senza processo e senza accusa, in attesa del nostro destino".
Il governo americano rese la guerra contro il Giappone una guerra di razza. Una montagna di poster americani della seconda guerra mondiale e altro materiale di propaganda si incentrano sulla razza. Inculcarono nella testa del pubblico che i giapponesi erano meno che umani, simili ai ratti. Causarono molte atrocità contro i soldati giapponesi e i civili giapponesi durante la guerra, siccome ai soldati americani veniva insegnato che queste persone non erano umani.
“... i Marines disconoscono una "licenza di caccia ai giapponesi" distribuita dai loro reclutatori a Chicago. Tuttavia, per la settima campagna di prestiti di guerra della primavera successiva, il Dipartimento della Guerra produsse per il pubblico il film Action ad Anguar, in cui il narratore pronunciava questa frase mentre gli spettatori vedevano un filmato reale di soldati giapponesi bruciati vivi: "A questo punto avevamo sparato, fatto esplodere o cucinato seicento di quelle piccole scimmie.”
-The Censored War, p. 87, George H. Roeder Jr., (c)1993
[I giapponesi erano ratti secondo il governo degli Stati Uniti]
I nippo-americani erano anche trattati come subumani dal governo degli Stati Uniti. Durante la perquisizione di una delle baracche in un campo:
“... i soldati puntarono la mitragliatrice sui prigionieri disarmati e li costrinsero a rimanere in mutande nella neve per ore…”
-Inside America's Concentration Camps, James L. Dickerson, 2010, pg.143
La citazione qui sotto sottolinea con precisione che i nippo-americani non avevano alcun diritto.
“Il governo ha violato almeno la metà dei dieci emendamenti che compongono la Carta dei Diritti con la sua decisione di allontanare gli americani di origine giapponese, la maggior parte dei quali erano cittadini statunitensi...".
--La guerra censurata, pag. 90, George H. Roeder Jr., (c)1993
In alcune occasioni il presidente Roosevelt si è persino riferito ai campi come "campi di concentramento". Ed è esattamente quello che erano.
“… Il campo stesso era sorprendente. Sei carri armati erano allineati in modo minaccioso.
Intorno al campo fu costruita una doppia recinzione di filo spinato. E la guardia fu aumentata a più di mille soldati armati...”
-Inside America's Concentration Camps, James L. Dickerson, 2010, pag.140
L'autore James L. Dickerson si è giustamente riferito a questi giapponesi come a "un popolo che era stato privato delle proprie libertà e imprigionato in campi appena superiori alle cucce dei cani...".
[Sopra: gli Stati Uniti usarono “la propaganda dell’atrocità” in molti modi contro il Giappone. Una delle preferite era mentire sul trattamento dei giapponesi sui loro nemici in Cina. Il poster dichiara che i giapponesi usarono del gas velenoso. I media americani spinsero ripetitivamente per l’uso americano del gas contro il Giappone con titoli come “Dovremmo gasare il Giappone” (1943), “Li cucini meglio con il gas” (1944) e “Dovremmo gasare i giappi?” (1945). Roosevelt emise ferme avvertenze ai giapponesi riguardanti l’uso delle armi chimiche. Ma chi si stava davvero preparando a usare la guerra chimica? L’America e la Gran Bretagna. Volete le prove? Continuate a leggere.]
Verso la fine della guerra l’America aveva prodotto e immagazzinato una colossale quantità di armi chimiche, 135.000 tonnellate! Sono 20.000 tonnellate in più rispetto a ogni nazione che stava combattendo nella seconda guerra mondiale!
[A Higher Form of Killing, Robert Harris and Jeremy Paxman, p. 130, (c)1982]
[Sopra: Una massiccia scorta americana di gas mostarda liquido nei giorni precedenti l'ingresso dell'America nella Seconda Guerra Mondiale].
La parte due arriverà presto dato che non posso inserire più di cinque immagini.