SaqqaraNox
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Names of Zeus: Thor
Nomi di Zeus: Thor
Thor è spesso ricordato come uno degli Dèi più eminenti dell’era vichinga Norrena, il possente portatore del martello Mjölnir, destinato a combattere il serpente del mondo Jörmungandr durante il Ragnarök, la fine dei tempi. Tuttavia, Thor non era venerato solo nella Scandinavia dell’epoca vichinga, ma anche nell’antica Germania, sia prima che durante l’occupazione romana e il suo culto si estese fino alle prime fasi dell’Inghilterra.
Nell'antica lingua norrena, il nome di Thor è Þórr (che sarà esaminato più approfonditamente), con equivalenti simili nell'antico Inglese, nell'alto Germanico e nell'antico Sassone, rispettivamente Þunor, Donar e Thunar. Risalendo ancora più indietro fino al proto-germanico, troviamo Þunaraz, che presenta un notevole legame linguistico con il Dio Celtico del tuono Taranis, considerato dai Romani il Giove dei Galli.
Forse la testimonianza più evidente della perdurante rilevanza del suo nome si trova nel nome inglese del giorno della settimana Thursday, tradizionalmente derivato dall'antico Inglese Thunor’s Day, il giorno del pianeta Giove. Oltre a questo, Thor mantiene una popolarità particolare anche nella cultura contemporanea, specialmente in Scandinavia, così come all'interno dei moderni movimenti eteni/pagani.
Fin dai tempi della cristianizzazione dell’Europa, Thor è stato invocato come un simbolo diffuso di resistenza. Mentre i cristiani segnavano luoghi e oggetti con l’iconografia della croce, divenne sempre più comune per i fedeli della religione tradizionale usare il simbolo di Mjölnir per lo stesso scopo. Allo stesso modo in cui i cristiani iniziarono a dare ai loro figli nomi tratti dalla Bibbia, coloro che rimasero fedeli alla loro fede chiamarono i propri figli Thor. Entrambi questi fenomeni risultano più evidenti, sia storicamente che archeologicamente, nelle aree dove l’influenza cristiana si era maggiormente radicata.
POTERE E TEMPIO DI THOR
La paura del potere di Thor era tale che, già prima dell'epoca vichinga, i cristiani non mancarono di attaccare il suo nome in tutta la Germania. Coloro che si convertivano dal Paganesimo al cristianesimo erano costretti a considerare i loro Dèi come Dèmoni, rinnegando in particolare Odino, Týr e Thor sopra tutti. Nell'VIII secolo e.V., un missionario cristiano noto come San Bonifacio fu talmente indignato dal fatto che i Germani, nonostante la loro apparente "conversione" al cristianesimo, continuassero ad aderire a certe tradizioni e culti, da compiere un atto particolarmente blasfemo: abbattere la Quercia di Donar, un albero sacro ai Pagani germanici, che anche i Romani associavano naturalmente a Giove (chiamandolo infatti la Quercia di Giove). Giustamente, Bonifacio stesso trovò infine una morte violenta, ucciso proprio da coloro che tentava di indottrinare, mentre sollevava il suo Vangelo invano.
Durante l'era vichinga, la statua di Thor si trovava al centro del Tempio di Uppsala in Svezia, considerato il centro più sacro della religione Norrena dell'epoca, affiancata da statue separate di Odino e Freyr. Anche un osservatore cristiano fu in grado di notare il parallelo evidente tra la rappresentazione di Thor e quella del Romano Giove, aggiungendo che Thor veniva invocato in tempi di carestia o malattia.
Sebbene Thor fosse indubbiamente un Dio guerriero, le sue associazioni erano profondamente sfaccettate, specialmente al di là degli aspetti spesso mostrati nella cultura comune odierna. Thor era, dopotutto, un protettore dell'umanità senza pari, un santificatore di rune, momenti e luoghi, e un portatore di fertilità.
Le iscrizioni runiche su amuleti personali e pietre runiche offrono uno spunto sulla percezione di Thor. Uno di questi amuleti sopravvissuti, risalente al II secolo e.V. in Inghilterra, è inciso con un'affermazione di guarigione contro un male specifico.
"Gyrill, causa delle ferite, ora vai! Sei stato trovato! Che Thor ti santifichi, signore dei troll. Causa delle ferite di Gyrill. Contro il pus nelle vene".
Qui, Thor viene invocato per liberare qualcuno da una contaminazione del sangue, attraverso l'esilio dell'entità responsabile, come era tipico delle superstizioni dell'epoca. Sebbene un'affermazione apparentemente semplice, l'invocazione di Thor in questo contesto rivela una comprensione ben più profonda del Dio di quanto si possa supporre a prima vista.
In particolare, uno dei ruoli principali di Thor nella mitologia era la difesa di Asgard (e di Midgard/umanità per estensione) contro vari nemici, soprattutto contro i Jotun, cioè i Giganti, spesso comunemente considerati come troll (come visto sopra) o thurs/thurses.
THORN
Al di fuori della connessione linguistica ovvia tra il nome di Thor e Thurs, la runa più evidente condivisa tra le rappresentazioni tradizionali del nome è Þ (visibile nell'antico Norreno Þórr e Þorn rispettivamente). Chiunque abbia conoscenza delle rune riconoscerà naturalmente la runa thorn o thurisaz.
Le radici linguistiche comuni di questi nomi (insieme al discorso new ager in merito alle rune) hanno creato una grande confusione riguardo alla natura di thurisaz e alla sua relazione con Thor (e per estensione, con Zeus) come Dèi. Sebbene alcuni siano giunti in modo strano a considerare thurisaz come qualcosa che rappresenta solo i giganti (e la malattia e la distruzione generale che portano), credendo quindi che sia una runa da utilizzare esclusivamente per maledire, la verità è molto più complessa, e le specifiche di questa connessione saranno approfondite.
La connessione con i giganti qui è più di una semplice rappresentazione di thurisaz come simbolo dei giganti, poiché thurisaz è anche una rappresentazione del Mjölnir di Thor, che abbatte i giganti, forze simboliche che resistono all'espansione di Asgard degli Æsir, o di una società superiore e ordinata (un concetto spesso mostrato in contrasto anche nel conflitto Æsir/Vanir). Sì, thurisaz è una forza di forte distruzione, ma quando viene rappresentato come il Mjölnir brandito da Thor, si può interpretare come un controllo su tali poteri, dato il potere e la saggezza del suo utilizzatore.
Quasi in ogni possibile aspetto, le energie di thurisaz sono una diretta opposizione all'inconscio, o al dominio degli ignoranti e dei brutali (poiché i giganti sono comunemente considerati non illuminati e bruti voraci). Qui, il ruolo di Thor dovrebbe ora essere più chiaro, come campione degli Dèi che protegge e libera gli esseri umani dal governo violento, attraverso la sua incarnazione come forza combattiva suprema (si può vedere un parallelo ulteriore con l'epiteto Eleutherios di Zeus). Inoltre, thurisaz può essere considerata anche una runa di fertilità, simile allo stesso Thor. Thurisaz è riferita come la runa degli strumenti, non solo nel senso del martello di Thor, ma degli strumenti in generale.
Si può immaginare come un contadino rompa la terra dura e sterile per renderla fertile e lavorabile. Ci sono, naturalmente, connessioni più profonde che legano thurisaz a kenaz come rune strumento e cose che simboleggiano la coscienza umana rispetto all'inconscio e al bestiale. Dopo tutto, anche nelle moderne accademie, uno degli aspetti simbolici che dimostrano il processo di "evoluzione" dell'umanità è l'inizio dell'uso degli strumenti. La lotta contro queste forze inconsce è una battaglia eterna, e il fulmine come grande rompitore di modelli e patesi è un simbolo condiviso praticamente da tutte le antiche culture gentili. Ancora oggi, i momenti di genio vengono definiti "scoperte" o "colpi" di ispirazione improvvisa.
Per quanto riguarda gli aspetti inversi o oscuri di thurisaz, queste connessioni sono ulteriormente presentate nei poemi runici antichi.
Si ritiene che "Saturno" sia un sostituto di Útgarða-Loki (da non confondere con l'altro Loki), un sovrano del mondo di Jotunheim con cui Thor entra in numerosi conflitti simbolici (l'ultimo dei quali è una lotta con una vecchia che si rivela essere la manifestazione della vecchiaia/entropia). Tuttavia, l'elemento più rilevante da notare qui è l'allegorica "tortura delle donne". Esiste, naturalmente, un precedente storico che afferma che le donne soffrano di più quando la società è perduta nella violenza e nell'ignoranza barbariche (come si vede soprattutto dove l'Islam si è diffuso), e sebbene la maggior parte associ alla figura di Thor e al suo martello l'elemento maschile, è stato forse ancora più comune che le donne indossassero l'icona del martello come amuleto protettivo.
DIO DELLA FERTILITÀ
Per chi conosce la fiaba, La Bella Addormentata mostra una Principessa destinata a pungersi il dito su un fuso e a cadere in un sonno profondo simile alla morte. Un sonno che può essere rotto solo dal bacio di un Principe. Oltre alla rappresentazione di thurisaz come una lotta contro l'inconscio, essa rappresenta anche l'eros maschile/vitalità maschile, o la forza spirituale attiva maschile e quella passiva femminile, ovvero lo Yin e lo Yang. Anche nel discorso moderno, ci sono pochi Dèi comunemente considerati aventi qualità apertamente maschili come Thor.
Qui, possiamo considerare la funzione di Thor come Dio della fertilità, e va anche notata la sua relazione con sua moglie Sif. Sif è tradizionalmente considerata una Dea della Terra (richiamando un antico meccanismo allegorico visto in Egitto con Geb e Nut), mentre Thor è un Dio del Cielo. C'è un legame evidente qui, dato che Thor, come Dio del Cielo e quindi del tempo atmosferico, ha un'associazione con la pioggia e la fertilità che essa porta, ma la simbologia va oltre.
Sif è tipicamente associata (e spesso raffigurata) con lunghi capelli dorati, ed è mostrata mentre detiene o è ckrcondata da campi di grano dorato. In una poesia contenuta all'interno della più grande raccolta della Prosa Edda, Loki è descritto mentre taglia i capelli dorati di Sif. Thor lo cattura e lo afferra, chiedendogli di creare un nuovo copricapo per lei. Loki accetta e commissiona ai Nani di creare un copricapo d'oro per Sif, e anche regali per gli altri Dei per rimediare alla sua trasgressione, tra cui la lancia di Odino, Gungnir (che successivamente usò per impalarsi e acquisire la conoscenza delle rune mentre pendeva da Yggdrassil), e, cosa appropriata, il martello di Thor, Mjöllnir.
Un altro episodio mostra una discussione tra Thor e Hárbarðr, che è considerato Odino travestito. L'evento si svolge in un luogo di incontro delle acque, con Thor che necessita di attraversare, ma Hárbarðr continua a provocarlo, insinuando l'infedeltà di sua moglie. Qui, Thor fa riferimento alle sue numerose battaglie nell'Est, a Jotunheim, e alla caduta dei giganti, come prova del suo valore, ma Hárbarðr continua a deriderlo mentre si svolge una battaglia di scherni (ossia una guerra poetica di parole). Alla fine, Thor ne ha abbastanza e prende la strada più lunga per tornare a Asgard. Qui, emerge una distinzione che era evidente nella cultura norrena. Odino, più astuto e moralmente ambiguo, era spesso visto come un Dio della casta aristocratica e dei guerrieri d'élite, mentre Thor era tipicamente considerato il liberatore e l'eroe dell'uomo comune. Odino, nei panni di Hárbarðr, si vanta delle sue abilità magiche e della sua conoscenza, mentre Thor parla delle sue grandi vittorie sui giganti.
Forse il tema mitologico più comunemente associato a Thor è il già citato Ragnarok e la sua battaglia contro il serpente del mondo Jörmungandr. Chiunque abbia una conoscenza superficiale dei temi mitologici politeisti riconoscerà la battaglia tra il Dio del Tuono e il Serpente. Similmente al Greco Tifone, Jörmungandr è anche descritto come possessore di un potente veleno e rappresenta lo stesso meccanismo allegorico. Cioè, a causa del livello spiritualmente degenerato dell'umanità, l'innalzamento del Serpente Kundalini è diventato difficile e persino pericoloso.
Durante le sfide precedentemente menzionate con Útgarða-Loki, Thor ha il compito di sollevare il gatto del gigante sopra la sua testa, un'impresa che fatica a completare nella sua interezza, ma che riesce a portare a termine ben oltre quanto chiunque alla corte del gigante avrebbe mai immaginato. Viene poi rivelato che il gatto era Jörmungandr nascosto (ancora una volta, coloro che sono ben versati nelle tradizioni spirituali riconosceranno facilmente gli aspetti simbolici del gatto e del serpente, simili ai meccanismi egiziani antichi che coinvolgono Bastet e Apep).
SIMBOLISMO DEL SERPENTE
Sono solo Thor e il suo Mjölnir ad avere la capacità di sconfiggere Jörmungandr, liberando Midgard dal veleno del serpente, dopo di che viene mostrato mentre compie nove passi prima di soccombere alle sue ferite. Dopo gli eventi del Ragnarok, con i fuochi spenti e le acque dell'inondazione ritirate, il mondo appare rigenerato in uno stato verde e incontaminato.
Gli aspetti rigenerativi di Thor sono ben noti, ma va anche osservato che, nonostante la morte e il numero 9 abbiano un particolare simbolismo all'interno del mito (thurisaz stesso può essere considerato come governante della "rinascita" attraverso la "morte"), la "morte" degli Dèi non era sempre un aspetto della mitologia norrena. Le poesie scaldiche più antiche in Scandinavia ritraggono la sconfitta di Jörmungandr per mano di Thor durante una battuta di pesca, in cui egli aggancia Jörmungandr, lo tira su dalle profondità, per poi sconfiggerlo con un colpo alla testa con il suo martello (raffigurato sopra).
Fino ad oggi, Thor rimane onnipresente anche nel folklore Scandinavo moderno. Le rappresentazioni errate della divinità nella cultura pop hanno fatto ben poco per affievolire o alterare la sua popolarità, con Mjölnir che continua a essere una figura comune come collana nel neopaganesimo e anche al di fuori di esso. Soprattutto tra le generazioni più anziane, esiste una battuta culturale comune secondo cui la mancanza di troll nella vita quotidiana è la prova del fulmine di Thor, che ancora li tiene lontani.
Anche al di là dei movimenti moderni di ereditarietà pagana, Thor mantiene una presenza di culto tra gli animisti Sami moderni sotto la forma di Thoragalles o Tiermes. Ancora oggi, il Dio viene rappresentato con il suo martello, presiedendo alle tempeste e alla protezione del popolo contro i troll e altri spiriti negativi.
BIBLIOGRAFIA
Il segreto delle rune di Guido von List
Il poema di Harbarth
Dizionario della mitologia nordica di Rudolf Simek
Edda in prosa (traduzione di Arthur Gilchrist Brodeur)
CREDITO:
Arcadia (tutto l'articolo)
GT Karnonnos (chiarimenti)
Nomi di Zeus: Thor

Thor è spesso ricordato come uno degli Dèi più eminenti dell’era vichinga Norrena, il possente portatore del martello Mjölnir, destinato a combattere il serpente del mondo Jörmungandr durante il Ragnarök, la fine dei tempi. Tuttavia, Thor non era venerato solo nella Scandinavia dell’epoca vichinga, ma anche nell’antica Germania, sia prima che durante l’occupazione romana e il suo culto si estese fino alle prime fasi dell’Inghilterra.
Nell'antica lingua norrena, il nome di Thor è Þórr (che sarà esaminato più approfonditamente), con equivalenti simili nell'antico Inglese, nell'alto Germanico e nell'antico Sassone, rispettivamente Þunor, Donar e Thunar. Risalendo ancora più indietro fino al proto-germanico, troviamo Þunaraz, che presenta un notevole legame linguistico con il Dio Celtico del tuono Taranis, considerato dai Romani il Giove dei Galli.
Forse la testimonianza più evidente della perdurante rilevanza del suo nome si trova nel nome inglese del giorno della settimana Thursday, tradizionalmente derivato dall'antico Inglese Thunor’s Day, il giorno del pianeta Giove. Oltre a questo, Thor mantiene una popolarità particolare anche nella cultura contemporanea, specialmente in Scandinavia, così come all'interno dei moderni movimenti eteni/pagani.
Fin dai tempi della cristianizzazione dell’Europa, Thor è stato invocato come un simbolo diffuso di resistenza. Mentre i cristiani segnavano luoghi e oggetti con l’iconografia della croce, divenne sempre più comune per i fedeli della religione tradizionale usare il simbolo di Mjölnir per lo stesso scopo. Allo stesso modo in cui i cristiani iniziarono a dare ai loro figli nomi tratti dalla Bibbia, coloro che rimasero fedeli alla loro fede chiamarono i propri figli Thor. Entrambi questi fenomeni risultano più evidenti, sia storicamente che archeologicamente, nelle aree dove l’influenza cristiana si era maggiormente radicata.
POTERE E TEMPIO DI THOR
La paura del potere di Thor era tale che, già prima dell'epoca vichinga, i cristiani non mancarono di attaccare il suo nome in tutta la Germania. Coloro che si convertivano dal Paganesimo al cristianesimo erano costretti a considerare i loro Dèi come Dèmoni, rinnegando in particolare Odino, Týr e Thor sopra tutti. Nell'VIII secolo e.V., un missionario cristiano noto come San Bonifacio fu talmente indignato dal fatto che i Germani, nonostante la loro apparente "conversione" al cristianesimo, continuassero ad aderire a certe tradizioni e culti, da compiere un atto particolarmente blasfemo: abbattere la Quercia di Donar, un albero sacro ai Pagani germanici, che anche i Romani associavano naturalmente a Giove (chiamandolo infatti la Quercia di Giove). Giustamente, Bonifacio stesso trovò infine una morte violenta, ucciso proprio da coloro che tentava di indottrinare, mentre sollevava il suo Vangelo invano.
Durante l'era vichinga, la statua di Thor si trovava al centro del Tempio di Uppsala in Svezia, considerato il centro più sacro della religione Norrena dell'epoca, affiancata da statue separate di Odino e Freyr. Anche un osservatore cristiano fu in grado di notare il parallelo evidente tra la rappresentazione di Thor e quella del Romano Giove, aggiungendo che Thor veniva invocato in tempi di carestia o malattia.
Sebbene Thor fosse indubbiamente un Dio guerriero, le sue associazioni erano profondamente sfaccettate, specialmente al di là degli aspetti spesso mostrati nella cultura comune odierna. Thor era, dopotutto, un protettore dell'umanità senza pari, un santificatore di rune, momenti e luoghi, e un portatore di fertilità.
Le iscrizioni runiche su amuleti personali e pietre runiche offrono uno spunto sulla percezione di Thor. Uno di questi amuleti sopravvissuti, risalente al II secolo e.V. in Inghilterra, è inciso con un'affermazione di guarigione contro un male specifico.
"Gyrill, causa delle ferite, ora vai! Sei stato trovato! Che Thor ti santifichi, signore dei troll. Causa delle ferite di Gyrill. Contro il pus nelle vene".
Qui, Thor viene invocato per liberare qualcuno da una contaminazione del sangue, attraverso l'esilio dell'entità responsabile, come era tipico delle superstizioni dell'epoca. Sebbene un'affermazione apparentemente semplice, l'invocazione di Thor in questo contesto rivela una comprensione ben più profonda del Dio di quanto si possa supporre a prima vista.
In particolare, uno dei ruoli principali di Thor nella mitologia era la difesa di Asgard (e di Midgard/umanità per estensione) contro vari nemici, soprattutto contro i Jotun, cioè i Giganti, spesso comunemente considerati come troll (come visto sopra) o thurs/thurses.
THORN
Al di fuori della connessione linguistica ovvia tra il nome di Thor e Thurs, la runa più evidente condivisa tra le rappresentazioni tradizionali del nome è Þ (visibile nell'antico Norreno Þórr e Þorn rispettivamente). Chiunque abbia conoscenza delle rune riconoscerà naturalmente la runa thorn o thurisaz.
Le radici linguistiche comuni di questi nomi (insieme al discorso new ager in merito alle rune) hanno creato una grande confusione riguardo alla natura di thurisaz e alla sua relazione con Thor (e per estensione, con Zeus) come Dèi. Sebbene alcuni siano giunti in modo strano a considerare thurisaz come qualcosa che rappresenta solo i giganti (e la malattia e la distruzione generale che portano), credendo quindi che sia una runa da utilizzare esclusivamente per maledire, la verità è molto più complessa, e le specifiche di questa connessione saranno approfondite.
La connessione con i giganti qui è più di una semplice rappresentazione di thurisaz come simbolo dei giganti, poiché thurisaz è anche una rappresentazione del Mjölnir di Thor, che abbatte i giganti, forze simboliche che resistono all'espansione di Asgard degli Æsir, o di una società superiore e ordinata (un concetto spesso mostrato in contrasto anche nel conflitto Æsir/Vanir). Sì, thurisaz è una forza di forte distruzione, ma quando viene rappresentato come il Mjölnir brandito da Thor, si può interpretare come un controllo su tali poteri, dato il potere e la saggezza del suo utilizzatore.
Quasi in ogni possibile aspetto, le energie di thurisaz sono una diretta opposizione all'inconscio, o al dominio degli ignoranti e dei brutali (poiché i giganti sono comunemente considerati non illuminati e bruti voraci). Qui, il ruolo di Thor dovrebbe ora essere più chiaro, come campione degli Dèi che protegge e libera gli esseri umani dal governo violento, attraverso la sua incarnazione come forza combattiva suprema (si può vedere un parallelo ulteriore con l'epiteto Eleutherios di Zeus). Inoltre, thurisaz può essere considerata anche una runa di fertilità, simile allo stesso Thor. Thurisaz è riferita come la runa degli strumenti, non solo nel senso del martello di Thor, ma degli strumenti in generale.
Si può immaginare come un contadino rompa la terra dura e sterile per renderla fertile e lavorabile. Ci sono, naturalmente, connessioni più profonde che legano thurisaz a kenaz come rune strumento e cose che simboleggiano la coscienza umana rispetto all'inconscio e al bestiale. Dopo tutto, anche nelle moderne accademie, uno degli aspetti simbolici che dimostrano il processo di "evoluzione" dell'umanità è l'inizio dell'uso degli strumenti. La lotta contro queste forze inconsce è una battaglia eterna, e il fulmine come grande rompitore di modelli e patesi è un simbolo condiviso praticamente da tutte le antiche culture gentili. Ancora oggi, i momenti di genio vengono definiti "scoperte" o "colpi" di ispirazione improvvisa.
Per quanto riguarda gli aspetti inversi o oscuri di thurisaz, queste connessioni sono ulteriormente presentate nei poemi runici antichi.
"Thurs (gigante) è tortura delle donne, abitante delle scogliere, e marito di una gigante, il thegn di Saturno".
Si ritiene che "Saturno" sia un sostituto di Útgarða-Loki (da non confondere con l'altro Loki), un sovrano del mondo di Jotunheim con cui Thor entra in numerosi conflitti simbolici (l'ultimo dei quali è una lotta con una vecchia che si rivela essere la manifestazione della vecchiaia/entropia). Tuttavia, l'elemento più rilevante da notare qui è l'allegorica "tortura delle donne". Esiste, naturalmente, un precedente storico che afferma che le donne soffrano di più quando la società è perduta nella violenza e nell'ignoranza barbariche (come si vede soprattutto dove l'Islam si è diffuso), e sebbene la maggior parte associ alla figura di Thor e al suo martello l'elemento maschile, è stato forse ancora più comune che le donne indossassero l'icona del martello come amuleto protettivo.
DIO DELLA FERTILITÀ
Per chi conosce la fiaba, La Bella Addormentata mostra una Principessa destinata a pungersi il dito su un fuso e a cadere in un sonno profondo simile alla morte. Un sonno che può essere rotto solo dal bacio di un Principe. Oltre alla rappresentazione di thurisaz come una lotta contro l'inconscio, essa rappresenta anche l'eros maschile/vitalità maschile, o la forza spirituale attiva maschile e quella passiva femminile, ovvero lo Yin e lo Yang. Anche nel discorso moderno, ci sono pochi Dèi comunemente considerati aventi qualità apertamente maschili come Thor.

Qui, possiamo considerare la funzione di Thor come Dio della fertilità, e va anche notata la sua relazione con sua moglie Sif. Sif è tradizionalmente considerata una Dea della Terra (richiamando un antico meccanismo allegorico visto in Egitto con Geb e Nut), mentre Thor è un Dio del Cielo. C'è un legame evidente qui, dato che Thor, come Dio del Cielo e quindi del tempo atmosferico, ha un'associazione con la pioggia e la fertilità che essa porta, ma la simbologia va oltre.
Sif è tipicamente associata (e spesso raffigurata) con lunghi capelli dorati, ed è mostrata mentre detiene o è ckrcondata da campi di grano dorato. In una poesia contenuta all'interno della più grande raccolta della Prosa Edda, Loki è descritto mentre taglia i capelli dorati di Sif. Thor lo cattura e lo afferra, chiedendogli di creare un nuovo copricapo per lei. Loki accetta e commissiona ai Nani di creare un copricapo d'oro per Sif, e anche regali per gli altri Dei per rimediare alla sua trasgressione, tra cui la lancia di Odino, Gungnir (che successivamente usò per impalarsi e acquisire la conoscenza delle rune mentre pendeva da Yggdrassil), e, cosa appropriata, il martello di Thor, Mjöllnir.
Un altro episodio mostra una discussione tra Thor e Hárbarðr, che è considerato Odino travestito. L'evento si svolge in un luogo di incontro delle acque, con Thor che necessita di attraversare, ma Hárbarðr continua a provocarlo, insinuando l'infedeltà di sua moglie. Qui, Thor fa riferimento alle sue numerose battaglie nell'Est, a Jotunheim, e alla caduta dei giganti, come prova del suo valore, ma Hárbarðr continua a deriderlo mentre si svolge una battaglia di scherni (ossia una guerra poetica di parole). Alla fine, Thor ne ha abbastanza e prende la strada più lunga per tornare a Asgard. Qui, emerge una distinzione che era evidente nella cultura norrena. Odino, più astuto e moralmente ambiguo, era spesso visto come un Dio della casta aristocratica e dei guerrieri d'élite, mentre Thor era tipicamente considerato il liberatore e l'eroe dell'uomo comune. Odino, nei panni di Hárbarðr, si vanta delle sue abilità magiche e della sua conoscenza, mentre Thor parla delle sue grandi vittorie sui giganti.
Forse il tema mitologico più comunemente associato a Thor è il già citato Ragnarok e la sua battaglia contro il serpente del mondo Jörmungandr. Chiunque abbia una conoscenza superficiale dei temi mitologici politeisti riconoscerà la battaglia tra il Dio del Tuono e il Serpente. Similmente al Greco Tifone, Jörmungandr è anche descritto come possessore di un potente veleno e rappresenta lo stesso meccanismo allegorico. Cioè, a causa del livello spiritualmente degenerato dell'umanità, l'innalzamento del Serpente Kundalini è diventato difficile e persino pericoloso.
Durante le sfide precedentemente menzionate con Útgarða-Loki, Thor ha il compito di sollevare il gatto del gigante sopra la sua testa, un'impresa che fatica a completare nella sua interezza, ma che riesce a portare a termine ben oltre quanto chiunque alla corte del gigante avrebbe mai immaginato. Viene poi rivelato che il gatto era Jörmungandr nascosto (ancora una volta, coloro che sono ben versati nelle tradizioni spirituali riconosceranno facilmente gli aspetti simbolici del gatto e del serpente, simili ai meccanismi egiziani antichi che coinvolgono Bastet e Apep).
SIMBOLISMO DEL SERPENTE
Sono solo Thor e il suo Mjölnir ad avere la capacità di sconfiggere Jörmungandr, liberando Midgard dal veleno del serpente, dopo di che viene mostrato mentre compie nove passi prima di soccombere alle sue ferite. Dopo gli eventi del Ragnarok, con i fuochi spenti e le acque dell'inondazione ritirate, il mondo appare rigenerato in uno stato verde e incontaminato.

Gli aspetti rigenerativi di Thor sono ben noti, ma va anche osservato che, nonostante la morte e il numero 9 abbiano un particolare simbolismo all'interno del mito (thurisaz stesso può essere considerato come governante della "rinascita" attraverso la "morte"), la "morte" degli Dèi non era sempre un aspetto della mitologia norrena. Le poesie scaldiche più antiche in Scandinavia ritraggono la sconfitta di Jörmungandr per mano di Thor durante una battuta di pesca, in cui egli aggancia Jörmungandr, lo tira su dalle profondità, per poi sconfiggerlo con un colpo alla testa con il suo martello (raffigurato sopra).

Fino ad oggi, Thor rimane onnipresente anche nel folklore Scandinavo moderno. Le rappresentazioni errate della divinità nella cultura pop hanno fatto ben poco per affievolire o alterare la sua popolarità, con Mjölnir che continua a essere una figura comune come collana nel neopaganesimo e anche al di fuori di esso. Soprattutto tra le generazioni più anziane, esiste una battuta culturale comune secondo cui la mancanza di troll nella vita quotidiana è la prova del fulmine di Thor, che ancora li tiene lontani.
Anche al di là dei movimenti moderni di ereditarietà pagana, Thor mantiene una presenza di culto tra gli animisti Sami moderni sotto la forma di Thoragalles o Tiermes. Ancora oggi, il Dio viene rappresentato con il suo martello, presiedendo alle tempeste e alla protezione del popolo contro i troll e altri spiriti negativi.
BIBLIOGRAFIA
Il segreto delle rune di Guido von List
Il poema di Harbarth
Dizionario della mitologia nordica di Rudolf Simek
Edda in prosa (traduzione di Arthur Gilchrist Brodeur)
CREDITO:
Arcadia (tutto l'articolo)
GT Karnonnos (chiarimenti)