TheHermit
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Death, Suicide, Idealization
Alexandros Iowno [JG]
12 novembre 2020
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Alexandros Iowno [JG]
12 novembre 2020
Death, Suicide, Idealization
I care extremely for my brothers and sisters, and I have a never-ending love for our Gods. I hope to approach a heavy subject in my writing today. In this month, November, my Serpent and Guardian Demon Anubis showed me about the real death and the deepest depths that someone can go, to my...

Morte, suicidio, idealizzazione
Ho estremamente a cuore i miei fratelli e le mie sorelle e provo un amore infinito per i nostri Dei. Spero di approcciare oggi una materia pesante con la mia scrittura. Durante questo mese, novembre, il mio Serpente e demone guardiano Anubis mi ha mostrato la vera morte e le profondità più profonde dove qualcuno può andare, secondo la mia capacità di avanzamento attuale.
Mi sono ritrovato recentemente in completa adorazione del Serpente, in un senso totalmente fanatico. Tutti i desideri fisici nella mia vita si sono ritrovati solo come la necessità per la verità assoluta, trovata dal legame del Serpente. La meraviglia e l’adorazione sono solo un disservizio alla situazione reale da descrivere. Per la prima volta i Serpente si è mostrato a me come un bambino afferrando con forza la mia mano sorridendo. Ero pieno di lacrime. È stato difficile, ma ineluttabile, ammettere e confrontare pesanti verità. Ho realizzato che per essere un Dio, l’esperienza della potenzialità è l’espressione infinita nella singolare esperienza oggettiva. Che è poi tradotta del sé oggettivo. Voglio condividere la mia comprensione e aiutare colore che ne hanno bisogno.
C’è un problema profondo che circonda ogni cosa su cui la mente semplice si sofferma e processa. La benedizione e la maledizione, strumenti trasformativi, usati contro la mentre fragile è l’idealizzazione di ogni cosa.
La psiche, la mente, è solo una parte di chi siamo. Non identificatevi in essa, ma usatela come uno strumento. Come un modo intermediario per esprimere, usare e scambiare informazioni.
“L’idealizzazione” può essere usata volutamente e con discernimento totale in modi che sono necessari alla natura umana e attività specifiche, essendo uno stato rappresentativo della comunicazione e dell’inserimento in scambi privi di esperienza alcuni potrebbero dire che è necessaria.
Per quanto riguarda il mondo presente, è usata intenzionalmente contro l’umanità, è un metodo di lavaggio del cervello che si rivolge alla massa. È un metodo di estorsione e perversione, come sempre… ogni cosa che il nemico tocca è la solita storia. È la cooperazione delle delusioni dei tempi presenti, come la romanticizzazione.
Quando si tratta di un argomento più profondo e destabilizzante, la morte, è necessaria una idealizzazione per le persone più semplici, ma è una dannazione per chi si imbarca sulla via della conoscenza spirituale. La morte, e parlo solo con estrema sincerità ed esperienza, è una materia che solo poche persone possono approcciare e capire, controllare e manipolare e, ultimamente, avere una voce in capitolo o giudizio.
La proiezione soggettiva del fallimento è sempre controllata dall'idea idealizzata di vittimismo, che ha sfumature dolci. Romeo e Giulietta, ma nessuno ha percepito la vera tragedia e il suo scopo. I nichilisti e altre persone avranno, all'opposto, una caduta più terribile se mai vedranno la realtà, “paradossale”.
In altri tempi di guerra, l’idealizzazione della guerra era necessaria per la sopravvivenza e il successo, per i processi trasformativi della vita e dello scopo.
Nell’espansione dell’ideale si trova il suo scopo innato, che è quello di magnetizzare un obiettivo, un punto di controllo, uno scopo. Renderlo desiderabile di fronte a circostanze antietiche. È un componente proiettivo.
È arrivato alla normalizzazione e al tabù, la desensibilizzazione dei sensi e all’etica, una zuppa di malattie che affliggono le nostre vite e ciò che ci circonda. Gli apogei dell’infezione sono presenti in ogni programma televisivo, ogni canzone, ogni rappresentazione. Ognuno, nella sua piccola convinzione di falsità, crede di aver diritto al suicidio. Il gangster muove due panetti di cocaina, fa saltare la testa a qualcuno e pensa che può approcciare la morte. Tutti pensano che la manipolazione della morte è sulla stessa linea della manipolazione delle proiezioni creative. È il contrario: la morte è padrona e le marionette presenti per servire.
Sono quasi disperato per combattere l’atteggiamento irrispettoso verso la vita e persino la morte.
La parola caos è stata propagata e dettagliata nella scrittura per un motivo. C’è un motivo per cui non siamo ancora Dei, c’è un motivo per cui la maggior parte delle persone non possono aumentare la propria vita, ma ha pretese di monumentale egotismo contro una legge e un potere assoluti, la morte. La morte che non è separata dalla vita, la distruzione di cui la parola stessa ha perso di significato nella mente degli umani fragili e sciocchi.
Nella profondità della vita, il caos e il vuoto immenso della distruzione potenziale sono al di là della comprensione per chi non ne ha la capacità. L’assenza della forza vitale si sta raccogliendo verso il nulla caotico. L’insanità è credere che qualcuno possa volere un pezzo di questa realtà su di sé. Il grado di discernimento raggiunge vette negative. Il grado di perdite è assoluto, tutto ciò che siamo è antietico ad esso e incapace di espansione interna in questo senso. Ma per quanto riguarda il diventare un Dio è necessario comprendere quanto sopra, sentirlo e ultimamente sollevarsi sopra di esso in una certa misura. Da quel punto di padronanza, la manipolazione della realtà è unita e possibile in misura perfetta. È fatto anche dall’essenza stessa della vita, il Serpente, che ha il potere della creazione e della distruzione. La distruzione, così come la creazione, si basa sullo stesso principio di potenzialità. Potenzialità che si manifesta nell’incontro con la coscienza, venendo emessa e materializzata su ogni sottile livello.
La vita è composta da illimitate quantità di dolore e morte e illimitate quantità di esaltazioni per la vita e estasi, per noi. Possiamo controllare entrambi. Coloro che sono al di spora di questo sono gli Dei.
Il lutto per la morte come è presente nel mondo di oggi è irrispettoso e molto indesiderabile per quelli che sono morti. Bisogna fare uno sforzo per non mandare altro dolore verso i morti.
Un’altra cosa è che la vera tragedia della morte è sperimentata solo dal deceduto e non “così tanto” da chi è vicino, collegati a colui nella causa. La sofferenza di chi gli era vicino è solo un riverbero dell’effettiva tragedia della coscienza destinata a ripetere il corso della natura fino alla dissipazione.
L’ossessiva natura della morte, cosa che ogni anima ha sperimentato è sperimenterà, è da usare contro di lei. La più alta natura in noi stessi e il seme della verità sono destinati a esprimere angoscia e confronto di fronte all’opposizione. La forza vitale e il nostro seme dato dagli Dei devono manifestarsi nell’infinito e non nella limitazione del tempo e nell’ostacolo.
La morte ha manifestazioni sempre presenti nelle nostre vite e nel continuo del tempo. Per quelli che non avanzano spiritualmente, la morte è già in corso. La morte è solo l’ultima manifestazione del morire, perché in ogni momento presente la manifestazione si espande fino a quell’ultimo stadio. Abbiamo un orologio interno, e anche i pianeti lo hanno per voi, e si sta intensificando in ogni secondo.
Questo è su un piano fisico, ma su un piano mentale abbiamo anche la morte delle credenze, le illusioni, i concetti, i pensieri. Anche su un piano emotivo abbiamo corrispondenze da fare. È naturale che sia così. L’aspetto più elevato che si può trarre dalla morte è la trasformazione e lo sguardo sulla nostra vera natura. Se guardiamo noi stessi come un testimone, possiamo vedere che la trasformazione è personificata in cambiamenti di desideri e carattere, per la necessità di non affrontare la manifestazione più bassa e cruda della morte.
La verso coscienza è al di là dell’ “io” inciso su “me stesso” o sull’ego. L’ego ha molteplici parti di espansione e natura. L’ego è il primo a sperimentare il dolore della morte.
Dobbiamo ricordarci tutti che non solo siamo in guerra, ma il mondo fisico in cui viviamo presenta infinite minacce verso di noi. Siamo destinati a dissiparci nell’infinito e a non esistere, oppure a raffinare la nostra forza vitale e tutto, per includere noi stessi in un livello più alto della manifestazione della natura.
Quando Pan suona il lauto per i bambini e le bambine “perduti”, è per noi da sentire dato che siamo persi in queste predizioni distopiche e dobbiamo elevarci. Dobbiamo danzare per innalzare il Serpente. Dobbiamo sollevarci al di sopra del caos instaurare l’opposto.
Ho estremamente a cuore i miei fratelli e le mie sorelle e provo un amore infinito per i nostri Dei. Spero di approcciare oggi una materia pesante con la mia scrittura. Durante questo mese, novembre, il mio Serpente e demone guardiano Anubis mi ha mostrato la vera morte e le profondità più profonde dove qualcuno può andare, secondo la mia capacità di avanzamento attuale.
Mi sono ritrovato recentemente in completa adorazione del Serpente, in un senso totalmente fanatico. Tutti i desideri fisici nella mia vita si sono ritrovati solo come la necessità per la verità assoluta, trovata dal legame del Serpente. La meraviglia e l’adorazione sono solo un disservizio alla situazione reale da descrivere. Per la prima volta i Serpente si è mostrato a me come un bambino afferrando con forza la mia mano sorridendo. Ero pieno di lacrime. È stato difficile, ma ineluttabile, ammettere e confrontare pesanti verità. Ho realizzato che per essere un Dio, l’esperienza della potenzialità è l’espressione infinita nella singolare esperienza oggettiva. Che è poi tradotta del sé oggettivo. Voglio condividere la mia comprensione e aiutare colore che ne hanno bisogno.
C’è un problema profondo che circonda ogni cosa su cui la mente semplice si sofferma e processa. La benedizione e la maledizione, strumenti trasformativi, usati contro la mentre fragile è l’idealizzazione di ogni cosa.
La psiche, la mente, è solo una parte di chi siamo. Non identificatevi in essa, ma usatela come uno strumento. Come un modo intermediario per esprimere, usare e scambiare informazioni.
“L’idealizzazione” può essere usata volutamente e con discernimento totale in modi che sono necessari alla natura umana e attività specifiche, essendo uno stato rappresentativo della comunicazione e dell’inserimento in scambi privi di esperienza alcuni potrebbero dire che è necessaria.
Per quanto riguarda il mondo presente, è usata intenzionalmente contro l’umanità, è un metodo di lavaggio del cervello che si rivolge alla massa. È un metodo di estorsione e perversione, come sempre… ogni cosa che il nemico tocca è la solita storia. È la cooperazione delle delusioni dei tempi presenti, come la romanticizzazione.
Quando si tratta di un argomento più profondo e destabilizzante, la morte, è necessaria una idealizzazione per le persone più semplici, ma è una dannazione per chi si imbarca sulla via della conoscenza spirituale. La morte, e parlo solo con estrema sincerità ed esperienza, è una materia che solo poche persone possono approcciare e capire, controllare e manipolare e, ultimamente, avere una voce in capitolo o giudizio.
La proiezione soggettiva del fallimento è sempre controllata dall'idea idealizzata di vittimismo, che ha sfumature dolci. Romeo e Giulietta, ma nessuno ha percepito la vera tragedia e il suo scopo. I nichilisti e altre persone avranno, all'opposto, una caduta più terribile se mai vedranno la realtà, “paradossale”.
In altri tempi di guerra, l’idealizzazione della guerra era necessaria per la sopravvivenza e il successo, per i processi trasformativi della vita e dello scopo.
Nell’espansione dell’ideale si trova il suo scopo innato, che è quello di magnetizzare un obiettivo, un punto di controllo, uno scopo. Renderlo desiderabile di fronte a circostanze antietiche. È un componente proiettivo.
È arrivato alla normalizzazione e al tabù, la desensibilizzazione dei sensi e all’etica, una zuppa di malattie che affliggono le nostre vite e ciò che ci circonda. Gli apogei dell’infezione sono presenti in ogni programma televisivo, ogni canzone, ogni rappresentazione. Ognuno, nella sua piccola convinzione di falsità, crede di aver diritto al suicidio. Il gangster muove due panetti di cocaina, fa saltare la testa a qualcuno e pensa che può approcciare la morte. Tutti pensano che la manipolazione della morte è sulla stessa linea della manipolazione delle proiezioni creative. È il contrario: la morte è padrona e le marionette presenti per servire.
Sono quasi disperato per combattere l’atteggiamento irrispettoso verso la vita e persino la morte.
La parola caos è stata propagata e dettagliata nella scrittura per un motivo. C’è un motivo per cui non siamo ancora Dei, c’è un motivo per cui la maggior parte delle persone non possono aumentare la propria vita, ma ha pretese di monumentale egotismo contro una legge e un potere assoluti, la morte. La morte che non è separata dalla vita, la distruzione di cui la parola stessa ha perso di significato nella mente degli umani fragili e sciocchi.
Nella profondità della vita, il caos e il vuoto immenso della distruzione potenziale sono al di là della comprensione per chi non ne ha la capacità. L’assenza della forza vitale si sta raccogliendo verso il nulla caotico. L’insanità è credere che qualcuno possa volere un pezzo di questa realtà su di sé. Il grado di discernimento raggiunge vette negative. Il grado di perdite è assoluto, tutto ciò che siamo è antietico ad esso e incapace di espansione interna in questo senso. Ma per quanto riguarda il diventare un Dio è necessario comprendere quanto sopra, sentirlo e ultimamente sollevarsi sopra di esso in una certa misura. Da quel punto di padronanza, la manipolazione della realtà è unita e possibile in misura perfetta. È fatto anche dall’essenza stessa della vita, il Serpente, che ha il potere della creazione e della distruzione. La distruzione, così come la creazione, si basa sullo stesso principio di potenzialità. Potenzialità che si manifesta nell’incontro con la coscienza, venendo emessa e materializzata su ogni sottile livello.
La vita è composta da illimitate quantità di dolore e morte e illimitate quantità di esaltazioni per la vita e estasi, per noi. Possiamo controllare entrambi. Coloro che sono al di spora di questo sono gli Dei.
Il lutto per la morte come è presente nel mondo di oggi è irrispettoso e molto indesiderabile per quelli che sono morti. Bisogna fare uno sforzo per non mandare altro dolore verso i morti.
Un’altra cosa è che la vera tragedia della morte è sperimentata solo dal deceduto e non “così tanto” da chi è vicino, collegati a colui nella causa. La sofferenza di chi gli era vicino è solo un riverbero dell’effettiva tragedia della coscienza destinata a ripetere il corso della natura fino alla dissipazione.
L’ossessiva natura della morte, cosa che ogni anima ha sperimentato è sperimenterà, è da usare contro di lei. La più alta natura in noi stessi e il seme della verità sono destinati a esprimere angoscia e confronto di fronte all’opposizione. La forza vitale e il nostro seme dato dagli Dei devono manifestarsi nell’infinito e non nella limitazione del tempo e nell’ostacolo.
La morte ha manifestazioni sempre presenti nelle nostre vite e nel continuo del tempo. Per quelli che non avanzano spiritualmente, la morte è già in corso. La morte è solo l’ultima manifestazione del morire, perché in ogni momento presente la manifestazione si espande fino a quell’ultimo stadio. Abbiamo un orologio interno, e anche i pianeti lo hanno per voi, e si sta intensificando in ogni secondo.
Questo è su un piano fisico, ma su un piano mentale abbiamo anche la morte delle credenze, le illusioni, i concetti, i pensieri. Anche su un piano emotivo abbiamo corrispondenze da fare. È naturale che sia così. L’aspetto più elevato che si può trarre dalla morte è la trasformazione e lo sguardo sulla nostra vera natura. Se guardiamo noi stessi come un testimone, possiamo vedere che la trasformazione è personificata in cambiamenti di desideri e carattere, per la necessità di non affrontare la manifestazione più bassa e cruda della morte.
La verso coscienza è al di là dell’ “io” inciso su “me stesso” o sull’ego. L’ego ha molteplici parti di espansione e natura. L’ego è il primo a sperimentare il dolore della morte.
Dobbiamo ricordarci tutti che non solo siamo in guerra, ma il mondo fisico in cui viviamo presenta infinite minacce verso di noi. Siamo destinati a dissiparci nell’infinito e a non esistere, oppure a raffinare la nostra forza vitale e tutto, per includere noi stessi in un livello più alto della manifestazione della natura.
Quando Pan suona il lauto per i bambini e le bambine “perduti”, è per noi da sentire dato che siamo persi in queste predizioni distopiche e dobbiamo elevarci. Dobbiamo danzare per innalzare il Serpente. Dobbiamo sollevarci al di sopra del caos instaurare l’opposto.