Welcome to our New Forums!

Our forums have been upgraded and expanded!

[Trad] Nomi di Zeus: Marduk

SaqqaraNox

Active member
Joined
Oct 9, 2021
Messages
795
Names of Zeus: Marduk

Nomi di Zeus: Marduk

Marduk, noto anche come Bel, la Divinità principale di Babilonia, emerse come il Dio degli Dèi nella mitologia mesopotamica. Con il passare del tempo, divenne il capo del pantheon mesopotamico, direttamente equiparato all’antico Enlil come Suo aspetto. Dio supremo degli Dèi e incarnazione del Signore della Saggezza, Marduk era associato alla regalità, all’ordine e all’equilibrio cosmico.

I suoi attributi enfatizzavano una saggezza e un potere straordinari, rendendolo il modello ideale per i governanti terreni. Era inoltre legato ai fenomeni atmosferici, in particolare a tempeste e inondazioni, rafforzando il Suo dominio sulla natura. Le rappresentazioni visive di Marduk trasmettono un profondo simbolismo, con elementi come le Sue armi, il compagno serpentino e la corona con le corna a rappresentare la Sua autorità divina.

LA SCONFITTA DI TIAMAT

Gli attributi di Marduk comprendono sia qualità fisiche che astratte che definivano il Suo potere e la Sua influenza sugli Dèi e sui mortali. La Sua ascesa alla supremazia è narrata nell’Enuma Elish, il mito babilonese della creazione, in cui — proprio come Zeus — Egli sconfigge il drago del caos Tiamat e riorganizza il cosmo. Questa vittoria lo consacrò come Divinità suprema. Da questo racconto emersero i Suoi tratti distintivi.

Il Grande Dio è anche un Dio Creatore, che rimodella il mondo dopo la Sua vittoria su Tiamat. Dal suo corpo, Egli forma i cieli e la terra. In seguito, assegna i ruoli agli Dèi e mette in moto tutte le leggi naturali (Dharma), in stretta analogia con il mito di Indra.

Uno degli attributi chiave di Marduk è la Sua sagacia, che porta al Suo titolo generale: il Signore della Saggezza. Questo è ritenuto ciò che Lo distingue dalle altre Divinità. L’Enuma Elish lo descrive come possessore di un’intelligenza e di una comprensione impareggiabili, illimitate. Prima di affrontare Tiamat, Marduk elabora un piano che dimostra pensiero strategico e comprensione dell’ordine cosmico. La Sua saggezza si manifesta anche nella Sua capacità di mediare i conflitti tra gli Dèi, stabilire leggi e fornire guida all’umanità.

RE DI BABILONIA

Marduk incarna la giustizia e la legittimità nel governo. Proprio come Zeus con Crono e Indra con Vrtra, Egli fu proclamato Re in virtù della Sua capacità di creare ordine cosmico attraverso la forza e la maestà.

I re babilonesi erano considerati i Suoi rappresentanti terreni, governando per mandato divino. Il dominio di Marduk andava oltre la forza militare. Egli istituì leggi e garantì l’armonia tanto nel regno divino quanto in quello umano. La Sua associazione con la giustizia si riflette nel modo in cui i sovrani babilonesi, come Hammurabi, invocavano il nome di Marduk nei codici legali.

Le qualità di Marduk di saggezza, forza e giustizia, costituivano un modello ideale per la regalità. Ai sovrani babilonesi era richiesto di riflettere le Sue virtù, governando con saggezza e sostenendo la giustizia. Il dovere del re era mantenere l’ordine, proprio come il Grande Dio aveva sottomesso il caos nel cosmo.

Le cerimonie di incoronazione prevedevano rituali volti a invocare la benedizione di Marduk, rafforzando l’idea che il sovrano regnasse per volontà divina. La Festa del Nuovo Anno, o Akitu, era un momento cruciale in cui il monarca in carica riaffermava simbolicamente il proprio legame con Marduk, ricevendo l’approvazione divina per il suo governo. I re erano spesso raffigurati come Suoi servitori eletti, incaricati di sostenere la giustizia e di proteggere la terra. Questa ideologia assumeva un ruolo particolarmente significativo nei periodi di instabilità politica o di conquiste straniere.

I sovrani che si inimicavano Marduk — come Nabonide, che avrebbe soppresso il Suo culto e rimosso dalla vista i Suoi idoli votivi — subivano gravi conseguenze. Ciro il Grande invase Babilonia proprio con questo pretesto e fu ringraziato dai sacerdoti babilonesi in tutte le fonti esistenti per aver restaurato il culto del Re Celeste.

Il re assiro Sennacherib tentò di allontanare Marduk dalla vista per dimostrare di aver distrutto Babilonia, e finì assassinato dal proprio figlio. Un altro re che, mille anni prima, aveva proibito il culto di Marduk sotto pena di morte, Muršili I, fu ucciso dal cognato. Alcuni sostengono che il saccheggio del Tempio di Marduk e l’inondazione di Babilonia da parte di Serse — causato in netto contrasto a Ciro — furono ripagati con l’incendio di Persepoli centocinquant’anni dopo.

IL DIO DELLA GUERRA DIVINA

Marduk è raffigurato come un Dio guerriero. Egli brandisce armi divine per sottomettere il caos e mantenere l’ordine. Il suo arsenale comprende una rete, un arco, una mazza e i quattro venti, che utilizza per intrappolare e sconfiggere Tiamat. La sua abilità di imporre il controllo sulle forze caotiche dell’universo sottolinea il suo ruolo di protettore della creazione.

Gli Dèi onorarono l’arco elevandolo a costellazione, assegnandogli un’importanza primaria in Babilonia. L’arco è talvolta associato all’arcobaleno, che appare dopo le tempeste e può essere visto come un segno del favore divino o dell’equilibrio ristabilito dopo il caos.

COLUI CHE DONA LA LEGGE

Il ruolo di Marduk andava oltre il conferimento della legittimità: Egli era anche una guida attiva nel governo. I re babilonesi consultavano spesso sacerdoti e oracoli per interpretare la volontà di Marduk in questioni politiche. Questa guida divina influenzava le decisioni legali, le campagne militari e le politiche sociali.

Il Codice di Hammurabi, il primo codice legale in vigore, è interamente associato al nome del Dio delle Leggi. In esso, Egli è anche identificato come un aspetto di Enlil:

Codice di Hammurabi
Vi fu un tempo in cui il glorificato Anu, re degli Anunnaki, ed Enlil, il signore del cielo e della terra, che determina i destini della nazione, decretarono che Marduk, il primogenito nato da Ea, dovesse governare tutti i popoli del mondo come Enlil.

… allora Anu e Bel chiamarono per nome me, Hammurabi, il principe glorificato, che teme Dio, affinché portassi il regno della rettitudine nella terra, per distruggere i malvagi e i malfattori; affinché il forte non danneggiasse il debole; affinché io regnassi sul popolo dalla testa nera come Shamash e illuminassi la terra, promuovendo il benessere dell’umanità.

Essenzialmente, Egli venne visto come il protettore di Babilonia, garante della prosperità e della sicurezza della città. I re erano tenuti a servire come estensione terrena di Marduk, difendendo il regno, mantenendo i templi e sostenendo le tradizioni religiose. Il benessere della città era direttamente legato alla capacità del sovrano di seguire l’esempio di Marduk.

IL TORO O VITELLO

Molti testi fanno riferimento a Marduk in relazione al toro o ai bovini nel loro insieme.

Il toro era spesso impiegato come simbolo regale o divino, a rappresentare vigore, leadership e potenza. Alti Dèi come Enlil o Adad (Ishkur) venivano talvolta chiamati “Grandi Tori”, e i sovrani mesopotamici impiegavano l’iconografia del toro per enfatizzare la propria forza e legittimità. Dietro il simbolismo del toro si cela un’allegoria del dominio della mente e della forza sublime.

La Mezzaluna Fertile era una società agraria. Tori e bovini rappresentavano la fecondità e l’abbondanza. Erano vitali per la vita agricola: aravano i campi, fornivano latte e carne, e sostenevano la base economica. Un legame con questi animali sottolineava quindi il ruolo di una Divinità nel garantire la prosperità e le forze che danno la vita.

Tuttavia, vi sono aspetti di Marduk che ricordano quelli di Amon Ra. La manifestazione solare di Marduk — ritenuto il nipote del grande Utu o Shamash — è un concetto distintivo, simile a come Amon e Amon Ra differiscono nel rito simbolico.

CONTROLLORE DEI VENTI

L’associazione di Marduk con il clima, in particolare con le tempeste e le inondazioni, riflette il Suo dominio sulle forze naturali. Questo aspetto del Suo carattere si allinea con il Suo ruolo più ampio di sovrano cosmico e garante dell’ordine.

Il Suo dominio sulle tempeste è evidente nell’Enuma Elish, dove Egli brandisce i quattro venti e le tempeste come armi. Questi venti simboleggiano il Suo potere di comandare la natura e imporre l’ordine sul caos. La Sua associazione con le tempeste suggerisce che venisse invocato per la protezione contro i disastri naturali, garantendo condizioni climatiche favorevoli per l’agricoltura e la stabilità.

Il controllo del Dio Celeste sulle acque è un altro aspetto significativo del Suo ruolo divino. La Sua battaglia con Tiamat rappresenta la sottomissione delle acque indomite e distruttive. Nella società mesopotamica, dove le inondazioni erano sia benedizione che minaccia, il dominio di Marduk sull’acqua simboleggiava la Sua abilità di incanalarne i benefici. I fedeli potevano pregarLo affinché allontanasse catastrofi e diluvi.

Marduk inoltre si allineò con la pioggia dopo aver tratto beneficio dalla sconfitta di Tiamat. Divenne così il principale Dio della Pioggia nella regione.

SIMBOLI DI MARDUK

marduk.png


Marduk è costantemente associato nei bassorilievi alla vanga o a una forma triangolare che rappresenta la perfezione. Questa forma simboleggia anche la creazione, la distruzione e la rinascita, oltre a certi aspetti triadici dell’anima. Alcune fonti fanno riferimento a questo simbolo come a un emblema della Sua virilità e fertilità, in modo analogo al lingam, poiché il simbolo sembra collegata all’attività fondamentale dello scavo dei canali in Mesopotamia.

marduk2.png


Uno dei simboli che più colpiscono di Marduk è il Mušḫuššu, un drago simile a un serpente. Questa creatura rappresenta il potere e l’autorità divina, simboleggiando il controllo di Marduk sul caos. A differenza di altri draghi mitologici che simboleggiano la distruzione, il Mušḫuššu è addomesticato da Marduk, illustrando la Sua capacità di dominare le forze grezze e trasformarle in ordine e stabilità — un’analogia con il potente serpente Kundalini.

Marduk è spesso raffigurato con una corona con le corna, un simbolo tradizionale di divinità nell’arte mesopotamica. Le molte corna indicano il Suo status supremo tra gli Dèi, segnandolo come capo del pantheon.

In quanto Divinità regale, Marduk è spesso rappresentato mentre sorregge uno scettro, simbolo della Sua autorità su Dèi e mortali. L’anello, altro elemento comune nelle Sue raffigurazioni, simbileggia la legge e la giustizia, rafforzando il Suo ruolo di sovrano divino e legislatore. Un altro simbolo distintivo è la vanga.

L’aspetto guerriero di Marduk si riflette nelle Sue armi, in particolare l’arco e la mazza. Questi strumenti furono fondamentali nella Sua battaglia contro Tiamat, sottolineando la Sua forza e abilità marziale. Simboleggiano anche il Suo ruolo di protettore della civiltà, garantendo il perdurare del dominio dell’ordine sul caos.

In alcune raffigurazioni, Marduk è associato a simboli che rappresentano il cosmo, come una stella o una rappresentazione stilizzata del mondo. Questo evidenzia il Suo ruolo di architetto della creazione e di Colui che mantiene l’equilibrio cosmico.

ESAGILA, TEMPIO DI MARDUK

L’Esagila o Esangil (𒂍𒊕𒅍𒆷) era un tempio dedicato a Marduk, il Dio protettore di Babilonia. Era composto da un cortile di 40×70 metri, al cui interno si trovava un cortile più piccolo di 25×40 metri. Vi era anche il santuario centrale che consisteva di un atrio insieme al santuario principale dell’edificio, che conteneva le statue di Marduk e della Sua consorte Sarpanit. Altre statue provenienti dal resto della Mezzaluna Fertile occupavano le altre stanze.

Il tempio era il principale centro di culto di Marduk, il Dio patrono della città. Svolgeva un ruolo cruciale nella festa del nuovo anno babilonese (Akitu), in cui il re riaffermava il suo mandato divino. Fu ricostruito da Esarhaddon, il capo dell'Impero neobabilonese. Sempre più spesso, nelle statue legate al culto del tempio, Marduk veniva sincretizzato con Enlil – tradizionalmente riconosciuto come suo zio – ed era noto come "Enlil degli Dèi".

La funzione principale dell'Esagila era quella di essere la dimora divina di Marduk, la Divinità principale della mitologia babilonese. Il ruolo di Marduk come Creatore e sovrano supremo del cosmo era consolidato attraverso i rituali celebrati nel tempio, in particolare durante la festività di Akitu. Questa celebrazione annuale prevedeva una serie di elaborate cerimonie, tra le quali:

  • La recitazione dell’Enuma Elish – Il mito babilonese della creazione, che racconta la vittoria di Marduk sul mostro del caos Tiamat, veniva cantato nel tempio come riaffermazione dell’ordine divino e terreno.
  • L'umiliazione rituale del re – Il sovrano era tenuto ad entrare nell'Esagila, dove veniva temporaneamente privato delle sue insegne reali e colpito dal sommo sacerdote. Questo atto simboleggiava la sottomissione del re all'autorità di Marduk prima di essere reintegrato, riaffermando il suo diritto divino a governare.
  • La processione degli Dèi – Le statue delle principali Divinità delle città babilonesi venivano portate all'Esagila in una grande processione, a simboleggiare il riconoscimento della supremazia di Marduk.

BIBLIOGRAFIA

Code of Hammurabi
Codice di Hammurabi

Nabonidus chronicle, artefact

Babyloniaca, Berossus (frammenti)
Babyloniaca di Berosso (frammenti)

Python: A Study of Delphic Myth and Its Origins, Joseph Eddy Fontenrose

Marduk, Dictionary of Demons and Deities in the Bible, Tvizi Abusch

Myths from Mesopotamia: creation, the flood, Gilgamesh, and others, Stephanie Dalley

Marduk and the Cult of the Gods of Nippur at Babylon, Orientalia, A.R. George

Babylonian Prayers to Marduk, Takayoshi Oshima

CREDITI:

GT Karnonnos
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

Back
Top