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[Trad] Nomi di Zeus: Hadad

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Aug 9, 2024
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Names of Zeus: Hadad

Un aspetto di Zeus è Hadad o Ishkur, conosciuto anche come Baal Hadad e Baal Zephon nella civiltà ugaritica. La leggenda di questo Dio si diffuse dalla Mesopotamia settentrionale e venne associata al Primo Impero Babilonese. La popolarità di questo Dio continuò per millenni nella regione, e venne associata alla Siria nei tempi successivi.

Hadad entrò anche nelle rappresentazioni greche come Zeus Adados e venne riconosciuto a Roma come figura di culto misterico attraverso l’immagine di Giove Dolicheno.

HADAD ACCADICO-SUMERO

Hadad faceva parte del pantheon babilonese ed era considerato in contrasto con Bel (Marduk). Dopo l’avvento del Primo Impero Babilonese, il suo culto si diffuse ampiamente in tutto la Mezzaluna Fertile.

Si diceva che Enki dispensasse il destino e che avesse nominato Ishkur ispettore del cosmo. In una litania, Ishkur è proclamato ripetutamente come “grande toro splendente, il tuo nome è cielo” ed è anche chiamato figlio di Anu, l’erede dell’etere. Il testo lo nomina inoltre fratello gemello di Enki, signore dell’abbondanza, il signore che cavalca la tempesta e il leone del cielo, sottolineando la sua connessione con Enlil.

Nell’arte e nella letteratura, Ishkur/Hadad era spesso chiamato il “cavaliere della tempesta” e poteva essere raffigurato mentre brandiva fulmini. Anche allora, a volte veniva rappresentato con tori o corna taurine, riflettendo sia la sua forza grezza sia la diffusa pratica dell’antica Mesopotamia di associare le divinità della tempesta al simbolismo del toro.

I templi dedicati a Ishkur/Hadad esistevano in tutta la Mesopotamia, specialmente nelle principali città-stato della Sumer (come Karkar) e nei centri accadici prominenti. I fedeli prendevano parte a rituali volti a garantire le piogge stagionali e ad evitare eventi meteorologici distruttivi, spesso utilizzando simbolismi legati al toro.

Durante le festività, sacerdoti e devoti cantavano inni che lodavano le piogge portatrici di vita del Dio, riconoscendo al contempo il suo tempestoso e temibile potere. I testi rituali lo descrivevano comunemente come una forza benevola oppure pericolosa, a seconda di come scatenava le sue tempeste.

Queste rappresentazioni precedenti avrebbero successivamente influenzato le raffigurazioni di Baal Hadad nel Levante.

DIO DEL TEMPO ATMOSFERICO E DEL CIELO

Hadad è continuamente descritto, fin dai testi più antichi, come un minaccioso Dio del cielo e del tempo atmosferico, ma anche come un protettore e donatore di vita. È citato come colui che porta le piogge per coltivare la terra e le tempeste per distruggerla, secondo il suo piacere o dispiacere.

Tutta la prosperità agricola della Mezzaluna Fertile, grano, vino e olio, dipendeva dalla benevolenza di Hadad. Il mantenimento del sistema produttivo lo rendeva centrale nelle festività stagionali e nei rituali volti a ottenere o celebrare le piogge annuali.

A differenza di Amon in Egitto o Zeus in Grecia, Hadad era spesso considerato il Signore del Cielo, piuttosto che il Dio più importante del pantheon. Combatté per il titolo di Re degli Dèi contro El, che viene spesso rappresentato come suo avversario, ma che in seguito giunge a sostenerlo man mano che Hadad avanza nelle sue imprese spirituali. Hadad era inoltre considerato il sostenitore attivo e la linfa vitale dell’intero cosmo, colui che trasformava in forma concreta i decreti di El, divenendo così il Re attivo dell’Universo.

El vive anche presso la Sorgente dei Due Fiumi in tutta la cosmologia di quell’epoca e, secondo gli scrittori dell’epoca ellenistica, è equiparato a Crono e Saturno. Ancora una volta, vediamo la mitologia di Zeus insieme a Satya, codificata in una forma velata.

IL CICLO DI BAAL

Hadad è ampiamente rappresentato nel Ciclo antico di Baal. In questa mitologia, il Dio del mare, Yam, desidera il dominio sulla realtà e cerca di controllare gli altri Dèi, con il supporto di suo padre, il supremo El. In risposta, Hadad lo uccide. Questa storia è un’allegoria per il dominio sulle forze dell’illusione.

Riconoscendo la sua vittoria, Hadad chiede aiuto per costruire il suo palazzo supremo (nell’etere) e si rivolge a Kothar, il creatore di tutte le armi. Annuncia il suo totale dominio sul pianeta con la sua voce potente e tremante.

Eppure l’onnipotente Dio della Morte, Mot, un altro figlio di El, cerca di sottomettere Hadad, non riconoscendo la sua pretensione a governare o rimanendo offeso dalla scelta del cibo offerto durante una celebrazione. Hadad viene ucciso dalle forze della Morte. Solo la Dea della Vita, Anat, riesce a distruggere l’aggressore Mot e a ridurlo in cenere, dopodiché Hadad viene riportato in vita.

Zeus, Ade, e Poseidone nella mitologia ellenica sono fortemente riflessi in questa triade tradizionale. Hadad, come Marduk, era visto come il nemico del Caos:

Anu aprì la bocca dicendo agli Dèi, suoi figli:

Tavoletta 2.7-16, versione OB

“Quale fra gli dèi ucciderà Anzu (Caos)?
Il suo nome sarà il più grande di tutti!”
Chiamarono l’Irrigatore, figlio di Anu;
Colui che dà gli ordini gli si rivolse:
“[Con] il tuo assalto risoluto porta il fulmine su Anzu con le tue armi!”

SILMBOLISMO DI HADAD

hadad.png


Proprio come Zeus, Hadad è rappresentato con un fulmine, ma con la differenza che egli è raffigurato al centro di quasi tutta l’iconografia, con corna taurine, tipicamente in coppie che arrivano a quattro. Le quattro corna rappresentano i quattro elementi dell’esistenza: fuoco, acqua, aria e terra. Alcuni dei simboli di Hadad sono fortemente condivisi con entità dell’Europa settentrionale.

Il fascio littorio o il fulmine a forma di bastone che egli brandisce rappresenta Ida, Pingala e Sushumna, la cui intersezione è necessaria per qualsiasi contatto con il Divino.

Il suo braccio è solitamente sollevato in segno di potere, mostrando la sua supremazia su tutte le cose esistenti e la sua natura regale. Le corone coniche erano comunemente associate a Hadad, alludendo alla sua connessione con la montagna e la vetta dell’esistenza. In questa rappresentazione, è portato da quattro soldati servitori, che rappresentano i quattro angoli dell’universo e gli elementi.

La postura militaristica del Dio, rivolto verso est, mostra la sua maestria sui poteri legati a questo punto cardinale.

Hadad è associato ai tori in generale, mostrando la sua maestria su tutte le questioni della mente e su tutti gli istinti che lo hanno portato alla perfezione e al compimento spirituale, come parallelizzato nel Ciclo di Baal. Cavalcare e dominare il toro selvaggio rappresenta anche la stabilità raggiunta da tale stato, da cui scaturisce la Divinità.

Nella maggior parte dell’iconografia, è anche rappresentato con un’ascia o una mazza. Entrambe le armi dimostrano il suo potere punitivo e la capacità di tagliare la realtà con una forza bruta e inimmaginabile. La mazza rappresenta simbolicamente il legno modellato dall’Albero della Vita, che può brandire in qualsiasi modo immaginabile.

GIOVE DOLICHENO

hadad2.png


Nella tarda Roma, emerse un lato diverso di Hadad basato sul culto misterico degli iniziati conosciuto come il culto di Giove Dolicheno. Esso nacque dalla città siriana di Doliche, da cui prende il nome. Questa forma di Hadad fu sostenuta da imperatori siriani e libici come Settimio Severo.

Proprio come nell’iconografia di Hadad, l’immagine di Giove Dolicheno lo raffigura con un’ascia doppia e un fulmine, ma anche con il tema centrale e diretto di stare sopra o cavalcare un toro. Questo simbolo visivo mostra che gran parte dei misteri legati ai membri del culto erano elaborazioni sulla mente e sul dominio degli istinti.

I luoghi di culto includevano tipicamente altari o piccoli santuari noti come dolichena, spesso costruiti in prossimità delle guarnigioni militari romane. Spesso, Giove Dolicheno è accompagnato da una consorte femminile, talvolta chiamata Giunone Dolichena o Dea Dolichena. Ella può essere raffigurata mentre sta su un leone, o talvolta su un bovino o un altro animale simbolico, rispecchiando il motivo della “coppia divina” prevalente in molte religioni del Vicino Oriente. La sua presenza sottolinea temi di fertilità, protezione e l’accoppiamento cosmico delle forze maschili e femminili.

Questa forma di Baal Hadad era venerata fino alle province settentrionali della Germania e della Britannia. Era particolarmente popolare tra i soldati in servizio, le cui iscrizioni costituiscono la maggior parte del materiale legato a questo Dio, mostrando l’aspetto di Hadad come un Dio legato alla guerra e al dominio. Era un culto dedicato a scopi di ordine e verità. Soprattutto nelle province di frontiera, Giove Dolicheno può apparire con un’armatura o con un mantello, riflettendo la devozione che i soldati romani gli tributavano e sottolineando il suo ruolo di protettore divino delle legioni.

BIBLIOGRAFIA

The Ugaritic Baal Cycle, Volume I, Introduction with Text, Mark S. Smith

The Ugaritic Baal Cycle, Volume II, Introduction with Text, Mark S. Smith

Corpus Inscriptionum Semiticarum, Commission du Corpus Inscriptionum Semiticarum

The Throne of ʿAshtart Inscription, James D. R. Zuckermann

Thesaurus of Phoenician Inscriptions, Nahoum Sloucscz

CREDITI:

GT Karnonnos
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

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