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[Trad] Nomi di Zeus: Sabazios

Anemos Aiteros

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Jun 12, 2024
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Names of Zeus: Sabazios​



Sabazios era un'antica divinità venerata nelle regioni della Tracia e della Frigia, nei Balcani ed in Anatolia, il cui culto ha poi permeato il mondo religioso classico Greco e Romano. In origine, Sabazios sembra essere stato un padre del cielo oppure un Dio della tempesta, spesso raffigurato come un cavaliere divino ed associato all'autorità celeste.

Le fonti Greche e Latine si riferiscono a lui con vari nomi: Sabazios, Sabasius, Sabadius, Sebazios, ecc., identificandolo come un Dio della Tracia o della Frigia introdotto nel mondo Mediterraneo.

Nel corso del tempo, Sabazios venne sincretizzato con le principali divinità Greco-Romane, in particolare Zeus (il principale Dio del cielo) e Dioniso (il Dio del vino e dei riti estatici), riflettendo l'integrazione del suo culto nel quadro religioso ellenistico.

La diffusione e l'adattamento del suo culto illustrano la natura fluida della religione antica, poiché gli Dèi locali, persino Zeus, potevano essere abbracciati e reinterpretati in nuovi contesti culturali.

SABAZIOS IL DIO DEL CIELO
Le radici di Sabazios affondano nelle antiche tradizioni Tracie e Frigie dell'Europa Sudorientale e dell'Asia Minore. Gli studiosi Lo considerano generalmente un Dio della montagna o del cielo Tracio, il cui culto fu portato in Frigia (in Anatolia) dalle tribù Trace in migrazione. In Frigia, divenne noto come Dio cavaliere e figura di padre del cielo, che esercitava l'autorità celeste e presiedeva alla pioggia e alle tempeste. Queste caratteristiche lo resero analogo a Zeus nelle interpretazioni successive.

Tali interpretazioni suggeriscono che Sabazios abbia incarnato fin dall'inizio l'umidità vivificante (linfa, pioggia) e la liberazione estatica, rendendolo una naturale controparte degli Dèi del vino Bacchici. Nel V secolo a.C., gli osservatori Greci in contatto con Traci e Frigi erano a conoscenza di Sabazios. Il commediografo Ateniese Aristofane, ad esempio, fa caustiche allusioni a Sabazios nelle sue commedie, lasciando intendere che i riti del Dio erano conosciuti ad Atene come un culto importato e straniero.

Il primo culto locale di Sabazios in Tracia probabilmente utilizzava altri nomi regionali per la divinità. Diverse iscrizioni suggeriscono che fosse venerato con vari epiteti traci (come Athyparenos, Arsilenos, Tasibastenus e altri), indicando la sua importanza nel pantheon indigeno.

Questa diversità di nomi indica la diffusa venerazione di Sabazios tra le tribù Tracie, anche se i miti specifici su di lui rimangono scarsi. Il culto di Sabazios era caratterizzato da un forte legame con la fertilità, la vegetazione ed i liquidi inebrianti (probabilmente birra o vino), allineandolo simbolicamente con l'abbondanza e la libertà. Gli studi etimologici sul suo nome supportano questo aspetto: un'interpretazione collega Sabazios a radici Indo-Europee che significano “succo” o “linfa”.

Questi primi riferimenti mostrano che il culto di Sabazios aveva cominciato a filtrare nel mondo Ellenico durante il periodo classico, sebbene fosse considerato esotico. Nei contesti locali della Tracia e della Frigia, Sabazios rimase una divinità di spicco il cui culto prevedeva riti rustici sulle montagne, forse con processioni a cavallo o feste sacrificali, anche se i miti specifici sono oscuri a causa della limitata mitologia autoctona sopravvissuta.

ZIBELTHIURDOS​


Zibelthiurdos era conosciuto come l'accompagnatore di Sabazios, anch'esso rappresentato come un Dio della tempesta che lancia fulmini dalle mani e con un'aquila posata alla loro destra. Le iscrizioni fanno riferimento a questo Dio:

[I(ovi) O(ptimo) M(aximo) Sa]b[azio . . . et]/I(ovi) O(ptimo) M(aximo) Zb[elsurdo]/Ant[onius ? .]/C[. . .]/Q[. . .].

Iscrizione di Drobeta (CIL III 14216, EDCS-30100825, HD005860)

[Z]beltiu[r]/[d]i Sext(ius) Ba[-?]/p(?)ecus op/tio pro sal(ute) / sua et suo[r(um)] / v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito).

Iscrizione da Gracanica, Serbia (EDCS-10100457, HD033664) :


INTEGRAZIONE NELL'ELLENISMO​


Con l'espansione dell'influenza Ellenica e poi Romana nelle terre Traco-Frigie, Sabazios fu gradualmente assimilato nel pantheon Greco-Romano attraverso un processo di sincretismo. In epoca Ellenistica, gli scrittori Greci identificavano comunemente Sabazios con Dioniso, un'equazione che veniva regolarmente fatta nelle fonti.

Ciò era dovuto al parallelismo tra il culto di Sabazios e i culti Dionisiaci: entrambi erano caratterizzati da rituali estatici, bevute in comune e iniziazioni segrete. In effetti, alcuni autori antichi si riferiscono addirittura a “ Dionysos-Sabazios”, trattando i due come una cosa sola; una fonte nota che Sabazios era considerato un figlio di Zeus e Persefone, fatto a pezzi come il Dio misterioso Dionysus nel mito Orfico. Gli autori spesso equiparano Sabazios ad un aspetto terreno di Zeus, venuto sulla terra per portarvi la divinità.

Allo stesso tempo, altre tradizioni collegano Sabazios a Zeus stesso. Gli adoratori frigi, osservando che Sabazios era un Dio del cielo nutrito dalla Grande Madre (Cibele), a volte lo chiamavano “Zeus Sabazios”, fondendo essenzialmente i due grandi Dèi. Un'antica fonte Romana, Valerio Massimo, cita esplicitamente “Jupiter Sabazius”, riflettendo che i Romani riconoscevano Sabazios come una forma di Giove (Zeus). In pratica, Zeus Sabazios veniva invocato come divinità suprema - ad esempio, con l'epiteto di Hypsistos (“l'Altissimo”) in alcune regioni - dimostrando come Sabazios potesse assumere gli attributi dell'onnipotente padre del cielo agli occhi dei Greco-Romani.

L'integrazione di Sabazios si estese alla vita religiosa Romana, soprattutto durante l'epoca imperiale. I Romani incontrarono il culto di Sabazios attraverso il contatto con i Traci, i Frigi ed altri popoli orientali e lo considerarono in gran parte come una delle tante religioni misteriche dell'Oriente. Le iscrizioni e la letteratura romana spesso Latinizzano il suo nome come Sabazius.

Il culto di Sabazios nella società Greco-Romana funzionava in gran parte come un culto misterico, con rituali segreti e riti iniziatici che lo distinguevano dalle cerimonie pubbliche di Stato. Le descrizioni antiche sottolineano la natura notturna e privata del culto di Sabazios. Ad Atene, le cerimonie di iniziazione si svolgevano di notte; si dice che gli iniziati venissero persino purificati con il fango come parte della pulizia rituale. Demostene derideva i politici che partecipavano ai riti notturni di Sabazio, sottintendendo che questi rituali erano visti come orge straniere in contrasto con i culti civici di Atene.

SIMBOLISMO DI SABAZIOS​


Tra gli elementi chiave del rituale di Sabazios vi erano i serpenti, sacri al Dio. I partecipanti avrebbero maneggiato serpenti vivi durante le cerimonie: critici Cristiani come Clemente di Alessandria e Firmico Materno descrivono un'iniziazione in cui un serpente d'oro veniva disegnato sul corpo dell'iniziato - dal petto ai lombi - simboleggiando la presenza del Dio e forse conferendo fertilità o rinascita.

Secondo Plutarco, egli riferisce che la madre di Alessandro Magno, Olimpiade, era a capo di un culto legato a Dionysos-Sabazios che si riuniva sulle montagne della Tracia. Era anche notoriamente conosciuta per aver dormito su un letto di serpenti.

Il ruolo preminente dei serpenti indicava probabilmente l'aspetto ctonio (associato agli inferi oppure alla terra) di Sabazios, ma alludeva anche ai suoi processi di iniziazione e di potere. In termini di iconografia ed oggetti sacri, il culto di Sabazios è noto soprattutto per le sue mani votive. Dal punto di vista archeologico, sono state rinvenute un centinaio di piccole mani di bronzo in tutto il mondo Romano. Si tratta di sculture cave di una mano destra, con il palmo aperto e le dita in gesto benedicente:

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Queste “Mani di Sabazio” erano oggetti rituali che si trovavano in piedi sugli altari o montati su pali e portati in processione. Rappresentano tipicamente gli elementi e i quattro angoli dell'universo. Le mani recuperate sono riccamente decorate con figure simboliche e animali: una tipica mano di Sabazios mostra un serpente arrotolato intorno al polso o che striscia sulla mano, insieme ad altre creature come lucertole, rane, tartarughe e rappresentazioni di ariete, toro o testa di leone.

Molti portano anche una pigna sul pollice, simbolo Dionisiaco di fertilità, a volte con una piccola statua di Sabazios stesso a cavallo o seduto sopra una testa di ariete sul palmo.

Questi simboli racchiudono i poteri del Dio: il toro e l'ariete indicano la forza e il cielo, la pigna e il serpente la fertilità e il rinnovamento, mentre la figura del cavaliere richiama il ruolo degli Dèi cavaliere e divinità del cielo di Sabazios. In particolare, la mano è atteggiata nel gesto della benedictio latina (prime tre dita estese), un segno di benedizione o di buona fortuna.

Il simbolismo di queste mani votive è sinceramente ampio, al punto che non si tratta di oggetti ordinari.

Altri oggetti occulti includevano piccoli altari o santuari in case private, poiché il culto di Sabazios si svolgeva spesso in ambienti domestici oppure in luoghi di ritrovo temporanei piuttosto che in grandi templi.

La pratica del culto nel suo complesso mescolava elementi della tradizione Tracia/Frigia con il formato della religione misterica familiare nel mondo Greco-Romano - promettendo agli iniziati una protezione divina, possibilmente. Queste iscrizioni spesso attribuiscono a Sabazio epiteti altisonanti (Optimus Maximus, “ sommo bene, onnipotente”, o Megistos Kurios, “sommo signore”).

Numerose sono le iscrizioni rinvenute a Roma, in Dacia, sul Mar Nero e in Tracia, che lo allineano a Giove ed al concetto di Dio Supremo. Anche le piccole statuette di bronzo di una divinità cavallerizza Tracia, rinvenute in Tracia e in Moesia, sono talvolta collegate a Sabazios; esse raffigurano un cavaliere a cavallo accompagnato da motivi di serpenti e di altare, che sono paralleli all'iconografia di Sabazios e ne consolidano ulteriormente l'identificazione come il principale “Cavaliere Trace”, divinità dell'aldilà e della comunione con un Dio potente ed ibrido.

La nostra comprensione del ruolo e del culto di Sabazios nell'antichità deriva da una combinazione di testimonianze letterarie e scoperte materiali. La letteratura Antica fornisce riferimenti fondamentali: Poeti comici greci (come Aristofane in Uccelli e Vespe) ed oratori (Demostene) menzionano Sabazios come un'importazione Tracia, attestando la presenza del culto nell'Atene del V-IV secolo a.C..

Gli autori Ellenistici e quelli di epoca Romana hanno fatto numerose allusioni a Sabazios. Lo storico Diodoro Siculo, ad esempio, ricorda le feste orgiastiche di Sabazia e racconta il mito di Sabazio nutrito da Rea e dell'invenzione del giogo per i buoi.

Lo studio sistematico degli oggetti e dei testi di culto di Sabazios è stato intrapreso dagli studiosi moderni, in particolare nel Corpus Cultus Iovis Sabazii (CCIS), che cataloga i monumenti iscritti, i rilievi e gli oggetti rituali legati a Sabazios in tutto il mondo romano.

Queste testimonianze dipingono l'immagine di un culto ben consolidato. Sebbene Sabazios non avesse templi imponenti come lo Zeus Olimpico, la diffusione dei suoi manufatti votivi e delle sue dediche mostra un seguito religioso vivace, anche se decentralizzato, che si estendeva dall'Anatolia e dalla regione del Mar Nero all'Italia e al Nord Africa.

BIBLIOGRAFIA
Gli uccelli, Aristofane

Le vespe, Aristofane

Vita di Alessandro, Plutarco

Simposiaci, Plutarco

Protrepticus, Clemente di Alessandria

Corpus Cultus Iovis Sabazii

Dacia Sacra, Eugen Lozovan

Mano di Sabazios, MFA di Boston

Lessico epigrafico della Dacia

La mano di Sabazios, Fulmen Quarterly, Alexander J. Ford

Queste inquietanti mani di bronzo erano il simbolo di un misterioso culto antico, Atlas Obscura, Lauren Young

Sabazios, Enciclopedia.com

CREDITO:

Karnonnos [GT]
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

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