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[Trad] Nomi di Zeus: Dyeus Pater

NAMES OF ZEUS: DYEUS PATER

La Divinità Dyeus Pater (ricostruita come "Cielo Padre" o "Padre del cielo") è il patriarca primordiale del pantheon indoeuropeo. È la personificazione divina del cielo luminoso, illuminato dal giorno. Sebbene non sia mai stato registrato per iscritto dagli indoeuropei preistorici, la sua memoria sopravvive attraverso il linguaggio e il mito in molte culture discendenti.

Dallo Zeus greco, dal Dyaus Pitar vedico e dai romani Giove e Diespiter prima dei celtici Taranis e Dagda, e persino nelle tradizioni mitanni e ittite, Dyeus Piter appare come una figura onnipotente associata ai cieli. Le sue origini linguistiche, i suoi ruoli e i suoi simboli nelle varie mitologie, così come l'evoluzione della sua adorazione e dei suoi attributi, rivelano molto delle trasformazioni di questo antico Dio del cielo attraverso le culture indoeuropee, come esplorato dalla ricerca comparativa.

Esistono numerose forme di questo nome che possono essere costruite:

-Vedico: Dyáuṣ Pitṛ́ (द्यौष्पितृ, “Cielo Padre”)
-Greco: Zeus Patēr (Ζευς πατήρ, “Padre Zeus”)
-Latino: Iuppiter (dal latino antico Diespiter o Djous pater, “Padre del Cielo Jove”)
-Illirico: Deipaturos
-Scita: Papaios (Greco Papaios, “Padre” Zeus), un Padre del Cielo chiamato “Papa”
-Palaico (Anatolico): Tiyaz papaz (“Papa Tiyaz”), un dio del sole/cielo
-Irlandese Antico: Dagda Ollathair (“Grande/Padre di Tutto”). (Mentre il nome di Dagda deriva da una radice diversa che significa “Buon Dio”, il suo epipeto “Padre di Tutto” mostra un ruolo simile al cielo-padre)
-Germanico: Wodan chiamato come Padre di Tutto (Alföðr)
-Baltico: Dievas


VEDICO

Nell'antica religione vedica dell'India, il padre del cielo appare come Dyaus Pita (द्यौष्पितृ), un diretto cognato di Dyeus Pater. Nel Rig Veda, Dyaus è venerato come il "Cielo" (Dyaus) nel ruolo di "Padre" (Pitar). Il più delle volte viene menzionato nella doppia frase "Cielo e Terra" (Dyava-Prithivi) insieme alla sua consorte Prithi Mata (Madre Terra). Insieme sono chiamati i "due genitori" del mondo, riflettendo un concetto molto antico di padre e madre cosmici.


ELLENICO

Forse l'incarnazione più famosa di Dyēus Pater è Zeus dell'antica Grecia. Il nome Zeus (greco Ζεύς, genitivo Διός Dios) deriva direttamente dal proto-ellenico Di̯eus, con la stessa radice dyeu usata per cielo/luce. Il greco omerico conservava il vocativo "Ζεῦ πάτερ" (Zeû páter, "Padre Zeus") nelle preghiere, esattamente come il vedico e il latino, a dimostrazione dell'eredità condivisa.

Nella religione greca, Zeus assunse un'importanza imponente come padre e sovrano degli Dei e degli uomini, regnando dal Monte Olimpo come capo del pantheon olimpico.


ROMANO

Appare in una forma distintiva come Diespiter, per poi diventare il Dio chiamato Giove all'epoca della monarchia romana.

Dis Pater divenne un aspetto distinto e ctonio legato a Plutone o Ade, figlio di Saturno insieme a Giove e Nettuno. Questo aspetto venne associato alla morte, all'agricoltura e agli inferi, con temi plutonici di ricchezza derivanti da tutte queste attività.


CELTICO

Anche i Celti, attraverso le loro varie tribù nell'Europa dell'Età del Ferro, hanno conservato figure di padri del cielo, sebbene in forme ben distinte da quelle greco-romane o vediche. Due in particolare mostrano la duplice eredità di Dyēus Pater nelle terre celtiche: il dio gallico Taranis, che rappresenta l'aspetto del cielo tempestoso, e l'irlandese Dagda, che rappresenta l'aspetto patriarcale del Padre di Tutto (con un'attenzione particolare all'abbondanza e alla fertilità).

Le lingue celtiche si erano notevolmente differenziate, per cui il nome stesso di Dyēus non è presente in modo trasparente, ma lo sono i concetti e gli epiteti.


ITTITA

Gli Ittiti, che parlavano una lingua indoeuropea, usavano la parola "Sius" (da dyeus) per significare "Dio" in generale, piuttosto che uno specifico Dio del cielo. La loro divinità principale era il Dio della tempesta di Hatti (Tarhunzas), che assumeva in parte il ruolo di padre del cielo.

Tuttavia, esiste un'iscrizione paleica che invoca "Tiyaz papaz", letteralmente "Papa Tiyaz". Tiyaz era un Dio del sole/cielo paleico e papaz è una parola che significa padre.


BALTICO

Le lingue baltiche hanno mantenuto la parola dio/cielo (Dievas in lituano, Dievs in lettone) direttamente da dyeus. Il Dio capo baltico Dievas era in origine il Dio del cielo, un Dio alto, onniveggente, ma passivo, padre del cosmo. Nelle canzoni popolari lituane e lettoni, Dievs/Dievas è una figura paterna celeste che indossa il cielo come un mantello costellato di stelle. Il folklore lettone fa riferimento a Debestēvs ("Padre del Cielo"), che è un'esatta corrispondenza semantica con Padre del Cielo.


IN GENERALE

Osservando queste culture, si possono individuare alcuni attributi e filoni tematici comuni nella rappresentazione di Dyeus Pater: È maschio, associato al cielo, considerato una figura paterna (letteralmente padre di altri Dei o metaforicamente padre della creazione e dell'umanità), collegato alla luce (la luce del giorno, il sole) e spesso alla pioggia o alle tempeste, e visto come leader o anziano del pantheon (anche se non sempre come sovrano).

I simboli più comuni includono il cielo stesso (talvolta personificato come un occhio o un'entità onniveggente), l'aquila o altre creature del cielo, il fulmine (in molte tradizioni), la quercia o l'albero sacro e l'immagine di un trono in alto (la cima delle montagne o il cielo). Le pratiche di adorazione prevedevano spesso luoghi elevati (altari in cima alle colline, cime dei templi), offerte di tori o montoni (animali simbolo di virilità e forza) e invocazioni nei trattati e nei giuramenti, che riflettevano il suo ruolo di testimone.



BIBLIOGRAFIA

Dyeus, Encyclopedia of Indo-European Culture, J.P. Mallory & D.Q Adams

Indo-European Poetry and Myth, M.L. West

Rigveda Samhita – various hymns (1.164.33, 1.191.6, etc.) referencing Dyavaprithivi and Dyaus Pitṛ

Jupiter, Taranis

CREDITO:

Karnonnos [TG]
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

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