Welcome to our New Forums!

Our forums have been upgraded and expanded!

[Trad] Nomi di Zeus: Atum

LiliumS

Member
Joined
Jul 1, 2022
Messages
344
Location
Italy
Traduzione di: Names of Zeus: Atum

_______________________________________

NOMI DI ZEUS: ATUM

Atum, una delle divinità più antiche e significative della mitologia egizia, si trova nel cuore della cosmogonia eliopolitana come il "generatosi da sé" progenitore degli Dèi e dell'Universo. Venerato come “Signore della Totalità” e il “Completo”. Atum incarna i concetti di creazione, completezza, e rinnovo ciclico.

Meno nascosto di Amon, ma comunque fondamentalmente criptico, il simbolismo di Atum permea i testi religiosi, l'iconografia, e i rituali nei templi egizi, riflettendo il suo ruolo duale sia di inizio, che di fine dell'esistenza. I ruoli mitologici di Atum, le sue associazioni simboliche, e il suo lascito duraturo nella teologia egizia sono vari, presenti in fonti fondamentali come i “Testi delle Piramidi”, i “Testi dei Sarcofagi” e il “Libro dei Morti”, nonché nelle analisi degli egittologi.


IL MITO ELIOPOLITANO DELLA CREAZIONE

La prominenza di Atum origina nella cosmogonia di Eliopoli (Iunu), uno dei centri religiosi più antichi d'Egitto. Secondo la tradizione eliopolitana, Atum emerse dalle acque primordiali di Nun, l'abisso del caos che esisteva prima della creazione. I "Testi delle Piramidi" (2400-2300 a.E.V.), inscritti nelle piramidi della quinta e sesta dinastia dei faraoni, descrivono l'autogenesi di Atum:

"Atum-Khepri, sei divenuto alto nei cieli, sei sorto dalla pietra Benben nella casa della Fenice di Eliopoli. Hai sputato Shu, hai espettorato Tefnut. Hai messo le braccia intorno a loro come le braccia di un Ka, perché il tuo Ka fosse in loro."


Formula 527, Testo delle Piramidi 600

Atum era un Dio primordiale creatore nell'antica religione egiziana, centrale nel mito della creazione eliopolitana. In principio esistevano – il Tsep Tepi o “il primo tempo” - solo l'oscurità, acque senza forma di Nun. Da questo caos primordiale, Atum si generò ed emerse, spesso raffigurato come se sorgesse dal Benben (una collina primigenia a forma di piramide, simile a un chakra) che sorse da Nun.

atum1.png




Unicamente, Atum era considerato “generatosi da sé”, contenente il potenziale di tutta la vita. Produsse la prima coppia divina, Shu (aria) e Tefnut (umidità), da se stesso – il nome di Atum deriva dalla radice tm, che significa “completare” o “finire”. Questa etimologia sottolinea il suo ruolo di Dio che contiene tutta la potenzialità in se stesso. I "Testi dei Sarcofagi" (2100-1800 a.E.V.) enfatizzano questa completezza:

"Io sono Atum, il creatore degli Dèi più vecchi, sono Colui che ha dato vita a Shu, sono il grande Lui-Lei. Sono Colui che ha fatto ciò che gli sembrava buono, che ha preso possesso delle due terre da Nun, che ha dato ordini all'Enneade."

76, Testi dei Sarcofagi

L'androginia di Atum (riferito al “grande Lui-Lei”) mette in risalto la sua auto sufficienza, permettendogli di generare la vita senza un consorte, ma anche di distinguere le polarità magnetiche ed elettriche dell'universo.
C'è anche un aspetto ctonio e legato alla morte di Atum. I faraoni rendevano omaggio ad Atum nei loro testi mortuari, aspirando di unirsi con Atum nell'aldilà. L'idea era che, alla morte, l'anima del re viaggiasse verso il cielo e si fondesse con Atum nel sole al tramonto.
Nelle formule del “Testo delle Piramidi”, il re deceduto dice: “Sono tuo figlio, vengo da te, Atum”, cercando di sedere sul trono di Atum nel cielo. Questo riflette come Atum simboleggi l'assoluta sovranità, sia divina che reale. In effetti, uno studioso osserva che la mitologia egizia della creazione forniva una carta teologica per la regalità e Atum, in quanto creatore, era al centro di tale carta.

SIMBOLISMO DI ATUM
atum2.png


Artisticamente, Atum di solito è raffigurato in forma umana come un uomo che indossa lo pschent (doppia corona) dell'Alto e del Basso Egitto, anche ad indicare il suo controllo sui due reami dell'esistenza. Le due parti dell'ordine e del caos sono rappresentate nella corona, mostrando il suo simbolismo supremo come Signore di Ma'at.

Spesso porta con sé lo scettro Was (che rappresenta il potere) e un ankh (che rappresenta la vita), enfatizzando la sua autorità sulla creazione e la sua capacità nel dare la vita. Una delle poche distinzioni nell'arte tra Atum e un faraone è che Atum viene mostrato con una barba divina (curvata all'estremità) invece della barba dritta dei re, correlata alla sequenza di Fibonacci.

È di frequente raffigurato sul trono, come si addice a un re creatore degli Dèi. In alcuni contesti, Atum ha un'iconografia specifica: nell'oltretomba, poteva essere raffigurato come un uomo anziano appoggiato a un bastone (mostrando la debolezza del sole alla fine del giorno) o anche con testa d'ariete, una forma che prendeva nel Duat come protettore, associandolo ad Amon.

L'associazione di Atum con il sole lo portava ad essere raffigurato come scarabeo in alcuni cicli solari – lo scarabeo (Khepri) simboleggiava la rinascita del sole del mattino, e Atum come scarabeo sottolineava il suo ruolo di continua rigenerazione del sole. Agli occhi degli egizi, tutte queste varie immagini esprimevano gli attributi di Atum: potere creativo, sovranità sulla creazione, e la garanzia del rinnovamento.

L'emersione di Atum dal Nun sopra la collina primordiale è simboleggiata dalla pietra Benben, un oggetto piramidale o conico che divenne il prototipo degli obelischi e dei pyramidion, che rappresenta anche i chakra. Il Benben rappresenta la prima terra solida e il nucleo della creazione. Nell'architettura dei templi, il santuario più interno (il Naos) che ospitava la statua del culto era visto come un microcosmo di questa collina, che collegava l'atto creativo di Atum ai rituali quotidiani.

Era occasionalmente raffigurato come un leone o un icneumone, una forma egizia stilizzata di una mangusta. L'icneumone, una creatura che uccide i serpenti, rinforzava il suo ruolo di protettore contro il caos. Il leone, d'altro canto, simboleggiava il potere solare e la regalità, collegando Atum all'autorità divina del faraone.

Nella sua forma notturna, Atum viene raffigurato come un serpente – un simbolo di rigenerazione e dell'oltretomba. Il “Libro dei morti” (incantesimo 175) descrive l'atto finale di dissoluzione di Atum:

“Devo distruggere tutto ciò che ho creato; questa terra deve tornane al Nun, al mare, al suo stato originale. Ma rimarrò con Osiride; trasformerò me stesso in un altro serpente che gli uomini non conoscono e gli Dèi non vedono.”


Incantesimo 175, Libro dei Morti

Questa forma serpentina sottolinea il ruolo di Atum sia come creatore che come distruttore, incarnando la ciclica natura del tempo.

L'atto di creazione centrato su se stesso di Atum, spesso eufemizzato come “usare la mano”, simboleggia la creatività autosufficiente. La mano divenne un geroglifico per l'azione e il potere. Nel Papiro Bremner-Rhind (IV secolo a.E.V.), Atum dichiara:

“Ho copulato con il mio pugno, ho unito la mia mano alla mia bocca, sono venuto nella mia stessa bocca. Ho starnutito Shu, ho sputato Tefnut. Questa immagine paradossale, arida ma fertile, riflette la concezione egizia della creazione come atto di volontà divina che trascende le mere norme biologiche.

Inoltre, Atum aveva un ricco simbolismo animale che esprimeva i suoi poteri. I suoi animali sacri includevano il serpente della Kundalini, il leone in tutte le sue prerogative regali e solari, il toro che rappresenta il controllo della mente, la virilità e la regalità solare come il toro nero Mnevis di Eliopoli che era sacro ad Atum, la lucertola, e l'icneumone o mangusta conosciuta per combattere i serpenti, ed altri. L'immaginario contraddittorio di questi animali dimostra la sua connessione alla creazione, alla distruzione e alla rinascita.

Ogni creatura riflette un aspetto di Atum: per esempio, come leone Atum era un feroce protettore, come serpente, era la misteriosa incarnazione dell'eternità, come toro era un procreatore e re. Anche come babbuino, prese il ruolo di difensore colpendo gli agenti del caos.

Un esempio notevole è il simbolo della Fenice. L'uccello egiziano Benu, legato ad Atum e connesso alla Pietra, si diceva che sorgesse dalle acque di Nun e si posasse sulla pietra di Benben, gridando per inaugurare la creazione. Questo simbolismo fu copiosamente rubato dai cristiani e in seguito da vari deviati in Egitto.

Questi simboli variegati rafforzavano l'immagine di Atum come divinità presente in tutte le forme di vita, animali e umane, ma che alla fine le trascendeva come unico padrone della creazione. Il simbolismo di Atum operava quindi a livello cosmico, politico e personale, rendendolo uno degli Dèi più simbolici del pantheon egizio.


I TEMPLI DI ATUM

Il culto di Atum era saldamente radicato a Iunu. Era venerato sia come divinità solare sia come padre primordiale del faraone. I sovrani di quest'epoca incorporavano spesso Atum nei loro epiteti reali e nei rituali delle piramidi. Ad esempio, il faraone Unas (V dinastia) ha testi in cui dice che salirà al cielo e siederà sul trono di Atum, sottolineando la vicinanza al Dio.

Faraoni del Medio Regno, come Senusret I e Amenemhat III, ristrutturarono i templi di Eliopoli e aggiunsero obelischi per celebrare Atum. C'era una crescente enfasi nel ruolo di Atum nell'assistere Ra nella battaglia contro il serpente Apep e in quello di Atum nello sconfiggere il serpente Sepa, come mostra l'elaborato "Libro delle Porte".
Altre immagini trovate nelle tombe di questo periodo mostrano Atum rappresentato accanto a questi serpenti.

Anche se Eliopoli rimase il principale centro di culto di Atum, il suo culto si diffuse a Tebe e nel Delta. Nei templi erano presenti statue di Atum come uomo che indossava la doppia corona, simbolo del suo dominio sull'Alto e sul Basso Egitto. Nei rilievi, spesso regge lo scettro Was e l'ankh.

Anche alcuni templi tolemaici dell'Alto Egitto onoravano Atum: ad esempio, a Dendera, un complesso templare di epoca greco-romana, Atum è incluso in scene cosmologiche e inni accanto ad altre divinità creatrici.


L'UNIONE DI ATUM E AMON

Nel Nuovo Regno esistevano culti attribuiti ad Atum, come quello delle alte sacerdotesse reali tebane note come Adoratrici divine di Amon, che fungevano da mano di Atum nei rituali del tempio. Ciò dimostra che esisteva una relazione simbiotica tra le due divinità, nascosta nel simbolismo.

Nel periodo romano, Atum veniva talvolta fuso nella figura di Zeus Ammone o di Giove nel interpretatio graeca-romana, o in forme di Zeus-Elio (Zeus del Sole) durante le visite imperiali romane a Eliopoli. Era spesso rappresentato con corna di ariete.

Su alcune monete e iscrizioni romane, ad esempio, vediamo Giove-Elio-Atum confuso come un'unica divinità. L'imperatore Augusto, nel dedicargli una stele, invocò “Giove che sorge dal cielo d'oriente” riferendosi ad Atum-Ra.

Esisteva anche un'interpretazione filosofica. Plutarco, in “Iside e Osiride”, cita il concetto di una divinità suprema egizia che rimane dopo che tutto il resto è stato distrutto, alludendo probabilmente al ruolo di Atum alla fine dei tempi. Ciò ha aiutato i pensatori ellenistici a inquadrare Atum come simbolo di un principio primo duraturo, simile alla loro idea di Logos o Dio primordiale.


IL FARAONE, FIGLIO DI ATUM

atum3.png

Horemheb supplica Atum


I faraoni rivendicavano la loro discendenza da Atum per legittimare il loro potere. I “Testi delle Piramidi” (Formula 600) affermano:

“Il re è figlio di Atum, che lo ama, che lo ha fatto nascere, perché sia per sempre sul trono di Atum.”

Formula 600
Associandosi al potere creativo di Atum, i faraoni si posizionavano come sostenitori del Ma'at (ordine cosmico). Molti faraoni usarono l'epiteto “figlio di Atum” come parte del loro titolo, anche molto tempo dopo che il potere politico si era spostato da Eliopoli a Tebe.

In quanto primo Dio-re (colui che ha governato prima che sulla terra ci fossero i faraoni), Atum era visto come il prototipo divino da cui i faraoni terreni ereditavano l'autorità. I faraoni si allineavano esplicitamente con Atum. Il titolo di “Figlio di Atum” era usato dai re per sottolineare che erano la progenie del creatore originale.


FESTE DEL CREATORE

Le feste di Atum, come la “Festa dell'Enneade”, prevedevano processioni e offerte di pane, birra e incenso. Il Tempio di Atum a Eliopoli ospitava un albero sacro (l'ished), dove si credeva risiedesse la presenza del Dio.

A Tebe, la “Festa di Opet” e in altri rituali di stato occasionalmente invocavano Atum insieme ad Amon. Un papiro proveniente dal Tardo Nuovo Regno suggerisce che Atum ricoprisse un ruolo centrale nella "Festa del nuovo anno": quando l'anno si rigenerava, il ruolo del re veniva rinnovato dalle benedizioni di Atum.

CONTESTO NEMICO

Molti degli attributi di Atum e Amon, insieme ai misteri avanzati di Zeus dalle fonti greche, furono rubati dal cristianesimo, in particolare l'idea di alfa e omega e il logos. Il folle chiamato Origene rivendicò la conoscenza del mito della fenice e lo inserì senza vergogna nel mito di “Cristo”. Altri aspetti entrarono nella letteratura gnostica, come il cosiddetto “Autogene”.


BIBLIOGRAFIA
  • "Libro dei Morti" capitoli 15, 17, 175
  • Testi antichi egizi "Testi delle Piramidi" e "Testi de i Sarcofagi"
  • "Ancient Gods Speak", Donald B. Redford
  • Atum the Creator God, kemetexperience
  • "Iside e Osiride", Plutarco
  • "The Phoenix and the Early Church", Daniel Tompsett
  • "Handbook of Egyptian Mythology", Pinch
  • "The Complete Gods and Goddesses of Ancient Egypt", Richard H. Wilkinson
  • "Ancient Egyptian Creation Myths: From Watery Chaos to Cosmic Egg", Glencairn Museum

CREDITI:

Karnonnos [TG]
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

Back
Top