L'iscrizione del Faraone Unas dimostra molto su Amon e sul suo ruolo misterioso. Un'altra terminologia è quella di “Colui il cui nome è nascosto”, che si ritrova tipicamente in tutti i testi del sarcofago.
CT 132 / II 154 : Mi sono seduto con le spalle a Geb, perché sono colui che giudicherà in compagnia di Colui il cui nome è nascosto...
CT 147 / II 207 : Giudicare con Colui il cui nome è nascosto...
CT 148 / II 220 : ... perché hai raggiunto l'orizzonte, essendo passato per il recinto di Colui il cui nome è nascosto.
CT 148 / II 221 : “O Falco, figlio mio Horus, abita in questa terra di tuo padre Osiride in questo tuo nome di Falco che è sul recinto di Colui il cui nome è nascosto”;
CT 148 / II 223 : “Vedi Horus, o Dèi, io sono Horus, il Falco, che è sul recinto di Colui il cui nome è nascosto”.
CT 682 / VI 310 : “Egli ha volato e si è librato come quel Grande Falco che è sul recinto di Colui il cui nome è nascosto, che prende ciò che appartiene a coloro che sono più in là, a Colui che ha separato il cielo dalla terra e dal Nun”.
A differenza di altri dei legati a fenomeni visibili (sole, cielo, Nilo, ecc.), AMon era intrinsecamente trascendente ed informe, rappresentando l'aria invisibile oppure il vento creativo. All'inizio era addirittura considerato un Dio legato all'aria, invisibile ma portatore di vita.
RE DEI RE
Il ruolo centrale di Amon nello stato Egizio era quello di presiedere al Faraone ed allo stato, di cui è infatti patrono e dispensatore in ogni circostanza. Il suo nome era particolarmente utilizzato durante le incoronazioni e le evocazioni di un nuovo Stato, mostrando che egli infondeva vita al regno del sovrano. Altri casi mostrano la sua relazione con le grandi conquiste dei governanti e del faraone, come questo caso riguardante il Faraone Hatshepsut:
Caratteristico di questi casi eccezionali è un testo che attribuisce alla Regina [sic] Hatshepsut la qualità ntrj *divinezza”. Al ritorno della grande spedizione commerciale che Hatshepsut inviò nella lontana terra africana dell'incenso di Punt, i sudditi riuniti adorano ed acclamano la regina “in virtù (zpw) della sua divinità” e “per la grandezza del prodigio che le è accaduto” (Urk. IV, 340, 5-6). Non si tratta di un evento o di un'azione quotidiana della regina, ma di un momento solenne ed esaltante in cui la sua divinità si manifesta al mondo intero, quando il suo voto al Re degli Dèi, Amun, di fare del suo tempio una terra d'incenso in mezzo all'Egitto, sta per essere adempiuto. La regina regnante si mostra “divina” attraverso il suo aroma divino ed il suo splendore dorato, entrambi emanati dagli Dèi.
La concezione di Dio nell'Antico Egitto: L'uno ed i Molti, Erik Hornung
I Faraoni citavano spesso Amon per averli aiutati a raggiungere i loro obiettivi e per essere il loro salvatore. Il mantenimento delle campagne militari in modo positivo dimostrava la volontà di mantenere un rapporto con il Guardiano dell'Egitto. Un esempio di Ramesse II, tratto da una delle iscrizioni di Qadesh, è indicativo di come veniva visto dai sovrani d'Egitto:
Prego dalle estremità delle terre straniere
e la mia voce risuona a Tebe.
Ho trovato Amon che era venuto quando ho gridato a lui.
Mi ha dato la mano, ed io ho gioito.
Pilone di Ramesse II, Luxor
In effetti, Amon stabiliva chi dovesse diventare Faraone e chi dovesse rimanere tale. La legittimità del faraone—e quindi il destino dell'Egitto—dipendeva dalla sua approvazione divina.
I Faraoni celebravano anche la festa di Heb-Sed per rinnovare il loro potere reale. I testi ed i rilievi di queste feste mostrano spesso la pretesa del sovrano che Amon approvi personalmente il suo governo.
SACERDOZIO DI TEBE
Il sacerdozio Tebano era il più importante dell'Egitto, poiché Tebe (Waset, l'odierna Luxor) era il centro religioso del regno. Tra i loro ranghi prestavano servizio le persone più alte e sacre. È una testimonianza del loro rango che gli Alti Sacerdoti di Tebe intervennero più volte per assumere il governo totale del Paese quando questo era in grave pericolo.
Amon era venerato come patrono della grande città, insieme a Mut (la dea della stregoneria) e Khonsu (il dio della creazione e della Luna). Il più grande e grandioso tempio di Amon si trovava a Karnak, un quartiere di Tebe.
Nonostante il nome non si tratta di un singolo tempio ma di un vasto complesso di templi, cappelle, piloni e obelischi. Come a dimostrare il primato di questo Dio nell'intero universo, è tuttora la più grande struttura religiosa mai costruita, con una superficie di oltre 200 acri, pari a 810.000 m² nelle misure moderne. Impressionante e di grande portata, Karnak divenne il principale centro religioso dell'Egitto insieme a Memphis ed Abydos. Qui si celebrava l'annuale Festa di Opet, durante la quale la statua di Amon veniva fatta sfilare fino al Tempio di Waset.
Gran parte della pianificazione e della progettazione originaria del tempio fu realizzata dal Faraone Hatshepsut, prolifico nella costruzione di monumenti per Amon, ma la Sala Ipostila, un'imponente struttura con 134 colonne torreggianti, la più grande delle quali alta 21 metri (69 piedi), fu completata dal Faraone Ramesse II secoli dopo.
Il complesso comprende diversi santuari dedicati a diversi Dèi, come la Triade di Khonsu e Mut, ma il più importante è il Grande Tempio di Amon. Gran parte del Tempio è dedicato anche ad Amon-Ra, una questione di confusione per gli storici.
Il culto quotidiano del tempio di Amun a Karnak comprendeva rituali mattutini, di mezzogiorno e serali di incenso, libagioni e recitazione di inni da parte dei sacerdoti per conto del re. In tutte queste pratiche, dalle splendide feste ai riti quotidiani, Amon era venerato come un Dio maestoso e misterioso, la cui presenza poteva benedire la terra, affermare i re, prendersi cura dei cittadini e persino comunicare indicazioni se invocato correttamente.
Nel Basso Egitto, il culto di Amon si diffuse rapidamente durante il Nuovo Regno. I Faraoni costruirono templi di Amon a Memphis, nella nuova capitale Pi-Ramesses ed un importante santuario a Tanis, nel Delta. Dopo il male di Akhenaton, il culto di Amon si diffuse ancora di più.
Il culto di Amon si estese ampiamente ai Nubi. I governanti Egiziani costruirono oppure ampliarono i templi di Amon nelle regioni Nubiane (ad esempio a Napata/Jebel Barkal) ed Amon divenne il Dio principale anche dei regni Nubiani. Le dinastie Nubiane dell'Egitto esaltavano comunemente Amon ed Atum. L'influenza di questi due Dèi si sente profondamente in tutta l'Africa.
Questi templi non erano solo centri religiosi, ma anche poli economici dotati di enormi proprietà terriere e di personale.
LA MOGLIE DEL DIO AMON
Oltre al clero maschile, un'istituzione unica nel culto di Amon era la “la Moglie del Dio Amon”, un titolo dato alle donne reali che fungevano da Alte Sacerdotesse. La pratica esisteva già da prima, ma il Faraone Ahmose I (1530 a.E.V. circa) elevò sua moglie Ahmose-Nefertari a questa posizione, rendendola di grande prestigio e influenza politica. La sacerdotessa personificava Amonet, la consorte femminile di Amon, o Mut, il membro femminile della Triade Tebana.
Nei periodi successivi (soprattutto nel Terzo Periodo Intermedio), questa carica fu utilizzata per consolidare il potere. La figlia del Faraone regnante diventava la Moglie de Dio Amon a Tebe, controllando di fatto il sacerdozio di Amon ed il patrimonio del tempio.
FESTE DEL CREATORE
Il culto di Amon comprendeva grandi feste pubbliche che costituivano i punti salienti del calendario religioso, soprattutto a Tebe. La più importante era la festa di Opet, un festival annuale per ringiovanire il potere faraonico. Durante l'Opet, la barca portatile di Amun, una teca dorata a forma di barca che trasportava la statua di Amon, veniva portata in processione dal Tempio di Karnak al Tempio di Luxor.
Con una grande cerimonia, l'immagine di Amon visitava Luxor per unirsi all'aspetto di Amun a Luxor (talvolta collegato ad Amun-Min per la fertilità) e riaffermare ritualmente la legittimazione divina del re. L'Opet durava molti giorni con processioni, offerte, oracoli e celebrazioni che coinvolgevano sacerdoti e pubblico. Un'altra importante celebrazione Tebana era la Bella Festa della Valle, che onorava i morti. In questa festa, la barca di Amon, insieme a quelle di Mut e Khonsu, veniva traghettata attraverso il Nilo da Karnak alla riva occidentale, in modo che il dio potesse visitare i templi mortuari e le necropoli, unendosi simbolicamente alle anime dei defunti.
Queste feste permettevano ai comuni cittadini Egiziani di vedere e venerare il tipico Dio nascosto mentre le sue immagini venivano trasportate fuori dal Tempio, favorendo la devozione popolare.
DIVINITÀ DEL DESTINO E DEI POPOLI
Amon era associato al destino. Ciò informava la dimensione del Grande Dio come colui che “ascolta le perdizioni di coloro che lo invocano”. In senso simbolico, era rappresentato come un avvocato ed un protettore degli innocenti e degli oppressi. Alcune persone cercavano di avvicinarsi al suo culto o ai suoi oracoli con l'intento di trasformare se stessi e le proprie condizioni.
La gente comune si rivolgeva ad Amon con appelli personali, riflettendo una crescita della pietà personale. Amon era considerato una divinità compassionevole che ascolta la preghiera degli umili. Gli inni del Nuovo Regno e quelli successivi lo chiamano “ministro degli umili” e “colui che viene alla voce dei poveri”, raffigurando Amon come un campione dei diseredati che intercedeva per conto dei comuni fedeli.
Questo aspetto di Amon come dio personale ed etico suggerisce un'ampiezza teologica del suo ruolo al di là dello stato e del Faraone, rendendolo accessibile a tutti i livelli della società.
I testi mostrano ripetutamente che Amon ordina tutto ciò che è, sarà ed è stato. I suoi delegati come Seshat codificano questi concetti nella realtà. Il titolo di Signore di Ma'at gli viene costantemente attribuito in quanto sostenitore di tutte le circostanze universali, insieme ad Atum. Anche i riferimenti a lui come “causa ultima” dimostrano come gli Egiziani lo considerassero.
In linea con il contesto di cui sopra, la madre del Faraone veniva spesso rappresentata come visitata da Amon prima della gravidanza, mostrando con forza al popolo Egizio che il suo governo era predestinato.
DIO DEL VENTO E DEL METEO
Amon, come Zeus, rappresentava i venti, le tempeste ed il tempo burrascoso. I suoi interventi erano segnati da tempeste e burrasche, anche la fragile salute della civiltà dipendente dal Nilo era considerata nelle mani del capo degli Dèi.
Insieme al suo delegato Shu ed altri Dèi, Amon governava i cieli e rappresentava i processi attivi del tempo.
IMMAGINI DI AMON
Nella maggior parte delle rappresentazioni successive al periodo eretico di Amarna, Amon è rappresentato con la pelle blu. Ciò significa che Amon risiede e governa su tutti gli aspetti del cosmo, proprio come il cielo copre la terra. Lo specifico colore blu, in contrapposizione agli altri tipi di blu, verde o nero talvolta rappresentati dal Dio, ha a che fare con specifici livelli spirituali, di cui Amon ha la totale padronanza. Il blu come colore è anche legato a Zeus con il suo globo ed il suo mantello, tra le altre cose.
Amon indossa tipicamente un copricapo molto alto composto da due piume di falco, chiamato shuti. Le due piume, insieme al diadema d'oro, rappresentano il tradizionale potere regale in Egitto e servono a sottolineare il fatto che Amon è il Re degli Dèi, dei Demoni e degli Uomini.
All'interno del simbolismo della corona si nasconde un altro codice relativo agli elementi dell'universo. Le due piume rappresentano gli elementi pienamente separati del fuoco e dell'acqua, mentre il diadema d'oro rappresenta la terra che magnetizza i due elementi dal centro, e la fascia di lino rosso che parte dal retro (lo sheshed o festone) rappresenta l'aria legata al resto, ma che scorre essa stessa verso l'esterno.
La corona è significativamente alta per dimostrare che il potere di Amon raggiunge interamente il firmamento dell'etere, essendo al di là della capacità degli altri Dèi. Il simbolismo delle doppie piume mostra anche che egli esprime il regno interno di Satya, la Verità, nell'esistenza attiva.
Amon detiene anche lo scettro con il nome di Era, tipicamente associato a Set. Egli regna sia sugli esseri umani inerti e privi di spiritualità sia su quelli attivati spiritualmente dalla loro iniziazione, ma tutti gli iniziati spirituali ed i praticanti della magia passano attraverso di lui. Lo scettro rappresenta un simbolo visivo di dedizione a lui. I malvagi e coloro che si allontanano dagli Dèi in modo malvagio mentre li rappresentano sono distrutti dal suo potere.
L'immagine dell'ariete è legata ad Amon fin dalle prime fasi dell'Egitto. Sfingi ornate con la testa di un maschio di pecora o con una testa umana cornuta venivano realizzate per illustrare importanti indicazioni sul Dio degli Dèi. Analogamente a Khnum, le corna dell'ariete di Amon rappresentano l'inizio di ogni vita, ma nel suo caso le corna rappresentano anche lo spacchettamento ed il disvelamento di tutta l'esistenza nel cosmo stesso, in contrapposizione alla sola vita biologica.
In questo caso, la posizione protettiva e saggia dell'ariete sul Faraone Amenhotep III dimostra anche la feroce capacità del Dio degli Dèi di proteggere qualsiasi “Dio-Re” sotto il suo patrocinio. Le sue grandi dimensioni e la sua forza terrificante eclissano persino il maestoso sovrano d'Egitto. Qui, il potente ariete esorta il Faraone ad agire come disponente della vita e della civiltà, a mantenere le leggi ed a mantenere sempre una difesa attiva del regno. Questa statua è stata ritrovata a Karnak, un quartiere di Tebe.
Una cosa da notare è che il nome e il simbolismo visivo di Amon sono spesso usati e in tempi moderni confusi con Amon Ra, un altro Dio separato il cui nome è stato inserito nella Goetia come “Amon” per creare la massima confusione. Con Amon Ra, questi simboli assumono significati piuttosto distinti.
Ha assunto anche altre forme: un'oca (guadagnandosi l'epiteto di “Grande Ghiribizzo”, che lo collega all'uovo cosmico primordiale), un serpente (che si rinnova togliendo la pelle), o persino una scimmia oppure un coccodrillo in alcune interpretazioni locali.
Questi diversi animali sacri e forme sottolineano la natura onnicomprensiva di Amon. Tuttavia, in tutte le forme, Amun rimaneva nascosto nella sua essenza. Ad esempio, a Karnak la sua immagine di culto era tipicamente tenuta velata e segreta. Questa invisibilità unita al potere creativo rendeva Amon un Dio di profondo significato teologico, rappresentando la forza divina invisibile alla base di tutta l'esistenza.
ZEUS AMMONAS
Zeus Amon, noto anche come Zeus Ammon o Zeus Ammonas, inizia a comparire quando gli stati Greci coltivano i contatti con l'Egitto. Anche se associata al periodo Greco dell'Egitto, questa rappresentazione è molto antica e compare nelle opere di Pindaro legate alla colonia di Cirene:
E stabilendo quella città presso la fonte di Apollo e la fertile terra di Zeus Ammone...
Odi Pitiche 4.16, Pindaro
Waset stessa era chiamata anche “Diospolis” o Città di Zeus, accanto al nome tipico di Tebe.
Tipicamente, questa personificazione di Zeus è adornata con le corna dell'ariete. Il suo culto era centrale in quella città, una parte dell'odierna Libia che all'epoca aveva una popolazione composta da coloni Greci. Le sfumature del culto di Zeus Amon erano direttamente legate agli aspetti di Amon che riguardavano in particolare il destino. Il culto di Amon comprendeva anche oracoli e pratiche di processione o pellegrinaggio. Nel Nuovo Regno, l'oracolo di Amon veniva spesso consultato su importanti questioni di stato e di giustizia. La statua di Amon poteva misteriosamente indicare il “sì” o il “no” con movimenti che probabilmente avvenivano tramite i sacerdoti durante le processioni, emettendo così il giudizio del Dio.
L'Oasi di Siwa era uno degli oracoli più famosi del mondo classico ed uno degli aspetti principali del culto di Amon, insieme al suo sacerdozio a Tebe. La sua fama e la sua accuratezza erano tali che Alessandro sapeva di dover consultare questo oracolo il prima possibile:
Il sacerdote si rivolse ad Alessandro alla maniera di un dio e, come alcuni dicono, lo salutò come “figlio di Zeus”... chiese se qualcuno degli assassini di suo padre gli fosse sfuggito ed il sacerdote rispose che non doveva dire bestemmie, perché suo padre non era un mortale.
Vita di Alessandro, Plutarco
Sia Alessandro sia la dinastia Greca dei Tolomei che governarono l'Egitto dopo di lui si rappresentavano con le corna dell'ariete, a indicare la loro discendenza divina da Zeus.
Alcuni individui Greci e Romani dell'Antichità non comprendevano gli aspetti animaleschi di Zeus attribuiti loro dall'Egitto, argomento che Luciano tocca quando la personificazione della Colpa (“momos” in greco) li rinfaccia a Zeus. Il Grande Dio, a sua volta, lo confuta:
Momos: E tu, Zeus, come puoi sopportare che ti trapiantino le corna di un ariete?
Zeus: Queste cose che osservi sugli Egizi sono davvero sconvolgenti. Tuttavia, Momos, la maggior parte di esse ha un significato mistico e non è affatto giusto riderne, solo perché non sei uno degli iniziati.
Deorum Concilium, Luciano
Il culto di Amon di Zeus era quello più comunemente seguito dai Libici, anche al di fuori delle colonie Greche.
BIBLIOGRAFIA
Odi pitiche, Pindaro
Storie, Erodoto
Vita di Alessandro, Plutarco
Deorum Concilium, Luciano
La religione solare egizia nel Nuovo Regno: Re, Amon e la crisi del politeismo, Jan Assmann
Amun, Enciclopedia della storia mondiale, Joshua J. Mark
Amun e Amen-Re, Enciclopedia della religione, C. J. Bleeker
CREDITO:
Karnonnos [GT]