Un piccolo grande racconto per Satana.
Questa storia inizia qui e finisce qui. Sono qui ed e` tutto ciò che conta.
“Dove sono?” chiesi a me stessa.
Una luce fioca nella stanza accanto. Vaghi rumori di sottofondo.
“Devi stare qui perché noi siamo la tua famiglia.”
Non risposi. Sapevo che avevo un legame con loro, ma in essi non mi riconoscevo.
Passarono i giorni e mi tenevano rinchiusa, per il mio bene. Circostanze, dicevano.
Nonostante i loro modi fossero gentili, le loro intenzioni non erano chiare e limpide.
Avevo solo qualche libro con me.
Leggendo, capii cosa fosse la mia famiglia, capii che non era colpa loro avermi rinchiusa.
Tuttavia ho una domanda: l'educazione della società attuale ha prodotto individui da cui scaturiscono azioni tutt'altro che benevole, quindi, quanta colpa ha una persona che compie un'azione malevola, ma non sa in maniera cosciente la portata di questo fatto?
Non sono qui per fare morale. Sono qui per raccontare una storia nella storia.
Negli stessi giorni, giunsero a me, in maniera misteriosa, vari biglietti d'incoraggiamento.
Non sapevo la loro provenienza, ma mi diedero molto conforto.
“Scopri la Verità.”
“Sii forte.”
“Vai oltre ciò che vedi.”
Cosi dicevano. Non sapevo chi me li mandasse, ma con il tempo, mi fidai di più di questi bigliettini, perché tutti i giorni arrivavano senza che io li chiedessi. Avevano una sorta di energia magica inspiegabile, gioiosa e curatrice. Rispondevano sempre ai miei quesiti.
Sicuramente si tratta di qualcuno che mi vuole bene e di certo di più di quelli che dicono di essere la mia famiglia, pensai.
Passarono i giorni e la rabbia cresceva, perché non vedevo il sole, non respiravo aria fresca. Il dolore frantumava la realtà e la schiudeva per ciò che era.
Ero in prigione e nemmeno lo sapevo.
Una notte c'era solo il silenzio. Sentii bussare alla mia finestra. Aprii. Un uomo biondo, dal viso buono apparve in una luce bianca oro, come il sole.
“Ciao.”
“Chi sei?”
“So che e` ora tarda, ma ho qualcosa da dirti. Hai presente tutti i bigliettini che hai ricevuto da quando sei nata?”
“Come fai a saperlo?”
“Sono stato io a scriverli e le cose che hai sempre letto riguardavano me.”
Scoppiai a piangere.
“Se ti dicessi che posso insegnarti a essere libera, cosa ne penseresti?”
Caddi svenuta fra le sue braccia.
In attimo ero in un luogo oscuro e affollato, come un mercato. Per mano mi teneva quest'uomo, la sua stretta era solida.
“Vedi questo e` il mondo. E` rumoroso, quindi bisogna cercare di distinguere le bugie dalle verità. La libertà e` saper vivere. Ora ti porterò a capire come si fa.”
Il nostro tenerci per mano mi salvo` la vita.
Una folla scalpitante era tutta intorno a me, mi strattonava, voleva buttarmi a terra, cercava di derubarmi i vestiti. Piangevo distrutta dalla prepotenza della gente.
“Non mollare la mia mano.”
“Perché fanno cosi`?”
“Voglio farti diventare forte, cosi` che tu un giorno, possa affrontare questa folla senza piangere.”
“Fa male.”
“Non tutti i mali vengono per nuocere.”
Arrivammo su di un piccolo dirupo.
“Vuoi essere libera?”
“Si.”
“Lo sai che ti voglio bene?”
“Si.”
“Bene. La folla l'hai superata. Ora prova a superare questo burrone.”
Non era tanto alto il burrone, ma mi assalii la paura.
“E se non ce la faccio?”
“Ce la fai.”
“E se cado?”
“Ti alzerò.”
Con un balzo saltai salva sull'altra riva.
“Ora sei nella tua nuova vita. Scopri chi sei, cosa ti piace fare, per cosa sei portata. Divertiti e cresci con quello che ti ho insegnato. Creati. Non c'è niente di meglio che prendersi cura delle tue creazioni. Ti ho regalato la vita, perché so che sei una persona con alti valori. Ora devo andare.”
“Dove vai?”
“Ho delle faccende che devo sbrigare.”
“Tornerai?”
“Puoi scommetterci. Anzi ti dirò di più, quando avrai bisogno sarò sempre presente e tornerò per vedere come stai e, quando sarai pronta, costruiremo un giardino insieme, proprio di fianco a casa tua.”
Indico` una casetta su di una collina. Il tramonto faceva da sfondo.
Mi voltai per ringraziare. Era già andato. Subito mi parlo` nella mente: “Ancora una cosa: io non comunico come tutti. Ti lascerò varie tracce sul tuo cammino, in modo da non sentirti mai sola. Amati ed un giorno, prenderemo l'ambrosia in una tazza, nel tuo bel giardino.”
Con gioia iniziai a scoprire ed a giocare con i doni che mi aveva dato.
L'atmosfera magica mi accompagno` per tutta la vita.