Fiery Pluto
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Chiarisco subito cosa intendo per relazioni sociali. Non intendo esclusivamente relazioni d'amicizia, ma tutte le interazioni con altre persone.
L'antichità pagana conosceva veramente l'importanza della società. Come Marco Aurelio insegna, la natura umana è improntata alla socievolezza.
L'umanità può avanzare veramente solo tramite la cooperazione. Un essere umano non può progredire spiritualmente se non da aiuto altri. Se non si da una qualche forma di aiuto, si cade nel nichilismo. Nel senso che non si ha più spinta a vivere, non si riesce a trovare un senso. Una qualsiasi forma di aiuto che dia qualcosa agli altri ad eccezione di ciò che non costituisce un vero aiuto, ovvero le tipiche forme di gradimento istantaneo di una società ebraica.
Se non si ha la spinta a vivere, non si ha neanché la spinta ad avanzare spiritualmente. La solitudine non è ciò che ti farà avanzare. Nella solitudine non si presenterà spontaneamente alcun senso, alcuna felicità anche con la meditazione con cui non si potrà avanzare. Perderai il controllo della tua mente, i pensieri soprafferanno l'anima e sperimenterai forte apatia.
Non vuol dire che devi aiutare ogni persona. Non sei uno xiano. Devi distinguere le persone giuste dai parassiti, quelle che non danno nulla e non cercano di avanzare in generale. Purtroppo, la società ebraica ha creato persone molto insicure e quando ti leghi a qualcuno prima di ricevere aiuto si potrebbe aspettare un pò. Nelle relazioni devi poi essere sempre te stesso, ma non chiuso. Devi capire quando gli altri hanno da darti qualcosa di importante. Così puoi sperimentare vera crescità. Non aver paura di sbagliare e imparare dagli altri. Non sei un dio, errare è umano.
Ovviamente non puoi pensare al 100% agli altri. Hai dei limiti all'aiuto che puoi dare agli altri se non sono satanisti. Devi raggiungere un equilibrio, il tuo equilibrio che si manifesta nella tua unicità. Come Azazel insegna "Nulla in Eccesso", devi essere equilibrato nel gestire gli opposti.
Equilibrio anche tra ragione e compassione. L'aiuto deve essere razionale, non guidato da totale compassione. Di nuovo, non sei uno xiano. Non puoi aiutare una persona che non ha mai fatto nulla o sviluppato alcun capacità dandogli 100 euro, ma devi aiutarlo ad esempio trovandogli un lavoro. Deve inserirlo nelle dinamiche sociali di cooperazione reciproca. Così può anche sperare in un progresso spirituale.
Come poi insegna di nuovo Marco Aurelio, se ti irrita la viziosità degli uomini non ti arrabbiare, ma educali.
Ho imparato tutto questo in particolare per esperienza personale. Ho pensato che nella solitudine e nella concentrazione totale su me stesso mi sarei elevato e così è stato per un breve periodo. In realtà il problema non era veramente la relazione sociale in sé, ma il mio approccio nella relazione. Per questo la relazione diventava negativa.
L'antichità pagana conosceva veramente l'importanza della società. Come Marco Aurelio insegna, la natura umana è improntata alla socievolezza.
L'umanità può avanzare veramente solo tramite la cooperazione. Un essere umano non può progredire spiritualmente se non da aiuto altri. Se non si da una qualche forma di aiuto, si cade nel nichilismo. Nel senso che non si ha più spinta a vivere, non si riesce a trovare un senso. Una qualsiasi forma di aiuto che dia qualcosa agli altri ad eccezione di ciò che non costituisce un vero aiuto, ovvero le tipiche forme di gradimento istantaneo di una società ebraica.
Se non si ha la spinta a vivere, non si ha neanché la spinta ad avanzare spiritualmente. La solitudine non è ciò che ti farà avanzare. Nella solitudine non si presenterà spontaneamente alcun senso, alcuna felicità anche con la meditazione con cui non si potrà avanzare. Perderai il controllo della tua mente, i pensieri soprafferanno l'anima e sperimenterai forte apatia.
Non vuol dire che devi aiutare ogni persona. Non sei uno xiano. Devi distinguere le persone giuste dai parassiti, quelle che non danno nulla e non cercano di avanzare in generale. Purtroppo, la società ebraica ha creato persone molto insicure e quando ti leghi a qualcuno prima di ricevere aiuto si potrebbe aspettare un pò. Nelle relazioni devi poi essere sempre te stesso, ma non chiuso. Devi capire quando gli altri hanno da darti qualcosa di importante. Così puoi sperimentare vera crescità. Non aver paura di sbagliare e imparare dagli altri. Non sei un dio, errare è umano.
Ovviamente non puoi pensare al 100% agli altri. Hai dei limiti all'aiuto che puoi dare agli altri se non sono satanisti. Devi raggiungere un equilibrio, il tuo equilibrio che si manifesta nella tua unicità. Come Azazel insegna "Nulla in Eccesso", devi essere equilibrato nel gestire gli opposti.
Equilibrio anche tra ragione e compassione. L'aiuto deve essere razionale, non guidato da totale compassione. Di nuovo, non sei uno xiano. Non puoi aiutare una persona che non ha mai fatto nulla o sviluppato alcun capacità dandogli 100 euro, ma devi aiutarlo ad esempio trovandogli un lavoro. Deve inserirlo nelle dinamiche sociali di cooperazione reciproca. Così può anche sperare in un progresso spirituale.
Come poi insegna di nuovo Marco Aurelio, se ti irrita la viziosità degli uomini non ti arrabbiare, ma educali.
Ho imparato tutto questo in particolare per esperienza personale. Ho pensato che nella solitudine e nella concentrazione totale su me stesso mi sarei elevato e così è stato per un breve periodo. In realtà il problema non era veramente la relazione sociale in sé, ma il mio approccio nella relazione. Per questo la relazione diventava negativa.